Relazione #3 di 3 a Commissione banche, Coviello: “Barbagallo con Zonin e Trinca, l’audio Bankitalia non s’ha da sentire. E il verbale De Polis?”

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Giovanni Coviello davanti al tribunale di Vicenza
Giovanni Coviello davanti al tribunale di Vicenza

Sono state richiesti e presentati entro lo scorso 12 gennaio tre “contributi” ai giornalisti Marino Smiderle, (GdV), Renzo Mazzaro (testate locali del gruppo Repubblica) e Giovanni Coviello (direttore di ViPiù), che vi scrive, in concomitanza con le audizioni sui crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca fissate, su sollecitazione in primis del deputato vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin, dall’on. Carla Ruocco, presidente della Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Il procuratore reggente di Treviso, Massimo De Bortoli ha aperto, non senza polemiche, lo scorso 26 gennaio 2021,  la mini serie, suscettibile di “estensioni” con l’audizione di Vincenzo Consoli ed altri, mentre l’autorità di pari grado di Vicenza, la dr.ssa Orietta Canova, inizialmente convocata per il 2 febbraio, ha ceduto l’incombenza al neo procuratore capo di Vicenza Lino Bruno che, quindi, verrà audito con l’assistenza dei pm vicentini Salvadori e Pipeschi il 9 marzo, a cui potrebbe toccare il compito anche di approfondire alcuni dei punti sollevati dal contributo di Coviello, in particolare, come vedremo, quello sull’Appunto di Stefano De Polis per Carmelo Barbagallo, 24-2-2014, agli atti del processo BPVi.

Per informare i nostri lettori attuali e quelli che sempre di più ci seguono per saperne di più, soprattutto sulle banche e sulla finanza, senza veli e censure continuiamo a pubblicare i tre contributi arrivati in commissione (e cortesemente giratici dalla sua segreteria) a supporto delle conoscenze dei suoi 40 membri non commentandoli in sede di presentazione “cronachista” se non con una domanda fatta al collega Smiderle, il cui contributo abbiamo pubblicato per primo e che negli anni che precedettero il crac vicentino, era un fiero assertore della “superiorità” su Veneto Banca della BPVi, di cui era stato un solerte dipendente.

Il commento, di certo tristemente ironico, è desumibile dal nostro titolo sul suo contributo «Relazione #1 di 3 per Commissione banche – Ruocco, scrive Smiderle: ex Popolari venete crollate perché società “a responsabilità limitata”…» con chiara allusione al fatto che le due ex Popolari erano sì Società cooperative, come permette il collega del GdV, ma “per azioni” e non a “responsabilità limitata”…

Ben diverso, quindi, il “rapporto” alla Commissione Ruocco del collega di ben altro spessore Renzo Mazzaro, che cita l’audio fondamentale e quasi da tutti ignorato (censurato?) che abbiamo pubblicato sull’incontro in Banca d’Italia tra Barbagallo, Zonin e Trinca e che è noto non solo per i suoi ponderosi articoli ma anche per i suoi libri, tra cui “Banche, banchieri e sbancati” proprio sul tema delle banche venete.

Se il titolo con cui abbiamo pubblicato il contributo di Mazzaro è stato «Relazione #2 di 3 a Commissione banche, Mazzaro: Figli e figliastri di Bankitalia, Barbagallo “su” Trinca e Zonin, Mutui J.P. Morgan, I 2 processi», è proprio sull’incontro di Barbagallo con Trinca e Zonin e, novità assoluta, sul verbale “dubbio” che si incentra il nostro “contributo” che pubblichiamo di seguito e su cui ci aspettiamo che la presidente Ruocco e la sua commissione facciano totale chiarezza.


Vicenza, 12 gennaio 2021

Ill.ma on. Carla Ruocco

Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Faccio volentieri seguito alla sua dell’11 novembre 2020 Prot. 2020/0000299/ E ANC allegandoLe il “contributo scritto” (con documenti annessi) richiestomi in seguito al fatto da Lei comunicatomi che l’Ufficio di Presidenza della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, da Lei presieduta, “ha deliberato lo svolgimento di un’attività di approfondimento in merito alle più recenti vicende relative alle banche popolari venete, orientativamente a far data dall’inizio della legislatura in corso”.

Sarò volutamente breve per non aggiungere km di inchiostro facilmente delebile ma per consegnarvi un “documento audio” trascritto e commentato con inchiostro simpatico che la Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, da Lei presieduta, di sicuro, dopo averlo controllato, renderà leggibile e utilizzabile a favore della ricostruzione reale di parte delle vicende in esame, cosa non sempre fatta in passato da autorità, media e, purtroppo, anche dalla precedente commissione di inchiesta sulle banche.

Il documento audio è stato, comunque, reso disponibile (a noi che ce ne siamo occupati ma, è pensabile, anche ad altri che non lo hanno… approfondito) dopo la chiusura della precedente legislatura e, quindi, dopo il lavoro delle contemporanea Commissione di inchiesta presieduta dal senatore Pier Ferdinando Casini che, quindi, non disponeva del documento oggetto di questo “contributo” anche se il suo contenuto poteva essere con limitate difficoltà ricostruito da documenti agli atti della Commissione stessa e delle autorità inquirenti.

Rimane inteso che sono disponibile a consegnarvi l’audio in oggetto, per altro da noi pubblicato e trascritto “urbi et orbi”” su ViPiù.it, già VicenzaPiu.com, e a fornirvi per iscritto o di persona ogni ulteriore chiarimento che riteneste opportuno così come ogni utile integrazione di informazioni.

Premessa

È noto a tutti, e sempre più documentato anche negli atti dei procedimenti giudiziari in corso o in istruttoria, che le vicende della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, al di là di specifiche peculiarità, sono fortemente interconnesse fra di loro per i diversi comportamenti nei loro confronti delle autorità di Vigilanza e Controllo (segnatamente Banca d’Italia, in buona misura anche Consob): se per queste una banca, quella vicentina, era “buona” l’altra, quella di Montebelluna, era “cattiva e di ciò davano conto, con le spesso se non sempre concordanti letture giornalistiche, la maggior parte dei media.

Sulla bontà mediatica di BPVi abbiamo prodotto un documento che è agli atti della Commissione regionale di inchiesta della regione Veneto sulle banche venete, da cui, unici rappresentanti dei media, siamo stati auditi il 13 aprile 2028, e che poi è stato da noi pubblicato col titolo “BPVI. Bugie Popolari Vicentine”, sottotitolo “Come la stampa vicentina ‘informò’ per anni i risparmiatori, non sciocchi creduloni ma persone che hanno deciso sulla base di fake news diffuse dalla Banca Popolare di Vicenza (BPVi) tramite l’informazione tradizionale locale, questa sì ingenua…”.

I nostri dubbi, documentati, al riguardo della bontà vicentina li avevamo manifestati in una lunghissima e pressoché solitaria serie di articoli che partono dal 13 agosto 2010 fino allo scoppio definitivo della crisi del 2015- 2016 e li abbiamo raccolti in un libro, “Vicenza. La città sbancata”, sottotitolo “Quello che dovevi sapere sulla Banca Popolare di Vicenza, noi lo abbiamo scritto. Da sempre”, che è stato utilizzato come supporto probatorio per richieste di danni in vari procedimenti da parte di soci della ex BPvi e ancora di più dai legali che hanno intrapreso per conto della BPVi, ora in Lca, l’azione di responsabilità contro il cda e altri tuttora a ruolo presso il Tribunale di Venezia (cfr. un’altra nostra pubblicazione “BPVi. Risparmiatori ingannati. L’azione di (ir)responsabilità”).

