Zonin a Cauduro il 1° giugno ’16: “Visco mi chiese fusione Veneto Banca in BPVi”. Poi incontrò Trinca da Barbagallo il 19 febbraio 2014…

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Ignazio Visco e Gianni Zonin
Ignazio Visco e Gianni Zonin

Il 27 luglio 2019 con qualche successivo aggiornamento pubblicammo una prima trascrizione parziale dell’audio dell’incontro del 19 febbraio 2014 a Roma in via Nazionale tra Carmelo Barbagallo, a capo allora e per anni della Vigilanza centrale, il presidente di Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, e il suo omologo di Veneto Banca, Flavio Trinca: “Barbagallo bifronte, last news: il 19 febbraio ’14 incontrò Zonin e Trinca in Bankitalia per “Veneto Banca in BPVi subito!”, in audizione negò” (questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2019 con successivi aggiornamenti fino a quello attuale del 1° gennaio 2020, ore 22.11, ndr).

Premessa per chi volesse ripercorrere la vicenda, prima di andare alle novità odierne ripertate in fondo

La pubblicammo in perfetta “solitaria” nonostante avessimo proposto ad altri media nazionali (come La Verità e Il Fatto) e a colleghi di mezzi locali (Il Giornale di Vicenza, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, Rai 3 Regione, Il Gazzettino, Il Corriere del Veneto…) di condividere l’audio e il suo contenuto, fatte salve le dovute verifiche aggiuntive rispetto alle nostre.

Le nostre, comunque scrupolose, sono state effettuate anche, oltre che tramite documenti agli atti delle varie inchieste (ad esempio la lettera del 10 aprile 2014 a firma Flavio Trinca al capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo, ndr), con Banca d’Italia stessa, che ci confermò l’incontro e con gli altri due interlocutori, Zonin, al solito muto, e Trinca, coraggiosamente più loquace, come già riferito e come preciseremo ancora meglio a breve su questo stesso mezzo.

Carmelo Barbagallo (Vigilanza di Banca d'Italia) in commissione d'inchiesta sulle banche negò pressioni su Veneto Banca per consegnarsi a BPVi
Carmelo Barbagallo (Vigilanza di Banca d’Italia) in commissione d’inchiesta sulle banche negò pressioni su Veneto Banca per consegnarsi a BPVi

Silenzio totale sull’incontro secretato, quindi, anche se l’audio era di certo più che… fragoroso, scrivemmo, visto che Banca d’Italia col governatore Ignazio Visco e, soprattutto, col capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo ha sempre negato, anche nelle audizioni presso la prima Commissione di inchiesta parlamentare sulle banche, che l’indicazione a Veneto Banca di “confluire” in BPVi andasse al di là della necessità di aggregarsi a un generico “Istituto di adeguato standing”.

Barbagallo con Zonin e Trinca in Bankitalia il 19 febbraio 2014
Barbagallo con Zonin e Trinca in Bankitalia il 19 febbraio 2014

La notizia, che forse non “s’aveva da dare”, fu ripresa allora solo dal collega Marco Milioni sull’edizione locale di Citynews e da Quaderni Vicentini del direttore Pino Dato e compare ora, tra le citazioni, nel capitolo 7 nel libro, appena uscito, “Banche, Banchieri e sbancati” di Renzo Mazzaro per Laterza mentre, nel mondo della politica,  l’onorevole vicentino di Forza Italia, l’avv. Pierantonio Zanettin, è stato l’unico a interessarsi fattivamente della rivelazione presentando subito, il 1° agosto, un’interpellanza al Ministro dell’Economia e delle Finanza di allora, Giovanni Tria accompagnandola con una nota all’agenzia di stampa Public Policy (“Veneto Banca fu vittima  di scelte politiche sbagliate”, interpellanza di Zanettin su Barbagallo e FIR: azionisti da risarcire integralmente“)

Mattarella con Visco, in difficoltà sul caso Popolare Bari
Mattarella con Visco, in difficoltà sul caso Popolare Bari

VicenzaPiu.com, che tra poco “evolverà” in ItaliaPiù.net come vi abbiamo preannunciato, non si scoraggia e, a cavallo dell’eco del crac annunciato della Banca Popolare di Bari, un altro capolavoro di Ignazio Visco e Banca d’Italia, che nel frattempo prima avevano promosso Barbagallo e, poi, lo “avevano ceduto” al Vaticano, pubblica l’audio originale il 18 dicembre (“Barbagallo, l’audio dell’incontro del 19 febbraio 2014 con Zonin e Trinca in Bankitalia: le due venete insieme ora, poi decide la BCE!“) e il 19 dicembre, per semplificare il lavoro di chi avesse voluto approfondirlo e la comprensione da parte dei lettori, ne rende disponibile la nostra trascrizione (“Barbagallo con Zonin e Trinca in Bankitalia il 19 febbraio 2014, il verbale “secretato” dell’incontro: le due venete insieme ora o mai più!“).

