Veneto Banca, dissequestrati a Vincenzo Consoli beni milionari e villa in centro a Vicenza: un primo passo verso maggiore chiarezza?

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villa a Vicenza di Consoli
villa a Vicenza di Consoli

Il tribunale di Treviso ha accolto la richiesta di dissequestro dei beni che il pubblico ministero Massimo De Bortoli nel giugno del 2019 aveva avanzato per Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e direttore generale di Veneto Banca, l’unico rimasto indagato per il crac di Veneto Banca “non disponendo – affermava il pm – di elementi sufficienti a reggere in giudizio le contestazioni per gli altri indagati” tra cui il presidente Flavio Trinca.

Per inciso Trinca era stato anche protagonista di un incontro con Zonin e Barbagallo da noi riportato, in audio e col testo, e ben poco ripreso dalla stampa e non solo, nonostante lì fossero ben riscontrabili possibili forzature di Bankitalia nei confronti di Montebelluna.

La decisione del tribunale di Treviso arriva dopo quattro anni dal sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza dei beni di proprietà di Vincenzo Consoli, messo addirittura agli arresti domiciliari e a nostro parere tartassato, a dir poco, da Banca d’Italia, magistratura prima romana, poi anche trevigiana e dai… media, locali e soprattutto nazionali, a differenza di quanto avvenuto per Gianni Zonin, e nonostante che numeri e fatti, se letti e valutati con serenità, ne facessero più che capire le ben diverse, se pure esistenti, responsabilità legali nel flop montebellunese.

Il dissequestro di quello che molti media hanno descritto come un “tesoro”, riguarda la villa palladiana in contrà Mure Pallamaio in centro a Vicenza oltre a conti correnti, quadri e mobili, personali e familiari, il cui valore complessivo di per se stesso è, però, congruo con le retribuzioni, giuste o meno che siano, di dirigenti bancari di quel livello.

Il provvedimento appena reso noto per ora appare come una parziale anche se significativa vittoria dell’ex ad anche se proseguono le indagini della magistratura nei confronti di Vincenzo Consoli per possibili reati connessi col filone iniziale di inchiesta e per altri legati a singole denunce di soci in aree territoriali anche diverse dal Veneto e poi accorpate a Montebelluna per competenza.


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