Zaniolo come Rossi o come Baggio? I numeri del Divin Codino: magie già a 12 anni e quei 220 punti sul ginocchio

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Roberto Baggio con la maglia del Vicenza
Roberto Baggio con la maglia del Vicenza

Quando lo scorso 7 settembre la bella partita dell’Italia contro l’Olanda fu rovinata dalla rottura del crociato del ginocchio sinistro, tutti si sono uniti nei messaggi di incoraggiamento a Nicolò Zaniolo, classe 1999, un talento naturale di una nuova generazione di calciatori, la cui carriera rischia di essere minata dagli infortuni come quella di un altro grande attaccante italiano purtroppo mai sbocciato del tutto, Giuseppe Rossi. Ma non è detto che gli infortuni, anche gravi, fermino i grandi campioni dal diventare tali. Ne sa qualcosa Roberto Baggio di Caldogno.

220 punti di sutura e un anno di stop, a 18 anni, sembravano aver segnato la carriera del vicentino Divin Codino, che a 12 anni, come ricorda Andrea Gioia su “Gli eroi del calcio“, già incantava spettatori e la società Lanerossi Vicenza che non vedeva l’ora che compisse 16 anni per tesserarlo, e ciò avvenne nel 1983.

Baggio non riesce a portare il Vicenza in Serie A ma fa il suo esordio nella massima serie nel 1986 con la Fiorentina. Ma il menisco gli si rompe per la terza volta facendolo ripiombare nell’incubo di una carriera calcistica abortita sul nascere.

Nel 1987 l’ennesima ripartenza e anche il Pibe de oro Maradona riconosce il suo talento cristallino. Il resto è storia: la Juve, il Milan, l’Inter, il pallone d’oro, la nazionale trascinata in finale mondiale e poi quel maledetto rigore sbagliato, il rifiuto di andare a giocare troppo lontano da casa e l’ultimo miracolo della carriera, aver tenuto il Brescia in Serie A per 4 anni.