Von Der Leyen a Roma da Draghi per via libera a Pnrr italiano, Repubblica: i primi 25 mld del Recovery per scuola, giovani e infrastrutture

Oggi la presidente della Commissione Ue ha l’appuntamento a Cinecittà. La tranche iniziale di fondi arriverà tra fine luglio e i primi giorni di agosto

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Ursula von der Leyen e Mario Draghi (nella foto d'archivio al Global Health Summit)
Ursula von der Leyen e Mario Draghi (nella foto d'archivio al Global Health Summit)
Di Claudio Tito, da la Repubblica. Da oggi il via libera è ufficiale. Il Recovery Plan italiano ha ricevuto il benestare della Commissione europea. Promosso a pieni voti come tutti gli altri Pnrr. Ursula von der Leyen atterra a Roma stamani per incontrare Mario Draghi e consegnargli l’”assessment” dell’esecutivo europeo. Una cerimonia che si svolgerà tra i set cinematografici di Cinecittà. Una scelta non casuale. Quegli stabilimenti, infatti, riceveranno una parte degli aiuti Ue. Ma aver organizzato lì uno degli appuntamenti più importanti per il governo è anche il modo di tentare di costruire una immagine nuova, utilizzando un termine un po’ abusato negli anni scorsi, una “narrazione”. Un po’ come la Grecia ha fissato l’appuntamento con la presidente della Commissione sul Partenone.
In pochi mesi, dunque, il nuovo governo italiano si è messo in condizione di ricevere un imprimatur fondamentale per la prospettiva italiana dei prossimi cinque anni. Essere collocati sullo stesso piano degli altri partner, infatti, rappresenta quasi un unicum nella storia recente dell’Unione europea. E in in qualche modo sono stati silenziati i “falchi” della Commissione che avrebbero voluto discutere il caso Italia nella riunione collegiale. Ma niente da fare: tutto si è chiuso con la procedura scritta. L’aver presentato il documento complessivo entro il 30 aprile, come richiesto dal Regolamento di Bruxelles, è stato fondamentale anche per superare i dubbi dei cosiddetti “frugali”, i Paesi del nord Europa meno accondiscendenti nei nostri confronti.
Come tutti gli altri Piani, dunque, negli undici criteri di valutazione, Roma ha ricevuto dieci A (il massimo del voto) e una B. Quest’ultima riguarda i costi. È evidente che, soprattutto per l’Italia che riceverà fino al 2026 quasi 200 miliardi, il tema della sostenibilità dei costi costituisce comunque un fattore da tenere stabilmente in considerazione.
L’iter, dunque, per ricevere la prima tranche di 25 miliardi è partito. Questa prima quota dovrebbe arrivare nelle casse del Tesoro tra la fine di luglio e primi giorni di agosto. A differenza di quelle successive non è legata al raggiungimento preventivo degli obiettivi fissati dal Piano. Si tratta di una sorta di “avviamento” sottoposto esclusivamente alla promozione del Pnrr. Alcune di queste poste sono state già assegnate, proprio in base al Pnrr. Ad esempio oltre un miliardo verrà impiegato nei prossimi sei mesi a favore dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Un altro è stato riservato agli incentivi per l’occupazione femminile. Stessa somma per asili nido e scuole a tempo pieno. Tutto il resto sarà frazionato secondo le “sei missioni” inserite nel Recovery: Digitalizzazione, transizione ecologica, Infrastrutture, Istruzione, Inclusione e Coesione.
Nelle prossime settimane la Commissione proseguirà nel programma di reperimento dei fondi sui mercati finanziari attraverso il collocamento di nuovi bond che formano una sorta di debito pubblico comune. Il circuito decisionale, però, in realtà non si è ancora chiuso. La Commissione ha formulato la sua indicazione che dovrà essere recepita dal Consiglio europeo. Il percorso, dunque, di fatto si concluderà il prossimo 13 luglio con l’ultimo esame da sostenere: quello nella sede dell’Ecofin, ossia il Consiglio formato dai 27 ministri dell’Economia. Non è certo a rischio la “promozione” anche in quel caso.Tra i responsabili economici dei Paesi Ue, però, non è escluso che un’iniziale forma di dibattito sui diversi Pnrr ci potrebbe essere. Sotto esame, ad esempio, potrebbero finire i target temporali. La road map fino al 2026 per l’Italia è infatti molto densa. E potrebbero esserci dei richiami al rispetto di quello scadenzario. In secondo luogo, il riferimento al vero punto dolente del nostro Paese: il debito pubblico. Il via libera dell’Ecofin potrebbe essere accompagnato all’invito a tenere sotto controllo il debito, esattamente come è avvenuto in occasione delle ultime raccomandazioni di primavera. Infine, alcuni rilievi relativi ad aspetti del Piano considerati non pienamente strutturati, come quelli legati alla riforma della Giustizia.
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