Vicenza Calling, da settembre un call center unico

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Si chiamerà “Vicenza Calling” e sarà il nuovo call center del Comune di Vicenza. Il servizio, su cui l’assessore risorse umane ha avuto questa mattina il via libera della giunta, diventerà operativo da settembre, quando un unico staff formato da personale dell’urp e del centralino unirà forze e competenze per rispondere in modo più omogeneo e per un maggior numero di ore ai cittadini che telefonano in Comune.

L’esperienza del lockdown – spiega l’assessore alle risorse umane – ha messo ancora più in evidenza quanto sia importante dare ai nostri cittadini risposte certe, rapide e univoche. Per alcuni mesi l’accesso telefonico alle informazioni è stata la modalità più utilizzata da gran parte dei cittadini, che hanno trovato dall’altra parte della “cornetta” persone in grado di fornire risposte sulle norme anticontagio in continua evoluzione, sui bonus per le persone e le imprese in difficoltà, e raccogliere prenotazioni per l’accesso in sicurezza ai servizi comunali. Facendo tesoro di quel periodo, abbiamo deciso di unire le forze di chi quelle informazioni le rilasciava, creando un’unità unica, saldamente inserita nel flusso della comunicazione interna dell’ente, e ampliando l’orario di questa risposta qualificata”.

In sostanza, quando il progetto sarà operativo il servizio di risposta telefonica qualificata passerà dalle 20,5 alle 36 ore settimanali. Nelle fasce orarie in cui “Vicenza Calling” non sarà attivo (pomeriggi in cui gli sportelli comunali sono chiusi) alle telefonate dei cittadini risponderà, come già accade oggi, la portineria di Palazzo Trissino. Ma anche il personale assegnato alla portineria sarà periodicamente coinvolto in iniziative di formazione, in modo da essere in grado di dare risposte di primo livello corrette e aggiornate.

Questo progetto – conclude l’assessore – ha anche un ulteriore valore aggiunto: il personale dell’urp e del centralino assegnato all’iniziativa sperimentale potrà operare in modalità smart working, secondo quando prevede l’evoluzione della normativa sul lavoro agile che invita le amministrazioni ad individuare i servizi per i quali, anche dopo l’emergenza, non risulta necessaria la presenza fisica del dipendente nel luogo di lavoro”.