Vicenza, riqualificare il centro con i divieti? Intanto la chiesa di San Felice è circondata da supermercati

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Supermercati sì, supermercati no, supermercati bum. Ha fatto molto discutere l’ordinanza del sindaco di Vicenza Francesco Rucco che vieta l’apertura di nuovi locali etnici di generi alimentari o di bigiotteria/abbigliamento non di “qualità” in centro storico, compreso il quadrilatero di viale Milano. Dato che i locali in oggetto sono soprattutto aperti da stranieri, l’ordinanza è stata vista come discriminatoria. La crociata anti-Kebab nelle città è sempre fallimentare, ne sa qualcosa l’ex sindaco di Padova Bitonci. In realtà qui vengono vietati anche fast food come McDonald’s e Burger’s King e catene. Non si va a toccare quelli che già esistono, si va a favorire, per quanto riguarda le prossime aperture, locali come enoteche, birrerie, ristoranti, abbigliamento di lusso. Insomma, come dice l’ordinanza, di “qualità”. E si promettono maggiori controlli sull’igiene dei locali già presenti. Il rischio però è di trasformare il centro in un ‘ghetto per ricchi’.

“Non vogliamo vedere supermercati in Corso Palladio” ha detto Rucco, ragionamento corretto fino a un certo punto. È vero che fa impressione vedere così tanti supermercati e centri commerciali fiorire nei centri storici delle città, magari al posto di botteghe artigiane, locali di aggregazione giovanile e culturale, sedi di giornali, etc. Ma d’altra parte la gente in centro deve anche viverci, abitarci, e per farlo ha bisogno di servizi.

Quello che colpisce chi scrive è soprattutto il termine “riqualificazione” usato da Rucco. Pensare di riqualificare una zona con dei divieti è come pensare di ristrutturare casa mettendo il cartello ‘attenti al cane’. Il divieto non costa niente alle casse del Comune, la riqualificazione sì. Nel cosiddetto quadrilatero ci sono molti appartamenti in vendita che restano vuoti, molti palazzi fatiscenti da ristrutturare. Le zone di Porta Nova, San Rocco, Corso Fogazzaro, pur essendo prive di locali etnici (a parte un ristorante indiano), e con molte botteghe e locali di qualità, non sono molto popolate di giovani e di eventi culturali. Segno che una vera riqualificazione costa soldi e passa per iniziative culturali e rivolte ai giovani e magari anche per l’installazione di mostre d’arte permanenti.

Last but not least, quest’ordinanza arriva quando ormai è già stata autorizzata la costruzione di due nuovi supermercati nel quadrilatero: il Famila di via Torino, che oscura la visione del bellissimo campanile della chiesa di San Felice, e il Lidl di Corso San Felice. Oltre alla questione dell’ex corte Pellizzari, la storica chiesa di San Felice, possibile meta turistica assieme alla casa del pittore Montanari, si trova ‘circondata’ da due supermercati. Con annessi problemi di traffico, di inquinamento, di ulteriori cementificazioni. Anche alla luce di ciò usare il termine riqualificazione appare un’amara beffa.

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