Vaccinazioni e ignoranza, Carla Rossi (Aduc, ex ordinario Statistica Medica): certi politici parlano a vanvera e fanno danni alla salute

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Carla Rossi, consulente Aduc, ex docente a Tor Vergata (foto Aracne TV
Carla Rossi, consulente Aduc, ex docente a Tor Vergata (foto Aracne TV

Credo che tutti – scrive nella nota per Aduc che pubblichiamo a firma di Carla Rossi, consulente Aduc, già professore ordinario di Statistica Medica dell’Università degli Studi di Roma ”Tor Vergata” – ormai abbiano ascoltato l’invito, rivolto ai giovani, di non vaccinarsi, espresso dal segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha dichiarato l’inopportunità della vaccinazione per chi ha meno di 40 anni, perché a loro non serve (altre note Aduc su ViPiu.it, ndr).

Probabilmente questa affermazione deriva dalla “non conoscenza” di Salvini, della situazione generale relativa al Covid, al long Covid, ai vaccini e alle mutazioni del virus.

Vaccini e ignoranza
Vaccini e ignoranza

Per aiutarlo a non comportarsi come un analfabeta funzionale 1(problema che rileviamo in molti italiani), rispetto all’argomento di cui discetta, riporto in sintesi la situazione italiana Covid-19, utilizzando i dati ufficiali, forniti pubblicamente nei diversi bollettini dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Sarebbe opportuno che ogni esponente politico, prima di fare dichiarazioni, soppesasse quanto sta per affermare.

Molti altri, sia politici, come la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni2, sia cittadini , come il prof. Alberto Zangrillo3, hanno espresso opinioni che non mi appaiono basate su adeguata conoscenza dell’argomento.

I dati sono “numeri” e l’analfabetismo funzionale italiano è particolarmente rilevante proprio per gli aspetti matematici. Questo non giustifica, però, chi governa a sentirsi autorizzato a ignorare i dati relativi a un problema su cui esprime un parere. Questo è molto grave perché influenza i cittadini che non hanno sufficienti conoscenze scientifiche.

La Tabella 1 riporta, in sintesi, i dati di fonte ISS su casi e decessi per Covid-19 per classe di età e i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) relativi alla numerosità dei residenti di diverse classi di età, al 31 dicembre 2020.

Dal numero di casi sono ricavate le percentuali relative alle diverse classi di età che mostrano l’impatto dei casi e dei decessi sui residenti e la letalità percentuale per classe di età.

I casi e i decessi relativi ai minori di 19 anni sono riportati, con maggiore dettaglio, nella Tabella 2.

Numero di casi
Classe di età

(anni)

Residenti

(Istat)

Casi su residenti % casi per classe di età Numero di deceduti Letalità per classe di età
0-9 4892494 234188 4,79% 5,5 12 0,005%
10-19 5706116 413151 7,24% 9,7 16 0,004%
20-29 6084382 507213 8,34% 11,9 69 0,014%
30-39 6854632 531804 7,76% 12,5 259 0,049%
40-49 8937229 683102 7,64% 16 1125 0,165%
50-59 9414195 737475 7,83% 17,3 4535 0,615%
60-69 7364364 468104 6,36% 11 13112 2,801%
70-79 5968373 340417 5,70% 8 32062 9,418%
80-89 3628160 254328 7,01% 6 51251 20,152%
?90 791543 87788 11,09% 2,1 24586 28,006%
Totale 59641488 4257570 7,14% 127027 1

Tabella 1. Casi totali di Covid-19 con decessi e letalità per classi di età fino al giorno 11 luglio 2021.

Tabella 2. Casi totali di Covid-19 per soggetti di età inferiore a 20 anni con decessi e letalità per classi di età fino al giorno 11 luglio 2021.

 

Classe di età (anni) Residenti

(Istat)

Numero di casi Casi su residenti Numero di deceduti Letalità per classe di età
<3 1.309.073 50.846 3.9% 4 0.0079%
3-5 1.454.609 65.448 4.5% 4 0.0061%
6-10 2.691.576 153,760 5.7% 5 0.0033%
10-13 2.269.189 117.914 5.2% 7 0.0059%
14-19 3.436.927 258.475 7.5% 8 0.0031%
Totale 10.598.610 646.443 6.1% 28 0.0043%

 

Come si può valutare dalla Tabella 1, la letalità per chi ha meno di 40 anni risulta pari a 0,021 in percentuale, che corrisponde, in media, a 21 decessi ogni 100.000 persone infettate.

Bisogna considerare che, se si seguono le indicazioni di Salvini e Meloni, gli infettati aumenteranno molto e di conseguenza anche i deceduti.

C’è poi da considerare che, anche se non si muore, si può soffrire a lungo di “long-Covid'”, che riguarda anche i giovani, come riportato dall’ ISS4.

L’ultimo aspetto da considerare è la possibilità di infettare altri soggetti, anche di età superiore, e, quindi, rendere di nuovo epidemico l’andamento della diffusione che, attualmente, è per lo più endemico, e, come conseguenza, indurre ricoveri, terapie intensive e decessi. Bisogna tenere presente che tutti i vaccini hanno efficacia inferiore al 100%, ovvero i soggetti vaccinati hanno una pur bassa probabilità di essere infettati, anche in modo grave, e con le varianti questa probabilità aumenta. Ricordo, infatti, che per le varianti diminuisce, in genere, l’efficacia dei vaccini, che devono poi essere modificati per mantenerla alta.

L’ultimo punto da ricordare è che se il virus continua a diffondersi, soprattutto nei non vaccinati, continua anche a mutare e le mutazioni a lui favorevoli, ovvero almeno più contagiose, si fissano e diventano dominanti. Questo si può ”dimostrare” con modelli matematici5 ed è ben noto anche ai medici epidemiologi, che fanno parte del Comitato Tecnico Scientifico.

Concludo riportando l’opinione di Matteo Bassetti6:

“Alcune affermazioni non andrebbero fatte dai politici, ma bisognerebbe chiederlo ai medici e ai sanitari. Chi ha meno di quarant’anni dovrebbe essere vaccinato perché dobbiamo arrivare a una copertura più larga possibile”.

 

Carla Rossi, consulente Aduc, già professore ordinario di Statistica Medica dell’Università degli Studi di Roma ”Tor Vergata”.