Un “giorno qualunque” per ricordare gli oltre 100 lavoratori morti della Marlane Marzotto

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6 agosto 2018: un “giorno qualunque? per ricordare gli oltre 100 lavoratori morti della Marlane Marzotto. Anche in questo “giorno qualunque” è giusto ricordare che alla Marlane-Marzotto oltre cento lavoratrici e lavoratori si sono ammalati e sono morti di varie forme di tumore. Anche oggi è necessario indignarsi perché nessuno è stato dichiarato responsabile di tutte le vittime della Marlane. Bisogna farlo perché resti viva la memoria che le lavoratrici e i lavoratori della Marlane sono morti per condizioni di lavoro inaccettabili.
Sono morti uno alla volta, lentamente, dopo essere stati allontanati dalla Marlane-Marzotto, “invitati” (o costretti?) a dare dimissioni “spontanee”.
Bisogna farlo perché bisogna avere coscienza che le condizioni di lavoro che si subivano nella Marlane-Marzotto non erano “eccezionali” ma la “normalità” del sistema capitalista.
Perché bisogna sapere che il conflitto non è tra lavoro e salute ma tra capitale e lavoro, tra profitto e salute.
Perché nessuno dimentichi che bisogna lottare perché chi vive del proprio lavoro non sia considerato una merce, un pezzo di ricambio di una macchina spaventosa, un numero di una statistica e nulla più.
Perché è indecente che in una società che si definisce civile, questi veri e propri omicidi vengono nascosti, dimenticati, ignorati. Senza che nessuno sia mai dichiarato responsabile.
Perché non si può e non si deve restare indifferenti. 
Mai e per nessuna ragione.

Un video di qualche anno fa (di Giulia Zanfino per repubblica tv)

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Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.