Capire le interconnessioni tra le due banche venete, ma verrebbe da dire anche quelle tra le quattro banche “risolte”, non sarà possibile nelle attuali sedi giudiziarie che giudicano le singole banche e i loro singoli e parziali comportamenti ma la Commissione d’inchiesta a cui è indirizzato questo contributo può (deve?) avere una visione molto più ampia e, me lo si lasci scrivere, meno condizionata dal “Sistema bancario e finanziario”.

Non sta a noi stabilire, tanto più in questa sede e mentre sono in corso o si istruiscono procedimenti giudiziari, se lo ha fatto per “ostacoli” frapposti dalle banche vigilate  o per propri errori, più o meno volontari o corrispondenti a disegni a noi non noti e magari giusti, ma è ormai innegabile che il “Sistema” ha influito negativamente sulle identiche sorti fallimentari delle due banche venete.

Lo ha fatto con le decisioni prese all’epoca e diverse da quelle che oggi, alla luce dei documenti agli atti, di quelli da noi esaminati e anche del documento che oggi vi sottoponiamo, cioè l’audio oggetto di questo contributo, appaiono opposte a quelle che, per salvare le banche venete, si sarebbero potute (dovute?)  prendere se solo si fossero invertiti i giudizi, come d’altronde fece nel 2014 la BCE quando, preso il posto di Banca d’Italia nel “controllo” delle maggiori banche italiane, tra cui le due venete, comunicò il 26 ottobre i risultati ufficiali del suo “stress test”.

Nonostante Veneto Banca fosse da tempo nel mirino, anche pubblico di via Nazionale con fuga di capitali e quant’altro, superò l’esame BCE “per 24 punti base – scrivemmo il 26 ottobre 2014 stesso – ma senza aver dovuto attuare misure aggiuntive rispetto a quelle con cui si era presentata agli esami.» mentre la banca di “adeguato standing”, così era allora definita la BPVi, ottenne la promozione in zona Cesarini  superando gli stress test (di 30 punti base) ma solo dopo, scrivemmo in base alle comunicazioni ufficiali, «la decisione presa dal Cda di ieri (25 ottobre, ndr) di convertire in azioni il “convertendo 2013-2018” del valore di 253 milioni», decisione presa in accordo con Banca d’Italia il giorno precedente la comunicazione ufficiale dei risultati, di cui, per inciso, pagano ancora oggi le conseguenze non solo coloro che, tutti, rimasero coinvolti nel successivo crac, non preallertato, ma in particolare e di più proprio gli allora obbligazionisti che si ritrovarono in una notte “azionisti” perdendo così anche l’attuale diritto ad essere indennizzati da obbligazionisti al 95% per sperare di incassare da azionisti, in base al FIR, solo il 30% e per giunta con una serie di vincoli.

L’audio ignorato

Il documento che vi sottoponiamo, l’audio di cui siamo venuti in possesso, noi e pensiamo altri colleghi un po’ più… riservati di noi, dopo la chiusura della precedente legislatura, potrà contribuire a mettere in luce per lo meno il “diverso” atteggiamento tenuto da Banca d’Italia nei confronti dei due Istituti, con una smaccata preferenza, poi “bocciata” dalla BCE, per l’uno, quello di Vicenza, piuttosto che per l’altro, quello di Montebelluna.

Questo atteggiamento ha portato, come già accennato, anche alla costruzione di verità mediatiche non sempre verificate in maniera indipendente e che hanno influito anche, e pesantemente, sulle sorti delle due ex Popolari venete, dipinte, in accordo agli input del Sistema, come “buona” l’una e “cattiva l’altra”, tanto che dalla “cattiva”, Veneto Banca, colpita anche da spettacolari incursioni della Guardia di Finanza, molto più discreta, invece, quando effettuò analoghe operazioni a Vicenza, fuoriuscirono “fiducia” e capitali, elementi tra loro fortemente e drammaticamente collegati.

Non stupisce, in questo quadro, che il documento audio che vi sottoponiamo, pur se, presumibilmente, arrivato in altre ben più importanti redazioni, non abbia sollevato un loro attento interesse né quando, forse, lo ricevettero direttamente né quando noi lo proponemmo per una maggiore diffusione dei suoi rilevanti contenuti a due testate nazionali, note come più attente a rendere pubblici fatti potenzialmente “scomodi” in vari ambiti tra cui quello bancario , La Verità e Il Fatto Quotidiano.

Solo quest’ultimo pubblicò, infatti e sia pure one shot, il 21 dicembre 2019 a firma Carlo Di Foggia e col titolo “Dal Veneto a Pop Bari, le fusioni ‘obbligate’ inguaiano Palazzo Koch” un lungo articolo con una sintesi del documento citando il nostro lavoro (le nostre prime pubblicazioni risalgono al 27-28 luglio 2019) dopo che dovemmo pubblicare da soli audio e trascrizione, visto che anche i colleghi di tutti i media locali veneti, tra cui Rai 3 Regione e quelli principali di Vicenza, Treviso, Padova e Venezia, neanche risposero alla nostra proposta di rendere noti, dopo averli valutati e ognuno con la propria lettura, i contenuti dell’audio.

Di Foggia scrive, tra l’altro, “Ieri (20 dicembre 2020, facendo seguito a un altro articolo del 18 dicembre, ndr)  il sito VicenzaPiù ha pubblicato la registrazione di un incontro tenutosi a febbraio 2014 nella sede di Bankitalia a Roma tra Barbagallo, Zonin e il presidente di Veneto Banca Flavio Trinca. La trascrizione dell’audio riporta Trinca che si lamenta delle pretese di Zonin. A un certo punto Barbagallo prova a rassicurarlo sul fatto che chi comanda si deciderà in un secondo tempo. Gli ricorda però che la cosa si deve decidere prima del 4 novembre 2014, perchè poi la vigilanza passerà alla Bce (“non saremo più noi a decidere…”).

Lasciamo a voi, presidente e membri della Commissione, condividere o meno con noi la delusione per il silenzio generale su un documento di cui ora vi riferiamo e che affidiamo alla vostra attenzione con una sola, fondamentale premessa.

Banca d’Italia ha sempre affermato, in documenti e in occasione delle audizioni presso la precedente Commissione di Inchiesta sulle Banche, che, una volta deciso che, delle due banche venete, era solo Veneto Banca quella su cui intervenire e da “salvare” azzerandone il Cda e affidandola alle cure di un altro Istituto, prima indicato come di “adeguato standing”, mai avrebbe indicato Banca Popolare di Vicenza come “banca aggregante”.

Lo avevano sempre affermato e più volte ribadito l’ancora attuale Governatore, Ignazio Visco, e l’allora capo della Vigilanza sul sistema bancario e finanziario, Carmelo Barbagallo, che recentemente ha “lasciato” Banca d’Italia per assumere un ruolo analogo presso l’ASIF (Autorità di Supervisione Informazione Finanziaria) della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.

Dell’indicazione “forte” di BPVi come banca a cui affidarsi c’era già traccia nel verbale del Cda di Veneto Banca del 14 gennaio 2014 quando il presidente Flavio Trinca riferisce delle riunioni a Roma del 18 e 19 dicembre 2013 con Barbagallo che lo invitava a chiedere un pronto incontro con Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza, incontro poi avvenuto (erano presenti anche Samuele Sorato per BPVi e Vincenzo Consoli per la banca trevigiana) senza esito, viste le pretese “totalitarie” e senza spazi per l’Istituto montebellunese di Gianni Zonin, se non quello di alimentare la stampa con notizie di Veneto Banca in crisi e Popolare di Vicenza in salute.