La fatica (folle dice qualcuno) viene ricompensata per lo meno da Il Fatto Quotidiano che a firma Gianni Barbacetto riferisce ampiamente dell’incontro del 19 febbraio 2014: “Il Fatto: audio VicenzaPiù con Barbagallo che “spinge” Trinca a fondere Veneto Banca in BPVi prova responsabilità di Bankitalia“.

Novità: Zonin parla il 1° giugno 2016 con Cauduro a Palermo dei desiderata di Visco sfociati nell’incontro con Barbagallo e Trinca

Abbiamo ripercorso la vicenda dell’incontro convocato a Roma per il 19 febbraio 2014 da Carmelo Barbagallo con Gianni Zonin e Flavio Trinca per ricordarla ai lettori, visto che ancora non ne sono state tratte le opportune e più che doverose conclusioni, ma anche per dimostrare, se pure ce ne fosse bisogno, che esiste ancora un certo tipo di (vecchio?) giornalismo, che indaga e pubblica, che cerca e pubblica.

Adriano Cauduro
Adriano Cauduro

E cercando tra le carte degli inquirenti dei procedimenti in corso, in particolare del processo BPVi, abbiamo trovato anche l’audio e la trascrizione dell’intercettazione ambientale dell’incontro a Palermo il 1° giugno 20’16 in Banca Nuova di Gianni Zonin, allora già non più presidente della controllante BPVi, con Adriano Cauduro, direttore generale dell’istituto palermitano da gennaio 2014 e già vice dg di quello vicentino dal 2011, che oggi non è tra gli imputati ma è, di sicuro, uno dei testimoni più attesi nelle prossime udienze del processo BPVi.

Dello “strano incontro” dell’ex presidente Zonin a Palermo, che evidentemente gli inquirenti non valutarono come elemento di inquinamento delle prove, come fecero, invece, e con le note e più dure conseguenze i colleghi romani per le telefonate e i presunti approcci di Vincenzo Consoli con esponenti di Veneto Banca dopo la sua uscita dall’Istituto di Montebelluna, scrisse già il 5 luglio 2016 Vittorio Malagutti su l’Espresso .

Il titolo e il sommario furono già allora molto eloquenti: “Zonin torna in banca. Accolto con tutti gli onori e riaccompagnato con l’auto aziendale. L’ex presidente della Popolare di Vicenza, indagato dalla magistratura, ha fatto visita alla controllata siciliana dell’istituto. Ha avuto un lungo colloquio con il direttore generale, che ha messo a disposizione un autista“.

Riteniamo, quindi, opportuno oltre che necessario mettere a disposizione di tutti i lettori, come già fatto per l’audio del 2014, senza ulteriori dettagli e commenti, che ci riserviamo per nuovi articoli, la trascrizione della parte dell’intercettazione ambientale del 1° giugno 2016 che riguarda con ragionevole evidenza i desiderata del governatore Ignazio Visco come premessa all’incontro del 19 febbraio 2014 a cui Zonin e Trinca furono convocati da Barbagallo

(N. B.: nella trascrizione viene segnalato come incomprensibile (inc.) tutto ciò su cui – parole singole o frasi – il Perito non ha certezza sul contenuto espresso dagli interlocutori. Le parole o frasi tra parentesi rappresentano invece una trascrizione sulla quale il Perito ha qualche dubbio…)

BPVi, da sinistra Marino Breganze, Samuele Sorato, Gianno Zonin (presidente) e Andrea Monorchio.jpg
BPVi, da sinistra Marino Breganze, Samuele Sorato, Gianno Zonin (presidente) e Andrea Monorchio (vice).jpg

