Vicenza, cresce la solitudine: nel 2020 aumentate del 40% le richieste di aiuto a Telefono Amico

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Telefono Amico

La maggior parte delle persone, circa 84 mila, che nel 2020 ha chiesto aiuto a Telefono Amico Italia non lo aveva mai fatto prima. Sicuramente hanno contribuito la pandemia di Covid e la crisi economica collegata hanno contribuito, oltre all’attività dei volontari che sempre più fanno conoscere questa realtà. Ma uno dei motivi principali è anche la solitudine che, nonostante viviamo in un’epoca in cui siamo tutti connessi e collegati, sembra veramente essere la malattia del XXI secolo. Ne abbiamo parlato con Paola, volontaria di Telefono Amico a Vicenza.

Sono aumentate, e se sì di quanto, le richieste di aiuto a Vicenza?
Le telefonate sono in costante crescita; più il nostro Servizio viene conosciuto, più le persone ci chiamano, segno che si sente il bisogno di un ascolto empatico. Ovviamente nel 2020 le telefonate sono aumentate moltissimo. Il Centro Telefono Amico di Vicenza nel 2019 aveva risposto a circa 3.000 telefonate, che sono diventate 4200 nel 2020, quindi, un incremento del 40%. Questo aumento è stato causato sicuramente dalla pandemia, ma anche dal fatto che Telefono Amico Italia (di cui il Centro di Vicenza fa parte) ha istituito, proprio in concomitanza con la pandemia, un numero di telefono unico per tutta Italia ( 0223272327) che permette di chiamare i nostri volontari al prezzo di una interurbana. Da gennaio 2021 ad oggi i volontari di Vicenza hanno risposto a 2970 richieste di aiuto, quindi a metà luglio siamo già arrivati al numero di chiamate del 2019.

Quanto ha pesato la pandemia di Covid sul disagio anche interiore delle persone?
Penso che ognuno di noi è stato messo a dura prova durante la pandemia…e questo disagio dura tutt’ora. La pandemia ha provocato una serie di difficoltà a tutti, coinvolgendo, anzi, travolgendo, il nostro mondo. In molti caso si è trattato di uno stravolgimento e questo, inevitabilmente, crea un disagio interiore. E’ stato uno tsunami dentro e fuori di noi.

Quali sono i problemi che più spesso vengono posti da chi chiama?
Le persone che ci chiamano lo fanno principalmente per il bisogno di condividere le difficoltà che trovano nel rapporto con sè stessi e con gli altri. Parliamo del nostro mondo interiore: ci sentiamo soli, e può essere un semplice bisogno di compagnia piuttosto che una solitudine più profonda; può essere un interrogarsi sulla propria vita piuttosto che avere la necessità di parlare con qualcuno se stiamo pensando al suicidio. Alcuni dati :
– la solitudine profonda è il motivo per cui abbiamo ricevuto 140 chiamate nel 2021
– la depressione 90, – pensieri di suicidio 50. Oltre a questi numeri importanti, visto i temi, ci sono state 500 chiamate dove la persona si interroga sulla sua esistenza, 400 chiamate dove il disagio era meno sentito e c’era un bisogno di compagnia, anche se questo non è l’obiettivo primario del nostro servizio. Se guardiamo alle persone che ci chiamano per le difficoltà nella relazione con gli altri, vediamo che la maggioranza sente il bisogno di parlare dei problemi che incontra in famiglia e con gli amici: sono le relazioni di tutti i giorni, quelle che, in qualche modo, condizionano il nostro benessere.

C’è una categoria (es. disoccupati, anziani) o un’età che prevale sulle altre?
No, non c’è una netta prevalenza di età o categoria. Quello che spinge a chiamare Telefono Amico Italia è la necessità di trovare qualcuno che ti ascolti. Il Telefono Amico Italia accoglie la persona nella sua totalità, con le sue emozioni, aspettative, desideri. Qualunque sia il motivo del malessere. L’età delle persone che ci chiama è molto varia, il disagio è trasversale rispetto all’età, perché in ogni fase della vita ci si può trovarci in difficoltà. Detto questo, ci chiamano le persone per le quali il telefono è uno strumento familiare e conosciuto, quindi quasi in egual misura le fasce d’età dai 35 anni in su, fino ad arrivare agli ultra 75enni, per i quali il telefono è uno strumento indispensabile.. Ultimamente il nostro servizio comincia ad essere conosciuto anche tra gli adolescenti, che chiamano sapendo di poter contare su uno dei caposaldi del nostro volontariato: l’anonimato. L’anonimato di chi ci chiama è assolutamente garantito, quindi sanno che il contenuto della telefonata rimane riservato, non chiederemo mai dati personali; come dicevo prima quello che ci interessa è la persona che ci chiama, il disagio che sta vivendo, non il suo nome o dove abita.