Vincenzo Consoli, ad di Veneto Banca, aveva riferito venerdì 15 dicembre 2017 alla Commissione di inchiesta sulle banche delle indicazioni stringenti di Barbagallo (a lui e a Trinca ma davanti anche al vice presidente Antiga) per una aggregazione “passiva” con BPVi in occasione della consegna della memoria ispettiva di Banca d’Italia, avvenuta il 6 novembre 2013, in cui, dopo una immediatamente precedente ispezione conclusasi con un esito sostanzialmente positivo, si intimava a Montebelluna l’azzeramento del cda e l’aggregazione con altra banca.

A quel punto Matteo Orfini, componente della Commissione, aveva prontamente chiesto un’audizione di Antiga, che non essendo indagato avrebbe potuto essere sentito come testimone

“«Vorrei sapere – dichiara Orfini e ne riferisce anche l’Huffingon Post – prima di quella data (martedì 18, giorno previsto per l’audizione di Visco, ndr) se il capo della vigilanza ha mentito quando, qui in audizione, ha negato risolutamente e sdegnosamente» che l’istituto centrale avesse indicato Vicenza come partner per l’aggregazione dell’istituto vicentino. Invece, osserva il presidente dem, già tre auditi dicono il contrario. «Oggi Consoli riferisce di una riunione con lo stesso Barbagallo e con il vicepresidente e l’ex vicepresidente Antiga, D’Agui ha detto più o meno la stessa cosa e anche lo smemorato Zonin non ha smentito»” (Al riguardo vedi l’allegato “Dichiarazioni spontanee di Zonin” pagina 36 del 2020 al Tribunale di Vicenza in cui addirittura conferma, ndr).

Dopo una serie di tentativi del presidente Casini di differire la decisione, l’audizione di Consoli venne secretata e della decisione di sentire come testimone il vicepresidente di Veneto Banca, possibile testimone diretto dei pretesi inviti di Barbagallo, rinviata a lunedì 18 nulla più si seppe.

Franco Antiga è defunto a gennaio 2020.

Ecco, quindi, e a maggior ragione l’utilità, ai fini della ricerca della verità sulle eventuali menzogne o imprecisioni di Visco e, soprattutto, di Barbagallo, dell’esame dell’audio di fatto “silenziato” dai media e ora sottoposto, grazie alla sua volontà di fare chiarezza, all’attenzione della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario che potrà disegnare un quadro più completo e di sicuro meno grigio di quello attuale , partendo da questo documento e/o incrociandolo con altre informazioni che potrà attingere magari accedendo alle secretazioni della Commissione precedente o convocando i vari protagonisti delle interazioni tra le due banche venete e di queste con Banca d’Italia.

Per non commettere errori di memoria riportiamo, quindi, pressoché integralmente (tagliamo solo passaggi con link e con note di dettaglio oggi superflue per i destinatari di questo contributo) due degli articoli da noi pubblicati dopo mesi passati

  • a verificare tecnicamente l’originalità del file audio
  • ad effettuarne la trascrizione
  • ad invitare gli interessati a commentarlo (Bankitalia confermò l’incontro ma, con alcune contraddizioni, non consentì domande a Barbagallo, Trinca confermò tutto e ci dette testualmente un giudizio negativo sull’onestà del responsabile della Vigilanza di palazzo Koch e Zonin confermò le sue frequenti amnesie mai facendoci rispondere dal suo legale contattato per un incontro o per commenti)
  • a provare a coinvolgere altri media.

1° articolo

27 – 28 luglio 2019

Barbagallo bifronte, last news: il 19 febbraio ’14 incontrò Zonin e Trinca in Bankitalia per “Veneto Banca in BPVi subito!”, in audizione negò

Banca d’Italia col governatore Ignazio Visco e, soprattutto, col capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo ha sempre negato che l’indicazione a Veneto Banca di “confluire” in BPVi andasse al di là della necessità di aggregarsi a un generico “Istituto di adeguato standing”.

Sulla base di documentazione arrivata in nostro possesso, che è una registrazione audio e che pubblicheremo integralmente…, siamo in grado di smentire questa affermazione che la stessa Commissione d’inchiesta parlamentare sulle Banche (2017 – 2018) fu vicina a verificare in occasione dell’audizione di Consoli che indicò il vice presidente Franco Antiga (“non indagato” sottolineò) come testimone del presunto diktat rivolto da Barbagallo a lui e al presidente a Montebelluna a fine 2013.

Il commissario del PD Matteo Orfini chiese l’audizione di Antiga per poi, se il vice presidente di Veneto Banca avesse confermato le affermazioni di Consoli, richiamare in Commissione Barbagallo non più come semplice “audito”, veste nella quale aveva ribadito che nessuna indicazione specifica era stata data a Montebelluna per “darsi” a Vicenza, ma come testimone sotto giuramento. La richiesta, però, finì nel nulla e nel dimenticatoio.

Ebbene siamo, intanto, in grado, dicevamo, di riferirvi che, dopo gli incontri senza esito del 27 dicembre 2013 nella tenuta di Zonin ad Aquileia  tra lui, Sorato, Trinca e Consoli e dopo la colazione da noi rivelata di gennaio 2014 “da Biasio” sui Colli Berici tra i due dg (per l’esattezza il 19 gennaio) il 19 febbraio 2014 Carmelo Barbagallo ricevette su suo invito per circa un’ora a Roma in Banca d’Italia i vertici delle due banche.

La circostanza, oltre che dalle “prova audio” verificata e in nostre mani, è confermata anche dalla lettera datata 10 aprile 2014 a firma Flavio Trinca e indirizzata al Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria avente per oggetto “Veneto Banca S.c.p.A. – ricambio degli organi societari” (di Veneto Banca, ndr) in risposta alla lettera del 25 marzo in cui quel ricambio veniva “richiesto”.

Nell’incontro romano del 19 febbraio 2014 proprio sulla questione dell’abbraccio tra Vicenza e Montebelluna Carmelo Barbagallo riceve il presidente di BPVi e non il suo dg Samuele Sorato e quello di Veneto Banca, Flavio Trinca, e non Vincenzo Consoli.

Dopo scambi di convenevoli il 19 febbraio 2014 Carmelo Barbagallo introdusse, quindi, di persona l’argomento (la ‘fusione’) e, dopo una serie di narrazioni e reciproche accuse tra i due presidenti affermò: “Non ho appreso nulla di nuovo debbo dire, nel senso che sapevo e so, sappiamo perfettamente che questa è un’operazione molto difficile… C’è qualcosa perché… può cambiare da un momento all’altro e la verità che c’è di nuovo…. l’AQR … la necessità di avere le banche forti sotto molti profili…  Le cose cambieranno drasticamente. A Francoforte si sta procedendo con passi velocissimi, con una grandissima determinazione… l’atteggiamento nei confronti dei paesi percepiti deboli non è…, diciamo, non fa presagire nulla di buono poi magari vedremo insomma…

E poi ancora Carmelo Barbagallo pressò così i due presidenti presenti: “… Fermo restando che noi sapevamo, e continuiamo ovviamente a saperlo, che dal punto di vista personale ci sono delle difficoltà, però l’invito era e rimane questo, però poi nessuno deve fare le cose per forza, l’invito era ed è quello di verificare quali siano i presupposti tecnici anzitutto…”.

