VicenzaPiù tra processi e condanne: se i “potenti” amano zittire la stampa, i pm di Vicenza non cestinino solo le nostre denunce!

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Aula di giustizia vuota, come la vogliono i potenti
Aula di giustizia vuota

I cosiddetti “potenti”, che si sentono intoccabili ai vari livelli, fanno o provano a fare un sempre più frequente abuso, diretto o indotto, dei loro “poteri” soprattutto, con quei mezzi, e qui orgogliosamente ci mettiamo il nostro, che, se pubblicano qualcosa, lo fanno dopo accurati controlli e, soprattutto, dopo aver chiesto, quando necessario e se lorsignori rispondono, versioni alternative proprio per dare fin dall’inizio un quadro il più completo e imparziale possibile dei fatti.

Versioni alternative dei fatti e non delle opinioni, che rimangono sempre tali e libere per tutti, almeno finché riusciremo a tenere in vita la democrazia, anche se oggi è vicina a ritoccare il fondo degli anni più bui nell’indifferenza e con la complicità generale.

Quei cosiddetti “potenti”, intoccabili ai vari livelli, provano a zittire, è la storia che si ripete ora a Vicenza, i mezzi, che reputano, più deboli e sui quali, per certi giudici, ma non per i nostri veri giudici, i lettori, è vietato non diciamo metterli in discussione ma anche solo raccontare fatti dubbi che li riguardino.

Per un mezzo di informazione indipendente è lecito, oltre che doveroso, riferire delle indagini, che so, sulle possibili malefatte (caso Consip) dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi o di quelle su eventuali tangenti russe (caso Metropol) a favore della Lega di Matteo Salvini, l’attuale vice premier, con l’ex premier Pd e l’attuale vice premier leghista “riempiti” addirittura di epiteti che vanno, nei casi migliori, da “Fonzie” e “il bomba” a “Cazzaro” e “mendicante”.

Ma a VicenzaPiù.com (diversamente… locale e di diffusione nazionale grazie al web e ad alcuni degli argomenti trattati) tocca subire querele a go go e, spesso, processi se prova a raccontare, ad esempio, il dossier sulla gestione dei fondi della formazione regionale, che fa capo da oltre un decennio all’assessore Elena Donazzan e al dirigente dell’epoca dei fatti sotto indagine Santo Romano, dossier raccolto dalla Guardia di Finanza di Venezia e trasmesso, da tempo, alla locale procura.

Da un po’ quelle querele sfociano in condanne (a cui ci opponiamo in maniera selettiva per insufficienza delle necessarie risorse economiche, non perché siano giuste!) se VicenzaPiu.com si azzarda a rendere pubblici i dubbi documentali della Guardia di Finanza di Vicenza su Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto che si sarebbero appropriati a “condizioni di favore” e a danno presunto della Fondazione Roi, il primo di avori e quadri, il secondo di monete d’oro.

Lo spunto, ipocrita?, per processi e condanne a nostro carico è che i nostri condizionali negli articoli, in attesa che le magistrature di Venezia e di Vicenza si esprimano col bollino di un rinvio a giudizio e, poi, magari con qualche sentenza che confermi o rigetti i dubbi e le ipotesi della Polizia giudiziaria, e i nostri titoli con “il cosiddetto clan Romano“, “una preziosa collezione di avori e n. 4 quadri forse a casa di Gianni Zonin“, “una preziosa collezione di monete d’oro (s)vendute a Giuseppe Zigliotto” indurrebbero in errore quegli incapaci di leggere che sono i lettori, che, ignoranti come li pensano certi giudici, trasformerebbero condizionali e dubbi in certezze.

Ma le nostre condanne, questo è il nostro dubbio illustri giudici, ad esempio, Giglio e Mantovani, arrivano non perché le indagini non esistano e non siano serie (impossibile, le conduce la GdF o, comunque, un organo di Polizia giudiziaria…) ma perché le raccontiamo trasmettendo, oddio, il dubbio della Polizia giudiziaria che, doppio oddio!, i vari “potenti”, in rigoroso ordine alfabetico, Donazzan, assessore, Romano, dirigente regionale, Zigliotto, ex presidente di Confindustria Vicenza ed ex membro del cda della BPVi, e Zonin, ex presidente della BPVi e della Fondazione Roi, etc. possano essere anche solo per un attimo immaginati come colpevoli di qualcosa…

Non c'è fine al peggio, di Claudio Mellana
Non c’è fine al peggio, di Claudio Mellana

Amen? No, noi non ci rassegniamo al peggio e facciamo una domanda che è anche una sollecito: che fine hanno fatto, egregi pm di Vicenza, i nostri esposti e le nostre numerose denunce a tutela nostra e della libertà di stampa?

La più recente è quella contro Donazzan mentre un’altra denuncia contro le minacce ricevute dai dirigenti regionali l’abbiamo depositata alla Digos di Vicenza da anni e, comunque, ben prima che loro presentassero le loro querele contro di noi ottenendo, loro sì, ascolto.

Poi abbiamo sottoposto al vostro vaglio denunce contro le minacce del sottosegretario Bitonci per le nostre notizie sulla mancanza di risultati a favore dei soci risparmiatori delle banche venete; prima ancora avevamo presentato ai Carabinieri di Vicenza (la Digos, chissà perché, non lo aveva agevolato) un esposto proprio contro alcuni esagitati presidenti di associazioni di soci delle banche venete.

E non manca la querela contro un grosso manager pubblico albanese, Adrian Bylyku, “infastidito” dalla nostro inchiesta su legami con alcuni possibili misfatti intorno a Veneto Banka albanese, la società pubblica italiana Sga spa, Intesa Sanpaolo Albania etc. etc…

Tutto ad oggi tace, però, su questo fronte e la giustizia ci appare sempre di più come un’aula vuota.

Egregi pm di Vicenza, diteci che non dobbiamo trasferire la sede legale di VicenzaPiu.com a Berlino per avere un giudice di quelle parti!