Che tipo di assistenza viene offerta?
La parola “assistenza”, mi evoca l’immagine di qualcuno che dà e di qualcuno che riceve…Telefono Amico Italia non è questo; l’etimologia del termine “assistenza” significa: “essere presente”, ecco, in questo mi ci ritrovo, assolutamente. Questo è il tipo di servizio che diamo: Noi ci siamo. Siamo persone accomunate dal desiderio di “esserci” con chi ci chiama, vogliamo stabilire un contatto, creare una vera e profonda comunicazione, cercando di comprendere il mondo della persona con cui siamo al telefono in quel momento. Il motivo che ci spinge a offrire questo tipo di volontariato è il desiderio di dare attenzione; è un momento chi ci prendiamo insieme, chi chiama e chi ascolta, anche se non ci conosciamo. C’è la massima attenzione all’altro, in un mondo frenetico dove non c’è mai il tempo per fermarsi e dare (e darci) il tempo per riflettere su noi stessi.Siamo sullo stesso piano, per quello non mi ritrovavo sulla parola “ assistenza”, facciamo un pezzo di strada insieme e cerchiamo di dare un senso a questo percorso. Il nostro obiettivo è esserci per chi si trova in una situazione di bisogno, dando ascolto e supporto emotivo, fiduciosi nella possibilità dell’individuo di auto comprendersi, allo scopo di favorire un cambiamento. Mi rendo conto che suona molto ambizioso, diciamo che in generale il nostro obiettivo è il benessere della persona, rispettando i suoi tempi e capacità. Ci tengo a far sapere che, oltre al telefono, chi sente il bisogno di ascolto può usare anche altri canali, sempre contando sui valori e sulla mission di Telefono Amico: dare a chiunque si trovi in uno stato di crisi o emergenza emozionale la possibilità di trovare un volontario aperto all’ascolto e al dialogo per favorire il benessere personale e la salute sociale. Esiste un servizio di WhatsApp Amico, a cui si rivolgono in gran parte adolescenti, ma non solo. Il numero a cui scrivere è 3240117252, attivo tutti giorni dalle18 alle 21. C’è poi la possibilità, per chi si ritrova più nella scrittura che nella parola, di comunicare il proprio sentire attraverso il servizio di mail@amica; basta entrare nel sito di Telefono Amico Italia e compilare l’apposito form; inizierà una corrispondenza, con i tempi della parola scritta, che permette una riflessione più profonda sul proprio sentire.

Quanti volontari sono operativi a Vicenza?
Vicenza al momento conta circa 20 volontari, la loro disponibilità fa sì che il Centro di Vicenza possa rispondere per 50 ore ogni settimana, ma il far parte del circuito Telefono Amico Italia (a cui aderiscono anche altri Centri di ascolto) fa sì che ogni giorno dell’anno, dalle 10 alle 24, ci sia qualcuno in ascolto. Chiamando lo 0223272327 rispondono volontari da tutta Italia, appositamente formati e in costante formazione. Siamo persone normali che hanno deciso di dedicare parte del proprio tempo agli altri; siamo la pensionata che incontri per strada, così come il professionista che ti compila il 730, o, ancora, l’insegnante dei tuoi figli. Nessun Superman o aspirante santo tra noi. Se chiedete a un volontario qual è il motivo che lo spinge a fare questo servizio, e ancor di più a rimanerci, vi dirà che è soprattutto un’occasione di crescita e arricchimento personale. A ottobre inizierà un nuovo corso di formazione per volontari. Se chi legge è interessato a far parte di questo tipo di volontariato ci può contattare via mail telefonoamicovicenza@gmail.com oppure chiamare il 3382782909.

Quali pensa siano i motivi del malessere?
Lascio ai filosofi la risposta a questa domanda così “universale” e complessa, noi, più semplicemente, cerchiamo di lavorare “su e con” la singola persona, portandola a guardare e a riflettere sul suo personale disagio.