Dopo una serie di altre affermazioni, di fronte all’argomentazione di Trinca che gli advisor di Veneto Banca, Goldman Sachs, avevano già iniziato il loro lavoro e alla sua domanda “possiamo noi valutare, valutare, fare delle valutazioni al di fuori di quello che poi sarà il responso dell’AQR, dott. Barbagallo?“, l’allora responsabile della Vigilanza sbottò: “presidente ma lei mi sta dicendo che da qui a novembre tutto si deve fermare perché c’è l’AQR?…. Nel senso anche il sistema, che ci saranno altre operazioni, non è che uno si ferma perché c’è l’AQR…? L’AQR…. ce l’avete voi, ce l’ha Vicenza!“.

E poi ancora: “aspettare novembre (2014, ndr) significa per noi non avere più il governo di questa cosa. Cioè io ricordo che dal 4 di novembre non saremmo più noi a decidere, la competenza passa all’SSM quindi noi saremo … in un contesto non certo migliore… ma in tutti i sensi anche nel senso di una severità che purtroppo in Europa è molto maggiore rispetto a quella che noi… è domani, domani il momento… Per me arrivare a novembre o oltre novembre è una cosa che non credo possibile.

Barbagallo, quindi, incalzò evidentemente soprattutto Trinca: “quindi  o questa cosa si fa in tempi brevi oppure se non la volete fare non la facciamo, non la si faccia e va bene così, non c’è nessun problema nel senso che poi si troveranno altre soluzioni, però ecco allora o si fa in tempi brevi o non si fa questo… se l’idea è quella di portarla alle lunghe, di arrivare oltre i risultati dell’AQR non ci siamo ma anche per un fatto, ripeto, lo sottolineo, oggettivo: cioè non saremo più noi a decidere, quindi…”.

Dopo un intervento di Zonin l’allora responsabile della Vigilanza riprese in mano le operazioni e fu ancora più secco con Trinca: “… se lei viene incontro alle raccomandazioni della Banca d’Italia in tempo infinito…  Cioè lei deve venire incontro, Veneto Banca… a Banca d’Italia, in tempo finito, in tempo preciso che è il tempo…. non in un tempo ulteriore rispetto a quello perché se no… glielo dico…“.

Non è chiaro che Barbagallo abbia spinto per la “soluzione” BPVi già da allora, circa 4 anni prima della sua audizione in Commissione in cui, concordemente con Visco, affermò deciso che Banca d’Italia non aveva mai indirizzato alcuna scelta?

Ecco allora le sue frasi finali il 19 febbraio 2014: “… guardi allora in questo veramente vorrei essere molto chiaro, ne approfitto della presenza…, noi non è che abbiamo tirato fuori come cilindro dal cappello la soluzione Vicenza perché, chissà, ci eravamo innamorati….

Eppure Barbagallo in audizione nel 2017 disse sostanzialmente: “noi abbiamo detto a Veneto Banca solo che era necessario che cercasse un Istituto di adeguato standing, senza mai dire che questo fosse BPVi!“.

Non è vero questo passaggio, cruciale nel ricostruire la storia del doppio crac delle due Popolari venete ed individuarne le responsabilità non solo a livello locale ma anche di sistema?

O il colloquio, di cui abbiamo documentata e testuale certezza che sia avvenuto, non è interpretabile nei termini che vi abbiamo riportato, per ora, con una necessaria sintesi?

A circa due anni (scrivevamo nel 2019, ndr) dalle audizioni di Visco e Barbagallo e dopo il confronto con Antiga negato a Orfini da Casini & c., è giunta l’ora che il confermato governatore e l’ex capo ella vigilanza, ora promosso, facciano completa chiarezza su questa questione fondamentale che tocca anche la loro credibilità oltre che il loro operato, che ha influito sull’evoluzione negativa della situazione delle due ex Popolari venete poi poste in liquidazione bruciando, a vantaggio di altri interlocutori, miliardi di risparmi di circa duecentomila soci ancora oggi in attesa di indennizzi e verità.

Abbiamo chiesto via Pec col dovuto anticipo, l’11 luglio scorso, ai presenti all’incontro di poterli intervistare al riguardo.

Se i legali di Trinca e Zonin non hanno ritenuto di dare un riscontro, Banca d’Italia ci ha cortesemente risposto il 16 luglio per il dr. Barbagallo che “si fa presente che, vista la necessaria riservatezza sull’argomento legata ai processi in corso, non ci è possibile accogliere la Sua richiesta”…

Ma per il corso regolare di questi processi, in cui addirittura via Nazionale si è costituita parte civile come “danneggiata”, non sarebbe indispensabile, lo chiediamo a Banca d’Italia e al Mef, districare la matassa della doppia verità di Barbagallo: quella in audizione a novembre 2017 e quella, tutta diversa, nell’incontro del 19 febbraio 2014?!

2° articolo

18 dicembre 2019

L’audio dell’incontro il 19 febbraio 2014 di Barbagallo con Zonin e Trinca in Bankitalia. Il verbale secretato dalla Commissione Banche. Le due venete insieme ora, poi decide la BCE!

Banca d’Italia con l’ancora ora governatore Ignazio Visco e con l’allora capo della Vigilanza Carmelo Barbagallo ha sempre negato che l’indicazione a Veneto Banca di “confluire” in BPVi andasse al di là della necessità di aggregarsi a un generico “Istituto di adeguato standing”.

In tarda primavera arrivò anonimamente in nostro possesso una registrazione audio, riferita al 19 febbraio 2014, che abbiamo, prima, vagliato tecnicamente, e poi proposto di condividere, invano, a testate nazionali, quelle almeno apparentemente più agguerrite, e poi anche a media regionali e locali.

Il 27 luglio con successivi completamenti pubblicammo alcuni stralci della nostra trascrizione dell’audio mettendo in discussione, se non smentendo, l’affermazione di estraneità di Bankitalia rispetto all’ipotesi di  fusione/incorporazione di Treviso con Vicenza, ipotesi che non è al centro della nostra discussione, che riguarda solo la credibilità o meno di dichiarazioni fatte dai vertici di Palazzo Koch.

La stessa Commissione d’inchiesta parlamentare sulle Banche (2017 – 2018) fu vicina a verificare, ma non lo fece, le contraddizioni di Visco e Barbagallo in occasione dell’audizione di Consoli che indicò il vicepresidente Franco Antiga (“non indagato” sottolineò) come testimone del presunto diktat rivolto da Barbagallo a lui e al presidente Flavio Trinca già a fine 2013 a Montebelluna.

Dopo gli incontri senza esito del 27 dicembre 2013 nella tenuta di Zonin ad Aquileia  tra lui, Sorato, Trinca e Consoli e dopo la colazione da noi rivelata di gennaio 2014 “da Biasio” sui Colli Berici tra i due dg (per l’esattezza il 19 gennaio) il 19 febbraio 2014 Carmelo Barbagallo ricevette, quindi, su suo invito per circa un’ora a Roma in Banca d’Italia i presidenti delle due banche, Gianni Zonin e Flavio Trinca.

La circostanza ci fu confermata da Bankitalia stessa nella corrispondenza scambiata via mail dopo essere entrati in possesso dell’audio, su cui chiedevamo, invano, un confronto, e telefonicamente dall’ex presidente di Veneto Banca, che ci invitava a scrivere quanto a noi noto esprimendo anche valutazioni “secche” sull’ex capo della vigilanza, mentre Zonin, contattato per il tramite del suo legale Enrico Ambrosetti, mai ci ha risposto.

Palazzo Koch ci ha anche dichiarato che il verbale dell’incontro sarebbe stato consegnato da Barbagallo in occasione della sua audizione presso la Commissione di inchiesta sulle banche, presieduta dall’on. Casini, e secretato invece di essere reso disponibile alle centinaia di migliaia di soci azzerati dal crac della due Popolari venete a cui non sono estranee le azioni compiute dalla banca centrale italiana.

