Zaia. Versione seria: “rispettate le regole per movida post lockdown!” Versione marchese del Grillo: “m’hanno beccato a 193 km/h? Cambiare le regole!”

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“Dalle sue quotidiane ipertrofiche conferenze stampa a reti unificate, Luca Zaia a forza di sostenere (esplicitamente o tra le righe) la riapertura tout court, ha evidentemente fatto passare il messaggio ‘liberi tutti’: involontario, non voluto, ma è uscito così. Ettolitri di spritz dopo, abbiamo visto com’è andata”. La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin sintetizza in modo efficace il pensiero affiorato in molti dopo le immagini circolate in tutta Italia della movida il giorno dopo la fine del lockdown nelle città del Veneto.

La Regione guidata da Luca Zaia è stata la capofila delle riaperture e sull’argomento è intervenuto anche il Codacons: “chiediamo alla Regione Veneto e ai singoli comuni di vietare dal venerdì alla domenica aperitivi all’aperto nei luoghi pubblici, limitando la possibilità di consumazione esclusivamente al tavolo e all’interno dei locali, previa prenotazione – afferma il presidente Carlo RienziCapiamo la voglia dei giovani di tornare alle vecchie abitudini e condividere momenti di socialità, ma al momento il rischio è troppo elevato e può essere controllato solo attraverso ordinanze e divieti”.

Giovani indisciplinati chiamati in causa anche dal Sottosegretario agli Interni Achille Variati che racconta: “pochi giorni fa in Corea del Sud, il Paese che ha probabilmente gestito con più successo l’epidemia e che quindi ha riaperto prima di noi molte attività, è successo un episodio rivelatore. Dopo una notte passata in diversi locali, una persona di 29 anni è risultata positiva: nel frattempo però aveva infettato almeno 120 altre persone, costringendo le autorità a contattarne e tracciarne altre migliaia“.

“Purtroppo – continua Variati – basta la condotta irresponsabile e superficiale di pochi a mettere a rischio tutti noi, le libertà appena riconquistate, le attività economiche: troppa leggerezza negli incontri nelle piazze, nei bar, nella movida cittadina, con usi “creativi” della mascherina, mancato rispetto della distanza di sicurezza, contatti e scambi che rischiano di facilitare la trasmissione del virus”.

Regole rigide che vanno rispettate senza troppo fiatare, insomma. Come quelle sul codice stradale, che ogni anno procura migliaia di incidenti, morti e feriti: il 2019 è stato un altro anno tragico anche in Veneto, con gli ultimi dati Istat del 2018 che certificano come sulle strade nella Regione guidata da un decennio da Zaia il tasso di mortalità e incidenti è superiore alla media italiana, con gran numero di vittime e infortuni permanenti che hanno riguardato nella maggior parte dei casi i giovani.

L’eccessiva velocità è proprio una delle cause principali. Ma d’altronde con le auto potenti di oggi a volte capita di spingere troppo sull’acceleratore, magari per un impegno lavorativo, come accaduto proprio a Zaia quando era vicepresidente della Regione guidata da Giancarlo Galan, poi colpito dallo scandalo Mose.

L’allora rampante esponente leghista fu sorpreso da una pattuglia della Polizia lungo l’autostrada A27 nei pressi di Conegliano a 193 chilometri l’ora: ritiro della patente e multa da 407 euro, più o meno la stessa che rischia chi sgarra alle regole oggi anti-Coronavirus.

Ma come reagì il paladino dei veneti a un grave episodio come questo, soprattutto per un rappresentante delle Istituzioni, col rischio implicito di creare pericoli alle altre persone?

Bisogna assolutamente rivedere i limiti di velocitàdichiarò Zaia a Repubblica50 chilometri l’ora nei centri abitati e 130 in autostrada sono soglie anacronistiche che vanno elevate almeno di 20 chilometri“.

Sarebbe un po’ come se i giovani della movida oggi rispondessero: “ma portare la mascherina tutto il giorno, dal lavoro al chiuso all’aria aperta con nessuno intorno, dopo due mesi chiusi in casa, è un limite esagerato“.

Nel frattempo, cari monellacci, potete consolarvi con “le interminabili dirette Facebook, ridotte ormai a chiacchiere da bar all’ora dell’aperitivo“, fa notare Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito Democratico.

D’altronde in terra veneta riusciremo anche ad evitare la risalita dei contagi, ma non quella dei sondaggi plebiscitari pro Zaia che per le regole applica la legge del marchese del Grillo: “mi dispiace ma io so io e voi non siete un cazzo!”.