… DOTT. ZONIN – Mi ha mandato avanti con… Quello che parlava ieri (Ignazio Visco il 31 maggio leggeva, come ogni anno, le considerazioni finali a Roma, dove era presente anche Cauduro, ndr) mi ha mandato avanti sulla fusione con (inc.), sull’aggregazione con… eh… Etruria, Ferrara e Marostica, con l’approvazione. Allora, loro vengono, fanno le ispezioni, sanno come siamo messi, no? E se mi dice… allora con Veneto Banca, con Veneto Banca, son stato quasi tre ore a parlare e m’ha detto: “Lei deve fare la…” e poi m’ha… m’ha fatto una raccomandazione, m’ha detto: “Non tirate troppo sul prezzo, non prendeteli troppo per il collo“. Ho detto: “Guardi, il prezzo lo fate voi, così siamo a posto. Il prezzo lo fate voi“. E poi m’ha detto: “Neanche un consigliere di quelli esistenti, quindi nessuno, deve… eh… deve entrare nella nuova…“. E, quindi, quando io mi sono incontrato con… eh. come si chiamava il presidente?

DOTT. CAUDURO – Con Trinca? Trinca.
DOTT. ZONIN Trinca, sì. Eh.. Guardi, son passati pochi mesi e non si ricordava neanche più (inc.) (ride).

DOTT. CAUDURO Ma, infatti, di Trinca, non parla nessuno, però.

DOTT. ZONIN – No, dico… Eh?
DOTT. CAUDURO – Di Trinca non parla nessuno, parlano di Consoli, ma non di Trinca.

DOTT. ZONIN Sì. E… contava anche poco, ma insomma… E quando mi hanno detto… La prima domanda che hanno fatto, ha detto: “Qua ci vogliono tosare“, “Eh“, ho detto, “pare di sì“, allora ha detto: “Be’, tanto, prima di cominciare“, dice, “è meglio… Per noi, che posto c’è?” e io ho risposto: “Nessuno, perché a me hanno detto che non si poteva“. Se io avessi detto: “Mah, mettiamoci d’accordo, vediamo“, eccetera, poi erano loro che dovevano dire di no e non facevo brutta figura io. Allora, ha detto: “Allora, siamo… abbiamo perso tempo e ci stiamo trovando per (niente)“. Io, dopo, l’ho chiamato, ho detto: “Guardi, io ho detto così e… e loro m’han chiesto che posto c’è. Io ho detto nessuno e loro poi m’hanno detto che allora non si va più avanti, infatti abbiam parlato di altre cose“. Eh… E loro hanno detto, a suo tempo, perché… E dice: “Può darsi che facciano resistenze“, dice il capo della…

DOTT. CAUDURO – Della Vigilanza lì (Barbagallo, ndr).
DOTT. ZONIN – E, allora, quello che parlava ieri gli ha fatto così, dice: “Be’, ma ci sono sempre queste eventualmente per convincerli“. Io non ho parlato. Eh… Abbandonato completamente, come neanche avessi parlato, eccetera. E, allora, se mi dicono che bisogna fare una cosa e noi siamo pronti per farla, dopo… Niente da fare…”.

Da qui in poi Gianni Zonin, deluso da Visco e Barbagallo, “dimesso” dai… fatti e ora imputato, e Adriano Cauduro, licenziato da Francesco Iorio e ora non imputato, conversano subito di Gianni Mion, il successore di Dolcetta, di Penati, suo amico, di patrimonio di Vigilanza, di rapporto con gli impieghi, di dati da ricordare, ecc.

Ma, fermi per ora i dubbi sul perché queste ore di colloquio non siano state reputate all’epoca come  di rilievo per sviluppi diversi delle misure, non prese, per Zonin ma attivate a carico di Consoli, sarebbe ora che qualcuno, lassù dove i voli “sono” interdetti, si prendesse la briga di chiarire una volta per tutte gli incroci fatali delle due ex Popolari venete in via Nazionale, ma senza attendere le spesso fatue e intanto ancora futuribili nuove commissioni d’inchiesta.

Gianni Zonin e Vincenzo Consoli, destini opposti o imposti?
Gianni Zonin e Vincenzo Consoli, destini opposti o imposti?

Risparmiatori e aziende, quelli e quelle non nel giro degli amici, vogliono “solo” sapere se e quanto i voleri di Visco, il colloquio successivo di Barbagallo con Trinca e Zonin e tutti gli immaginabili ma ora anche in parte documentati “contorni”, preparati prima e serviti dopo, abbiano contribuito a condannare entrambe le banche e a bruciare miliardi di patrimoni, quelli onesti, per avvantaggiare, magari, un interlocutore (BPVi?) rispetto all’altro (Veneto Banca?) e, fallita l’operazione, lasciare quei risparmiatori e quelle aziende con le pive nel sacco… pieno, invece, di Banca Intesa Sanpaolo.


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