Riteniamo, quindi, opportuno oltre che necessario mettere a disposizione di tutti i lettori, senza ulteriori dettagli e commenti che ci riserviamo per nuovi articoli, la trascrizione completa dell’audio.

La circostanza dell’attivismo di via Nazionale sulla fusione/incorporazione delle due ex Popolari venete, oltre che dalla “prova audio”, è confermata anche dalla lettera datata 10 aprile 2014 a firma Flavio Trinca e indirizzata al Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria avente per oggetto “Veneto Banca S.c.p.A. – ricambio degli organi societari” (di Veneto Banca, ndr) in risposta alla lettera del 25 marzo in cui quel ricambio veniva “richiesto”.

Nell’incontro romano del 19 febbraio 2014 proprio sulla questione dell’abbraccio tra Vicenza e Montebelluna Carmelo Barbagallo riceve il presidente di BPVi e non il suo dg Samuele Sorato e quello di Veneto Banca, Flavio Trinca, e non Vincenzo Consoli.

Riteniamo opportuno oltre che necessario mettere a disposizione dei lettori, senza ulteriori dettagli e commenti che ci riserviamo per nuovi articoli, la registrazione in nostro possesso (manca solo una lunga parte iniziale in cui i due presidenti, prima che arrivasse Barbagallo, parlavano soprattutto dei tesori d’arte acquisiti per le loro sedi).

Sperando che i media, peraltro molto mal giudicati da Barbagallo e Zonin nell’incontro del 19 febbraio 2014, non rimangano più disattenti dopo gli stralci fondamentali già da noi pubblicati quasi quattro mesi fa e si smuovano almeno ora anche sull’onda del caso della Banca Popolare di Bari visto che l’audio contribuisce a ricostruire un passaggio fondamentale per capire il doppio e ben diverso crac delle due venete.

La trascrizione del colloquio è stata da noi effettuata senza alcun crisma di ufficialità che non sia nel confronto con l’audio proposto in copertina

Trascrizione registrazione incontro Barbagallo – Trinca – Zonin

Del 19 febbraio 2014 a Roma

z: Zonin

t: Trinca

b: Barbagallo

Parti non chiare o non intellegibili con sufficienza sicurezza sono sostituita da “…” così come non abbiamo inserito una puntuale punteggiatura per non influenza chi legge, visto che l’oggettività è solo nell’audio per le parti più certe.

b: bene veniamo a noi. La riunione spero almeno sarà “…” le posizioni di entrambi credo che sia noto ad entrambi che dal nostro punto di vista la soluzione che noi… riteniamo anche che una qualsiasi soluzione debba comunque essere votata quindi debbano esserci le condizioni perché entrambe le parti possano votarla e sotto questo profilo credo il lavoro da fare sia molto. Chiaramente serve prima di arrivare a questo ci sia…

t: parlo io visto che il Presidente Zonin ha parlato tanto “…” fino adesso sui giornali e forse è opportuno che parli io magari non sui giornali ma diciamo che siamo partiti dal 27 di dicembre (2013) in cui noi abbiamo avuto una doccia fredda perché le dichiarazioni del presidente Zonin sono state non entusiasmanti ma neppure ci hanno dato un là per poter considerare la cosa, perché il presidente Zonin ha detto a me hanno detto che devo fare questa operazione io la faccio però voglio la garanzia di avere la governance tutta mia. Richiesta che secondo me poi non so altri, secondo me non aveva senso comunque questo era “…” per cui è evidente che noi questa condizione siamo partiti immediatamente “…” siamo partiti invece con tutte le considerazioni e con tutte le indicazioni che Banca d’Italia ci ha dato per arrivare ad una situazione ad una soluzione in modo che la banca potesse andare avanti. Questo è, questa è la premessa che io voglio fare. Poi è evidente che con gli articoli dei giornali di questi periodi di questi giorni e soprattutto degli ultimi 10/15 giorni se poteva essere considerata la cosa anche da parte di tutti gli stakeholders perché abbiamo il personale, abbiamo i soci quindi abbiamo la responsabilità di mantenere la fiducia che questi soci ci hanno dato è evidente che è diventata ancora più difficile perché non è possibile dichiarare cose e poi smentirle e poi la situazione non ci avete “…” almeno personalmente poi sa non sono il solo io ho un consiglio di amministrazione però personalmente non ci ha aiutato a non ha aiutato me a fare delle considerazioni positive ora è evidente se come si era detto ultimamente se le condizioni per una fusione possono essere considerate alla pari, alla pari che cosa vuol dire alla pari. Alla pari cosa vuol dire, a parte la governance, che la dichiarano e la nominano i soci e non noi consiglieri o presidenti ma le condizioni di parità sulla base anche delle situazioni effettive e “…” qualitative “…” con tutti i parametri che devono essere

z: premetto che io sono stato 20 giorni e in questi 20 giorni non ho parlato forse il presidente Trinca confonde l’interpretazione dei giornalisti “…” siamo abituati oramai ai discorsi dei giornali che confondono le dichiarazioni delle persone “…” allora io ho fatto una sola dichiarazione che è esattamente questa che sono favorevole a una eventuale fusione della Veneto banca a precise condizioni e lei sa quali sono. Allora questa è stata l’unica dichiarazione che io ho fatto “…” poi “…”  al Forex io non c’ero perché ero “…” il mio direttore generale ha fatto una dichiarazione di apertura e ha detto che secondo lui è un buon progetto porta un tema caldo sul territorio uno può dire di si può dire di no “…” queste sono le due dichiarazioni uniche che abbiamo fatto. Ora ieri sono stato bombardato da  perché abbiamo annunciato un aumento di capitale  “…” ehh allora sfido chiunque mi dica su che cosa “…” che dichiarazioni che ho fatto “…”  è chiaro che non abbiamo mai avuto nessun incontro salvo un breve e fugace incontro di cui “…” perché volevo dire le bugie hanno le gambe corte ehh circa due mesi fa ho detto che è quello che abbiamo avuto poi a Cà Vescovo. Siamo andati in F riuli per non farci vedere “…” io ho fatto 400 km quel giorno “…” li hanno fatti anche loro “…” e ho detto che noi stavamo esaminando più dossier in modo particolare un dossier su Veneto Banca “…” ci sono anche altre situazioni più piccole che stiamo guardando però non abbiamo deciso niente non abbiamo fatto niente sono le uniche dichiarazioni che abbiamo fatto una di apertura del nostro direttore generale che ha dato una dichiarazione che parlava del territorio introducendo soltanto “…” poi le mie opinioni “…”  io sono a disposizione adesso se poi i giornalisti ci ricamano, fanno i titoli, fanno le cose che nessuno ha mai detto ma dicono che cosa serve il miliardo “…” serve per fare acquisizioni, non può essere vero e non è vero anche perché non lo impegneremo in quella direzione ma voglio dire noi non c’entriamo assolutamente niente allora questa è la dichiarazione di oggi pomeriggio dell’amministratore delegato del presidente Trinca

t : così mi informi anche perché non so niente

z: allora, poi lascio a lei i commenti “…”. Avevo promesso che non sarei più intervenuto perché la Popolare di Vicenza io non parlo più e lo faccio obtorto collo. Ribadisco quanto dichiarato dal presidente Trinca

t : a suo tempo sì..

