Riduzione tariffe trasporto container al porto di Genova, Confartigianato Trasporti: se succede a Venezia siamo pronti a bloccare il Paese

497

Da Genova arriva “aria di tempesta” sull’autotrasporto di container. E a Venezia cresce la preoccupazione. “Quanto sta avvenendo in Liguria non deve in alcun modo propagarsi a Venezia. Al primo segnale siamo pronti a bloccare il Paese”. Questo è quanto afferma Nazzareno Ortoncelli, Presidente di Confartigianato Trasporti del Veneto alle notizie che arrivano dal porto ligure dove, dopo la richiesta avanzata da qualche committente ai vettori primi, e da questi ai loro subvettori, di una riduzione delle tariffe di trasporto del due percento (causa riduzione del prezzo del gasolio), i colleghi autotrasportatori locali hanno alzato immediatamente le barricate. “La remunerazione oggi riconosciuta in questo specifico settore a Genova come a Venezia -spiega il Presidente- risulta già essere al di sotto dei costi di riferimento sotto ai quali non viene garantita la sicurezza come peraltro stabilito dal ministero dei Trasporti. Se le richieste dovessero continuare su questa falsa riga, senza alcun indugio Confartigianato Trasporti e le altre associazioni di categoria non aspetterebbero un minuto ad assumere, previo un passaggio con la categoria, iniziative per la tutela degli interessi e della salute degli associati”.
Oggi il costo medio dell’autotrasporto container da e per i principali porti oscilla da 1 euro e 1,18 euro al chilometro e una riduzione del due percento comporterebbe una diminuzione in fattura tra 5 a 7 euro a viaggio, secondo le destinazioni. Sembra poco, ma moltiplicato per un anno, significa perdere 1400 euro a veicolo e moltiplicando questa cifra per il numero dei camion in flotta, si possono raggiungere cifre elevate. Considerando anche il forte calo della domanda di trasporto container, che solo nelle prime due settimane di maggio è stimato intorno al 40%, ciò causerebbe notevoli perdite per gli autotrasportatori.
A proposito dei costi, gli autotrasportatori evidenziano non solo che a fronte di un leggero calo del gasolio sono aumentati quelli fissi, sia perché aumentano le percorrenze a vuoto, sia a causa delle precauzioni contro il coronavirus, che comportano esborsi per i dispositivi di protezione degli autisti e la sanificazione dei veicoli.
“Ci asteniamo dal commentare l’irresponsabilità e coraggio della committenza a richiedere una diminuzione della tariffa -coonclude Ortoncelli- anziché riconoscere i grandi meriti che la collettività ha attribuito al settore riconoscendo i sacrifici sostenuti nel continuare a garantire i servizi nonostante gli incredibili disagi”.

Il rapporto “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” presentato ad aprile 2020 da Contship Italia e Srm conferma che il porto di Genova è lo scalo gateway più utilizzato dalle imprese del Nord Italia (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) per l’esportazione delle merci, seguito da La Spezia e Venezia. Sugli scali marittimi, la ricerca mostra che per l’80% delle imprese intervistate Genova rappresenta uno dei porti maggiormente usati per spedire carichi in export, seguito da La Spezia (25%) e Venezia (19%). La somma delle tre percentuali supera 100 perché ogni impresa spesso utilizza più di un porto per la sua catena logistica.
Nel Veneto (con 150 imprese intervistate), in export gli scali marittimi di Genova (69%) e di Venezia (49%) sono i due gateway più utilizzati, seguiti da Trieste (15%) e da La Spezia (6%). Il 70% dei container viaggia dallo stabilimento produttivo alle banchine su camion. Per i flussi di merce in ingresso, il 70% viaggiano dalle banchine verso l’entroterra su strada e il porto di Marghera (Venezia) risulta il più usato dagli importatori (55%), seguito da Genova (48%), Trieste (28%) e La Spezia (8%).