Trasporti, settimo rapporto Authority: “da veicolo diffusione Covid a crisi. Ora possono contribuire a ripresa”

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È stato presentato il 24 luglio scorso in Parlamento, con la relazione del presidente Andrea Camanzi, il settimo rapporto annuale dell’Autoritá di regolazione dei trasporti. che fa un quadro riepilogativo della normazione e delle misure introdotte, in un contesto caratterizzatosi dall’emergenza coronavirus: “inizialmente, il sistema dei trasporti è stato tra i veicoli della diffusione del virus. Oggi, questo è tra i settori industriali più esposti alle conseguenze della crisi, per quanto in misura e modi diversi a seconda delle modalità. Data la sua natura strumentale è anche tra i settori che maggiormente può contribuire alla ripresa e trarne beneficio”.

Per quanto riguarda le infrastrutture la relazione si suddivide in: autostrade, ferrovie, aeroporti e porti. In materia autostradale, il report ricorda come il dl Genova abbia ampliato lo scopo della regolazione dell’Autorità, estendendolo anche alle concessioni vigenti. Al riguardo, è stato elaborato “il modello del sistema tariffario del pedaggio da applicare a tali concessioni declinandolo per 17 casi in cui il periodo regolatorio era venuto a scadenza, e articolando gli obiettivi di efficienza secondo le specificità di ciascuno di essi”.

Con riferimento alle nuove concessioni (autostrade di Piemonte e Val d’Aosta; Torino-Piacenza; autostrade Toscano-liguri; autostrada del Brennero e autostrade tra Friuli e Veneto), “nel periodo di durata del nostro mandato – si legge nella relazione – nessun iter di affidamento risulta perfezionato”.

Per quanto riguarda gli aeroporti, invece, l’attività dell’authority è proseguita in “regolazione e vigilanza sui diritti applicabili ai gestori degli scali con contratto di programma ‘ordinario’”, nel completamento “della revisione dei modelli tariffari prevista già dal 2014” e nell’esecuzione dell’estensione delle competenze agli aeroporti con contratti di programma in deroga.

In ambito ferroviario, spiega ancora il report sui trasporti, “il periodo di riferimento coincide con il completamento della liberalizzazione del mercato unico, già aperto per le merci, con quello del trasporto di passeggeri” mentre in quello “portuale rilevano gli esiti del primo monitoraggio sull’applicazione delle misure di regolazione dell’accesso adottate nel 2017. Ad oggi – si legge nella relazione – le risultanze del monitoraggio presentano uno scenario frammentario e problematico dell’applicazione dei criteri e dei principi di regolazione e della loro integrazione nelle norme operative dei porti”.

Infine, in relazione alla creazione del mercato unico europeo dei trasporti, si richiede che “almeno il ‘fronte terra’ dei porti sia integrato in un modello unico di regolazione economica che comprenda l’accesso alle infrastrutture e agli impianti di servizio, l’affidamento delle concessioni portuali, l’accesso e l’utilizzo della rete ferroviaria e autostradale per favorire il trasporto combinato”. Mentre sul piano della governance, ancora, c’è “l’urgenza di separare le funzioni di regolazione economica da quelle di amministrazione concedente”.

L’Autorità ha concluso “la revisione delle misure di regolazione, già adottate nel 2015. Nella parte dedicata al sistema di tariffazione dei servizi” sono stati applicati “criteri comuni ad altri ambiti della regolazione, in particolare in materia di incentivazione degli investimenti e di remunerazione del capitale investito”.

La regolazione, prosegue la relazione, “si completa con le misure concernenti i lotti e gli ambiti di affidamento degli obblighi di servizio pubblico, le condizioni minime di qualità e, con particolare riferimento al trasporto ferroviario regionale, la misurazione dell’efficienza delle gestioni dei contratti”. Nel tempo, in via generale, l’Art ha registrato “la diffusa propensione degli enti affidanti ad applicare i parametri oggettivi e trasparenti di efficienza e qualità contenuti nella regolazione”, permanendo comunque alcune criticità come nel cabotaggio marittimo.

Per quanto concerne la tutela dei diritti di passeggeri e utenti, infine, “sono state adottate disposizioni specifiche sulla presentazione dei reclami nel trasporto via mare” ed é stato dato corso ad attività di vigilanza “sulle analoghe misure in materia di trasporto per ferrovia connotato da oneri di servizio pubblico.

In diversi casi, è stato contestato “il mancato adeguamento delle imprese ferroviarie alle prescrizioni a tutela delle persone a mobilità ridotta e in materia di indennizzi in caso di disservizi e abbonamenti. Dei quindici procedimenti sanzionatori avviati, due sono in corso, mentre per gli altri l’Autorità ha ritenuto di sottoporre a market test gli impegni presentati dalle imprese ferroviarie”.

Fonte (Public Policy) @PPolicy_News