z: no qui è scritto “…” ribadisco quanto dichiarato a suo tempo dal presidente Trinca

t: ma io non ho parlato con nessuno, io

z: “…” mandato a tutti i dipendenti della Veneto Banca ‘l’operazione con la Popolare di Vicenza è sbagliata sotto il profilo industriale e incoerente con l’interesse dei soci, di tutti i colleghi e del territorio. Questa è la nostra linea oggi e sarà la nostra linea domani’ 

t: non sapevo niente

z: ricordo che la banca ha un patrimonio, una liquidità e una redditività adeguata “…” sono i dati su Internet me li hanno mandati adesso questa è la prima. Poi ne ha fatta un’altra questa a tutti i dipendenti. Questa è una cosa che io reputo anche grave e che mi convince che forse l’interesse di continuare “…” no questa prima adesso parlo della seconda “…” ‘gli aumenti di capitale non nascono per permettere fusioni e possono celare necessità di rafforzamento patrimoniale notevolmente superiori a quanto viene dichiarato a gran voce’. il governatore “…” semplicemente abbiamo queste dichiarazioni sono molto o siamo alla frutta, è un pensiero, e quindi quando si è alla frutta le persone, diciamo che non hanno più il controllo, oppure “…” molto pesanti “…” che abbiamo necessità “…”  notevolmente superiori i dati a quanto viene dichiarato no. Allora. O lui è una persona che “…”

t: ma io non valuterei nessuna persona e nessuna personalità in questo momento anche perché anche perché queste dichiarazioni provengono da quelle precedenti fatte da voi c’è poco da fare

z: dopo magari parli tu

t: prego prego, parlo mai “…” io

z: ‘questa è la nostra linea oggi sarà la nostra linea domani ricordo alla banca che ha patrimonio, liquidità e redditività adeguate e ribadisco quanto dichiarato dal presidente Trinca l’operazione con la Popolare di Vicenza è sbagliata sotto il profilo industriale e incoerente con l’interesse dei soci, di tutti i colleghi e del territorio’. Allora questo è quello che ha dichiarato l’amministratore delegato.

t: certo e io dico finalmente si è posto nella mia posizione. Questa è sempre stata la mia posizione fin dall’inizio. Io non faccio dichiarazioni non faccio nessuna dichiarazione. Però la determinazione ce l’ho. Questo è il discorso. Poi ti dico una cosa e non te la dico più perché si deve fare chiacchere che sono possono essere “…” scusa il termine. Il tuo amministratore il tuo direttore generale mi ha chiamato in disparte e mi ha detto non ti preoccupare che non che ti facciamo azioni di responsabilità. Questo ha detto il tuo direttore generale, a me e anche all’amministratore delegato “…”

z: …vedi “…” mi scusi direttore. 

b: prego

z: se tu vieni da me e mi dici guarda Gianni io ritengo che sia sbagliata la cosa io primo non mi arrabbio, non mi offendo.

t:  neanch’io non mi arrabbio

z: lo sappiamo in due “…” e non è successo assolutamente niente, non è successo niente.  ma quando uno lo manda e lo dichiara a tutti i giornali la manda via email e manda una mail e dichiara quello che ha dichiarato allora non è più “…” voglio dire, oggi alle generali stanno discutendo “…” allora uno non so può fare anche o può commettere degli errori in buona fede tutto quanto, uno dice guarda forse è per dire guarda noi non ti preoccupare se c’è anche qualche cosa che fosse stato un errore “…” da noi a voi “…” secondo me è una cortesia per dire se  voi siete di questa idea guarda che noi abbiamo anche questo sentimento, secondo me va apprezzato ma se dice una cosa così e la dice a 50 giornalisti io troverei che è un fatto gravissimo e riprenderei il mio direttore generale ma non lo riprenderei direi guardi deve imparare a fare la comunicazione “…” io l’ho imparato adesso “…” queste qua sono cose che sono  “…” dappertutto io sto facendo un aumento di capitale e quando vengono fatte queste dichiarazioni da una banca concorrente devo confessare“…”  allora tanto è vero che è già partito per l’avvocato per esaminare “…”) se questo vi sembra il modo di sedersi a un tavolo con queste dichiarazioni nei confronti del mio istituto guardi noi ci siamo parlati a suo tempo non è stata un’iniziativa mia. Il presidente Trinca mi ha chiamato per un incontro, per non farci vedere, per fare la massima riservatezza siamo andati “…”  ho fatto una sola dichiarazione, una, una sola dichiarazione poi su questa dichiarazione ci hanno ricamato tutti quanti. Allora vedono un aumento vedono “…” ma le dichiarazioni che ho fatto non esistono. E il mio direttore ha fatto una dichiarazione corretta onesta che condivido e non ha offeso nessuno anzi, anzi “…” poi

t: ma scusa un attimo. Uno che ti fa una dichiarazione del genere è chiaro che pensa che ci sia qualcosa che non funziona o che ci siano delle scorrettezze, permetterai secondo me è così comunque per l’amor….

z:  “…” quindi non ha offeso nessuno “…”

t:  va ben

z:  “…” se mai se c’è una cosa è con un rapporto amichevole non è con un rapporto

b: comunque “…” niente “…” non ho appreso nulla di nuovo debbo dire nel senso che sapevo e so sappiamo perfettamente che questa è un’operazione molto difficile doveva “…” fare un passo indietro per dire perché noi abbiamo immaginato “…”  perché vi assomigliate molto no e questo credo che insomma sia del tutto evidente. Assomigliate su certi aspetti fondamentali, banche non quotate, con valori molti simili, eccetera eccetera siete sullo stesso territorio e di dimensioni piuttosto simili e per cui uno dice ma cosa c’è di nuovo rispetto a “…” c’è qualcosa perché “…” può cambiare da un momento all’altro o e la verità che c’è di nuovo “…” L’Aqr “…” la necessità di avere le banche forti sotto molti profili, il profilo patrimoniale è un profilo ma non è l’unico profilo serve diciamo un management di elevato livello serve “…”  la governance di elevato livello la capacità di dialogare con l’Europa, la capacità anche di competere sui mercati internazionali, perché è evidente che nel momento in cui si passa alla Banking union il mercato si apre, sarà “…” sarà dopodomani ma certamente si apre quando sarà, quando si aprirà questo lo vedremo però certamente da novembre di quest’anno non diciamo “…”  le cose cambieranno drasticamente. A Francoforte si sta procedendo con passi velocissimi, con una grandissima determinazione, questo ve lo posso testimoniare ho partecipato alle prime due riunioni del Supervisory board la determinazione è “…” l’atteggiamento nei confronti dei paesi percepiti deboli non è diciamo, non fa presagire nulla di buono poi magari vedremo insomma ma chiaramente diciamo noi assistiamo a una governance europea che ha certe caratteristiche “…” blocco tedesco-francese, e dall’altra parte “…” non conterebbero niente perché stiamo parlando “…” 400.000 anime “…” piuttosto che Cipro che ha i suoi problemi, piuttosto che la Lettonia, l’Estonia eccetera eccetera la Slovenia e che però diciamo pure questi che non conterebbero mai nulla diciamo in una situazione completamente diversa  finiscono per contare, qualcuno diciamo fa anche le sue alleanze “…” in particolare ma anche “…”  e  quant’altro. In una situazione di questo tipo noi dobbiamo essere no forti di più fortissimi. Fortissimi dal punto di vista patrimoniale, fortissimi come struttura di governo, fortissimi come diciamo qualità dei dirigenti e fortissimi sul territorio. e per questo che un’operazione di questo tipo che è sulla carta diciamo “…” quei presupposti che dicevo prima si pone quasi in“…”. Fermo restando che noi sapevamo e continuiamo ovviamente a saperlo che dal punto di vista personale ci sono delle difficoltà, però con l’invito, era, che rimane questo, però poi nessuno deve fare le cose per forza. L’invito era ed è quello di verificare quali siano i presupposti tecnici anzitutto “…” cioè facciamo una due diligence andiamo a verificare quali sono i valori della “…” quello finale “…” affrontando, come dire, un problema alla volta “…” le situazioni tecniche delle due banche chiaramente date in mano a esperti che siano in grado di valutare con la dovuta modalità e professionalità “…” andando avanti per verificare quali possano essere le soluzioni, poi ovviamente Banca d’Italia sarà solo spettatrice noi vorremmo avremmo voluto e vorremmo ancora essere garanti di un, di una  vostra  azione fair al di là appunto delle dichiarazioni, di una  valutazione tecnica e  i problemi di governance si vedrà “…” però ecco non parti “…” 

