“Senzatetto annaffiati”, Welcome Refugees rilancia accuse. Rucco: “non è vero”

L'associazione ammette la buona collaborazione del Comune nei progetti per i senza dimora ma accusa Aim e polizia locale di comportamenti scorretti e chiede luoghi dove custodire le coperte

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L’associazione Welcome Refugees torna a puntare il dito contro Aim e polizia locale, accusati di gettare via le coperte dei senzatetto che dormono per strada a Vicenza e anche di “annaffiarli” con la lancia usata per pulire le strade. Il sindaco Rucco, da noi raggiunto, sula questione ha detto “non mi risulta, chiaro che alla mattina si passa a pulire con la lancia, perché ci sono feci e sporcizia per terra e i cittadini ci chiedono di pulire, ma non mi risulta che sia mai stato bagnato nessuno“.

Ribadendo il preziosissimo lavoro dei servizi sociali e dell’assessorato che hanno ampliato
notevolmente i servizi per le persone senza dimora – afferma invece Welcome Refugees in un comunicato, allegando anche testimonianze dirette – non possiamo tuttavia far finta di niente di fronte ad azioni che ledono la dignità umana e peggiorano le condizioni di salute fisica e psicologica di persone già fragili. La scorsa settimana è venuto a mancare A., appena cinque giorni e ci viene comunicato il decesso di E., la quinta persona senza dimora a perdere la vita nel Vicentino da dicembre ad oggi“.

“Quello che cerchiamo non è uno scambio di accuse fine a se stesso, ma un miglioramento pratico e tempestivo della qualità della vita dei più deboli” aggiungono gli esponenti dell’associazione, che ha scritto una lettera al sindaco Rucco e alla giunta, con delle richieste concrete.

Ci siamo resi conto che queste persone sono in strada perché la nostra società non ha adeguate e sufficienti risposte per aiutarle a gestire le loro fragilità. I motivi sono vari e complessi, dettati da situazioni familiari, personali, sociali, non generalizzabili e che andrebbero ricercati ed analizzati non solo a livello di comunità, ma anche individualmente. Riportiamo solo un esempio, tra i tanti che potrebbero essere fatti: una persona con problemi psichiatrici, che ha letteralmente paura di noi e dei servizi che le offriamo, perché dovrebbe decidere di andare in “albergo cittadino”? Se qualcuno a noi caro, in questa situazione, stesse male e/o soffrisse di crisi di ansia, riteniamo sarebbe molto difficile convincerlo a bussare alle porte di un dormitorio“.

Abbiamo di recente incrociato i dati e i numeri degli incontri in strada e calcolato che, nonostante le aperture per l’emergenza Covid e freddo, circa una ventina di persone quest’inverno non troveranno riparo nemmeno se la temperatura dovesse scendere sotto zero. Riconosciamo però l’impegno messo dai servizi sociali per allargare il più possibile il numero di posti letto disponibili: l’anno scorso alla fine dell’emergenza freddo le persone in strada arrivavano quasi a sfiorare il centinaio e l’impegno per risolvere la situazione ad oggi è evidente” prosegue Welcome Refugees nella lettera.

Siamo tutti qui a chiederle collaborazione, in modo che AIM, Polizia Locale e AMCPS non agiscano in direzione opposta. Continuare a buttare le coperte significa trovare le persone che dormono al freddo senza niente. Le stesse a cui la sera prima qualcuno aveva fornito una calda coperta. Gettando i pochi averi delle persone che vivono in strada, non si fa solo un torto a loro ma anche a tutte le persone che volontariamente e senza far parte delle unità di strada, aiutano i senza dimora. Siamo qui oggi a chiederle di fare anche a Vicenza quello che si fa già da molti anni, ad esempio, a Padova e a Verona. La necessità è quella di trovare un posto in cui le persone senza dimora possano lasciare il proprio sacco di coperte con il proprio nome sopra nel momento in cui non le usano per ripararsi dal freddo“.

Abbiamo saputo che da anni l’anagrafe comunale di Padova e Verona collabora con l’Assessorato al Sociale per concedere quella residenza nella via fittizia che deve esistere a norma di legge. È stato messo a punto un sistema che funziona molto bene, ci assicurano che non c’è nessun bisogno di numero chiuso o limitato perché le persone non aumentano certo perché la città le aiuta: le persone aumentano se aumenta il disagio.”

Ribadiamo la necessità di un luogo nel quale chi è costretto a vivere in strada possa
riporre di giorno le proprie coperte e i propri averi in modo che non vengano gettati
nei rifiuti; chiediamo che si consideri l’allargamento dell’accesso alla via anagrafica,
considerando che l’attuale numero appare purtroppo inadeguato a far fronte
all’aumentato numero delle persone che vivono in strada; Chiediamo che si riveda la politica degli sgomberi, possibilmente coordinandosi con il nostro servizio di unità di strada; Chiediamo che venga messo un freno al malcostume – conclude Welcome Refugees – di bagnare e multare chi è costretto a dormire in strada“.