Schio, sindacato Usb diffida Ava: “no trattative senza di noi, ci restituisca chiavi bacheca sindacale”

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Germano Raniero (USB) Parco città
Germano Raniero (USB)

Raniero Germano (in foto), sindacalista della Federazione Provinciale Unione Sindacale di Base, in nome e per conto degli iscritti alla Unione Sindacale di Base, in merito all’accordo fra Cgil, Cisl, Uil, Fiadel e Utilitalia siglato il 17dicembre 2020, che ha “decretato” il rinvio delle elezioni per il rinnovo della RSU, ha formulato una diffida ad Ava Srl, azienda che si occupa di gestione rifiuti nell’Alto Vicentino.

Come conseguenza del rinvio delle elezioni per il rinnovo delle Rsu, denuncia il sindacato, c’è stata la decadenza della rappresentanza eletta dai lavoratori, l’affidamento della titolarità alla contrattazione aziendale alle segreterie territoriali con il relativo “scippo” dei permessi sindacali delle RSU e la privazione dell’uso delle bacheche sindacali RSU.
“Un atto unilaterale e arrogante che sospende la democrazia e la libertà dei lavoratori di scegliere le proprie rappresentanze” sostiene Germano nella nota che pubblichiamo.

“Ritenendo di enorme gravità tale accordo che esclude la sigla più rappresentativa su argomentazioni di così rilevante importanza per il futuro delle trattative sindacali e che appurata la volontarietà da parte sia di Ava srl che delle OO.SS. coinvolte di tenere incontri, la Unione Sindacale di Base, diffida AVA srl e/o qualsiasi altra OO.SS., in base alla sentenza n. 27155 del 15/11/2017 della Corte di Cassazione, a trattare e/o rappresentare e/o difendere e/o transigere in nome e per conto dei lavoratori iscritti alla  Unione Sindacale di Base. Pertanto – continua Raniero Germano – si chiede ufficialmente di convocare in eventuali incontri sindacali i componenti RSU USB dimissionati e la scrivente segreteria territoriale. In merito alla richiesta di restituzione delle chiavi della bacheca sindacale  – conclude il sindacalista – vale  il discorso sin qui fatto pertanto si chiede di garantire il diritto di proselitismo e propaganda previsto dalla legge 300/70”.