t: proprio per darle atto, per darle atto, noi abbiamo incaricato Goldman Sachs di fare due analisi,: un’analisi di ricerca nel mercato bancario di un eventuale partner, una seconda di valutare e la prima l’incarico che abbiamo dato come prima analisi del secondo di valutare la possibilità di fare delle aggregazioni e come primo mandato abbiamo detto proprio andate che andate ad effettuare sta analisi da Popolare di Vicenza e quindi verranno cioè “…” non “…” dott. Barbagallo, scusami, dott. Barbagallo, noi non ci siamo bloccati abbiamo fatto quello che voi ci avevate detto

b: no questo d’accordo dico, lo trovo, mi consenta “…”. cioè o meglio mi sembra qua ci sia come dire lei dice è quasi un atto dovuto ce lo avete chiesto lo facciamo, lo facciamo

t: ma non è vero, perché bastava che, bastava che non si andasse nei giornali, questo “…”noi abbiamo

b: no però “…”

t: i nostri soci si stanno preoccupando notevolmente

b: guardi, io

t: io ho la responsabilità

b: sui giornali

t: di salvaguardare l’interesse dei soci bon “…”

b: “…” dicono di tutto e di più è capitato recentemente sono stato in Veneto Banca per la consegna di un rapporto ispettivo. C’era un nugolo di giornalisti che mi hanno chiesto ma come è andata come è andata. Ma come è andata “…” Dopo di che hanno scritto che Veneto Banca era “…”

t: si io non parlo mai con i giornalisti, io non parlo mai con i giornalisti

b: roba da matti

t: non parlo mai, ho richiamato anche il mio amministratore delegato e ho detto faccia la cortesia lasci perdere “…” nooo

b: “…” ok perfetto capisco però “…” ci sono diciamo delle “…” come dire insomma questo però “…” il punto qui è c’è un’occasione io credo importante per “…” non per le persone per il territorio, per il paese per si pone in questo momento non credo si porrà più così non lo so se si porrà può darsi che probabilmente non si porrà allora perché non coglierla lavorando passo passo e quindi cominciando con appunto una valutazione dei fondamentali de “… può dire vabbè questa è una banca che è ottima dal punto reddituale “…” per carità sarà così  “…” questa valutazione da una parte e dall’altra evidentemente no dopo di che si vedranno i problemi uno alla volta e magari li  affrontiamo diciamo in un triangolo nel senso che noi saremo diciamo presenti se riterrete diciamo a fare queste valutazioni insieme se lo riterrete non fermerei questa cosa salvo che poi non mi diciate che è proprio impossibile “…” adesso qui tutte le affermazioni tutti i problemi di cui vi ho parlato sono veri e rimmarranno però in questo momento proverei a “…” per vedere se c’è una fattibilità tecnica

t: Goldman Sachs sta ancora lavorando, domani noi abbiamo un consiglio ci sarà la prima relazione poi procederà su questo punto del piano per andare a verificare nelle banche e nelle realtà che loro ritengono che siano possibili per un una nostra aggregazione andranno a verificare le possibilità o l’eventuale disponibilità che ci sono io

b: devo dire che i tempi sono importanti “…”

t: beh è chiaro che comunque che comunque dobbiamo è chiaro che comunque dobbiamo attendere l’Aqr perché prima prima

b: l’Aqr  “…” a novembre

t: ma e possiamo noi valutare valutare fare delle valutazioni al di fuori di quello che poi sarà il responso dell’Aqr dott. Barbagallo?

b: presidente ma lei mi sta dicendo che da qui a novembre tutto si deve fermare perché c’è l’Aqr

t: non è che si fermi

b: nel senso anche il sistema che ci saranno altre operazioni non è che uno si ferma perché c’è l’Aqr “…” L’aqr “…” ce l’avete voi ce l’ha Vicenza

t: certo

b: quindi non è che ce l’ha solo una parte per cui non so “…”  presidente se l’avessero solo loro io potrei anche capire ma in realtà ce l’avete entrambi siete più o meno simili dal punto di vista quantitativo dal punto di vista qualitativo si vedrà però “…” no e in ogni caso una due diligence può fare queste valutazioni no sul piano di parità ove mai ci fosse uno svantaggio sarebbe uno svantaggio per entrambi se fosse se venisse da metodologie “…” però nel senso che fatta bene la due diligence  vi mette assolutamente sullo stesso piano perché bisogna perché aspettare novembre significa per noi non avere più il governo di questa cosa cioè io ricordo che dal 4 di novembre non saremmo più noi a decidere la competenza passa all’SSM quindi noi saremo uno “…” In un contesto non certo migliore “…”ma in tutti i sensi anche nel senso di una severità che purtroppo in Europa è molto maggiore rispetto a quella che noi “…” perché si sentono ragionamenti assurdi del tipo perché  uno va sotto “…” non riesce a “…”  fuori mercato “…” cioè discorsi  del tipo “…” sono cose assurde che noi non concepiamo e non concepiremo mai però torno a dire è domani domani il momento “…”per me arrivare a novembre o oltre novembre è una cosa che non credo possibile. Il ragionamento di guardare all’Aqr non mi convince perché “…” l’Aqr ce l’avete voi ce l’ha Vicenza   quindi o  questa cosa si fa in tempi brevi oppure se non la volete fare non la facciamo non la si faccia e va bene così non c’è nessun problema nel senso che poi si troveranno altre soluzioni però ecco allora o si fa in tempi brevi o non si fa questo “…” se l’idea è quella di portarla alle lunghe di arrivare oltre i risultati dell’Aqr, non ci siamo ma anche per un fatto ripeto lo sottolineo oggettivo cioè non saremo più noi a decidere, quindi

t:  domani lo porterò in consiglio in consiglio e vediamo che cosa decidiamo

b: bene

z:  “…” è il comportamento di certe persone che oltre che maleducato è anche scorretto quindi mi trovo a disagio perché lei lo sa cosa ho sempre detto lo sa “…” le riconfermo che ho fatto una sola dichiarazione  che è quella che a certe condizioni siamo disponibili a fare questa operazione. E lei sa quali sono le condizioni. Il mio direttore ha confermato quello che pensa la Banca d’Italia ha detto che è un buon progetto “…”  ha detto ha sentito cosa ha dichiarato e come hanno dichiarato ogni giorno se vuole glieli ho lasciati giù in macchina“…”

t: anch’io li ho lasciati i tuoi giù in macchina

z: ecco e allora che mi prendono virgolettato quello che ho detto virgolettato “…” i giornalisti chi se ne importa allora i giornalisti servono per fare confusione, devono vendere i giornali e hanno la loro “…” Allora quando uno fa dichiarazioni virgolettate e le fa scorrette allora deve assumersi le sue responsabilità se sono interpretazioni dei giornali ma chi se ne importa anzi fanno pubblicità anche qualche volta sotto certi aspetti è venuto fuori di tutto ieri con l’aumento di capitale “…” bisogna riderci sopra poi fare anche la battuta scherzosa eccetera il mio direttore ha fatto una dichiarazione che è quella che conosce che è una dichiarazione  seria corretta in linea con i pensieri dell’azienda Io ho fatto una “…” vedi è importante come la penso io non cambio idea

