Zaia e il virus più violento degli immigrati: il presidente “più amato” nega intervista perché viene evocato il tema razzismo e Covid

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Ha rifiutato un’intervista ad una giornalista perché ha osato evocare il tema razzismo sulla questione Covid e immigrazione. Lo ha reso noto lo stesso Luca Zaia, indisturbato e a reti locali unificate, davanti alla platea di giornalisti attenti all’ennesimo punto stampa (sopra il video integrale) sul Coronavirus, al quale Zaia aveva detto basta solo poche settimane fa. Invece ci ha ripensato, ovviamente per il bene comune, sul suo stop il presidente di Regione più amato d’Italia con percentuali al 70-80% da Russia di Putin.

Zaia, al centro della satira mediatica, meno gradita dei sondaggi, anche per la sparata sui topi vivi mangiati dai cinesi, alla quale sono seguite una sequela di altre gaffes, tra cui quelle su poesie inesistenti e sui siciliani, durante le dirette tv fiume in questi mesi di emergenza, ci tiene a far sapere a tutti che non gradisce domande sul tema del razzismo legato al Coronavirus.

Ma il tema à quanto mai attuale in un clima di intolleranza verso gli immigrati che persiste da lungo tempo anche, se non soprattutto, in Veneto col rischio sempre dietro l’angolo di spiacevoli episodi, facendo di tutta l’erba un fascio. Chissà se interverranno l’Ordine dei giornalisti e il Sindacato della stampa, ultimi paladini della libertà di stampa, sull’episodio della mancata intervista del governatore?

Nel frattempo il leghista, che in molti vorrebbero al posto di Matteo Salvini al comando della Lega, ci ha tenuto a informare il popolo veneto su quello che lui decide che deve sapere. Il quale, evidentemente, non può essere quello che la collega voleva chiedergli.

Ho dato incarico ai direttori generali delle Ulss di fare tamponi diffusi nelle comunità straniere presenti in Veneto” e aggiunge: “bisogna fare particolare attenzione ai virus che arrivano dall’estero, perché hanno una virulenza maggiore, sono più aggressivi e hanno una mutazione. L’altra novità è l’abbassamento dell’età media dei positivi, come le due gemelline di quattro anni e la loro mamma”.

“La situazione è sotto controllo – spiega Zaia – ma se il nostro ceppo di virus ha una carica virale in calo, ci preoccupa il virus che viene dall’estero: ed è per questo che bisogna intensificare i controlli da chi viene dal Benin, Serbia, Kosovo, Moldavia, Bangladesh, Congo, Paesi dai quali sono arrivate persone che sono risultate poi infette“.

Guai però vietare gli spostamenti dei veneti in altri Paesi, come fece la Grecia, “non ci vedono più“, aveva tuonato poco più di un mese fa Zaia.

Quei greci razzisti…


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