b: no d’accordo, adesso però

z:  il problema è un altro e l’avevo previsto

b:  giusto “…”, io avete visto ho cercato di lasciare da parte questi aspetti perché io ragiono “…” no, no “…”non voglio sottovalutare l’importanza

z:  fa dichiarazioni no ma non è quello “…”

b:  no,no ma

z: e che io sono “…”

b: no lo capisco “…” però io non è che voglio trascurare l’importanza “…” di certe affermazioni piuttosto che di altre come anche sono ovviamente consapevole come dicevo prima del fatto che i giornalisti “…” dicevo semplicemente come noi guardiamo all’oggettività guardiamo alle aziende guardiamo “…” guardiamo alle banche guardiamo ai territori, guardiamo al Paese come Banca d’Italia no le persone passano le imprese restano e l’interesse del Paese è qualcosa di più importante delle singole persone per questo io dico no che ci sfugga le caratteristiche delle persone, le  dichiarazioni la loro rilevanza la loro valenza non ci sfugge ovviamente “…” questo saremmo fuori dal mondo  ma volevamo tirare fuori questo questo questa parte “…” per capire invece se ci sono ragionamenti che si possono fare su un piano più oggettivo dove si vanno a contrapporre interessi “…”

t: questa è la cosa fondamentale

b: “…” dopo di che poi ovviamente la governance bisognerà dargliela però è un qualcosa che ragionerò  non che poi se non si ha un accordo sulla governance si fa “…” perchè poi alla fine “…” Banca d’Italia sulla base delle informazioni che la Banca d’Italia ha magari  “…” però “…” effettivamente la Banca d’Italia, la Banca d’Italia ha il dovere di farsi valere non è che può “…” evidentemente quindi con questa premessa ovviamente l’idea era andiamo avanti e vediamo mettendo il discorso della governance “…” ma non per “…” semplicemente perché se partiamo dalla governance non andiamo da nessuna parte se andiamo a vedere “…” gli interessi dei soci da una parte e dall’altra “…” dopo si vede se è possibile un accordo sulla governance, se non è possibile si vedrà. Questo era il percorso che io diciamo vedevo dopodiché mi pare di capire che lei (si riferisce a Trinca, ndr) porrà questo tema?

t: come no

b: all’attenzione del consiglio di amministrazione io mi fermerei

t: noi non siamo venuti meno alla raccomandazione di Banca d’Italia, questo glielo assicuro io

b: però guardi che i tempi cioè se lei scusi adesso non voglio fare però io vorrei dirle se lei viene incontro alle raccomandazioni della Banca d’Italia in tempo infinito cioè lei deve venire incontro Veneto Banca “…” a Banca d’Italia in tempo finito, in tempo preciso che è il tempo “…” non in un tempo ulteriore rispetto a quello perché se no “…” glielo dico “…” ovviamente perché è ovvio

t: capisco capisco

b: tutto quà devo dire poi potete dire di sì potete dire di no potete trovare ancora altre soluzioni “…” non è che guardi allora in questo veramente vorrei essere molto chiaro ne approfitto della presenza “…” noi non è che abbiamo tirato fuori come cilindro dal cappello la soluzione Vicenza perché chissà ci eravamo innamorati “…”. considera“…” considerato questa cosa come eccezionale  è semplicemente perché le considerazioni “…” vi assomigliate così tanto ed è così difficile combinare le vostre aziende  con altre per ovvie considerazioni perché le altre son quotate perché hanno valori molto più bassi perché sono in una situazione diversa perché alcune sono Spa che non c’erano obiettivamente tante altre su questo “…” non è che c’è una preferenza “…” semplicemente che era ed è un matrimonio che sembra abbastanza ovvio e logico “…” risolvere sulla base delle informazioni che noi abbiamo acquisito di cui poi dobbiamo tener conto “…” le cose “…”dovessimo far diversamente non potremmo, questo deve essere chiaro detto tutto questo fate le vostre valutazioni lei (riferito a Trinca, ndr) cortesemente porti questo elemento del tempo riprendendolo da quello che ci siamo“…”

t: si si

b: va bene

t: “…” valuta te meglio le cose “…” molto più obiettivamente “…” (Trinca sicuramente rivolto a Zonin).

(Non) conclusioni

Nel concludere queste note, che abbiamo voluto concentrare non su opinabili considerazioni generali ma su un fatto concreto ma secondo noi fondamentale per capire meglio e da una visuale non condizionata quanto è avvenuto in Veneto alle sue banche,

  • non traiamo altre conclusioni oltre quelle evidenti nel documento stesso
  • rileviamo l’esistenza agli atti del Processo BPVi in corso di un documento di Banca d’Italia “Appunto di Stefano De Polis per Carmelo Barbagallo, 24-2-2014” steso e firmato dal vice capo dipartimento della Vigilanza, Stefano De Polis, che relaziona dell’incontro di cui all’audio dandosi per presente allo stesso, cosa che non appare dalla registrazione completa in cui non si rilevano altre voci se non quelle di Barbagallo, Zonin e Trinca. Oltre alla prova audio potrebbero confermare la presenza o l’assenza del vice capo dipartimento il dr. Barbagallo e il dr. Trinca, persone non indagate ad oggi a differenza di Zonin. Se fosse confermata l’assenza dell’estensore del documento, che dovrebbe essere agli atti della Commissione di inchiesta precedente, come fatto intendere dal dr. Trequattrini, che nel suo scambio di mail con chi scrive riferisce di un verbale Bankitalia agli atti della Commissione e secretato, sarà la Commissione in indirizzo di questo contributo a fare lòe relative considerazionio
  • contiamo che la Commissione possa prenderne spunto da tutto quanto sopra per andare oltre dove noi siamo arrivati
  • ci rendiamo fin d’ora disponibili ad ogni altro ulteriore nostro supporto, magari anche attingendo al nostro archivio, che scopriamo pieno di sorprese anche per noi. Vi inoltriamo, ad esempio, altresì la lettera indirizzata dalla BCE il 9 dicembre 2015, a firma Daniele Nouy (Presidente del Consiglio di vigilanza) al Consiglio di Amministrazione di Veneto Banca S.c.p.a. Come si legge chiaramente, Bce di fatto impone alla Banca l’attuazione del progetto “Serenissima” (trasformazione in S.p.A, aumento di capitale e quotazione) superando di fatto le competenze  dell’assemblea dei soci e dei consiglieri ai quali lascia soltanto le responsabilità delle decisioni imposte. Bce non tiene in alcun conto che per la trasformazione in S.p.A i termini sarebbero scaduti solo a fine 2017 e soprattutto che la quotazione in borsa in un momento di forte disagio della banca (ricordiamo che nel febbraio 2015 Veneto Banca era stata oggetto di una spettacolare perquisizione della Guardia di Finanza) non avrebbe potuto avere un esito diverso da quello verificatosi.
  • ringraziamo per l’attenzione concessa al nostro lavoro.

Ing. Giovanni Coviello

Direttore responsabile di ViPiù.it, già VicenzaPiu.com

Allegati

Dichiarazioni spontanee Gianni Zonin al processo BPVi di giugno 2020

Lettera a Veneto Banca del 9-12-2015 da BCE Nouy su Assemblea 2015

Appunto di Stefano De Polis per Carmelo Barbagallo, 24-2-2014

A disposizione

Audio di cui al presente “contributo”

Libri citati

Giovanni Coviello

Vicenza, 12 gennaio 2021


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