Rassegna stampa di VicenzaPiù: un occhio in.. più

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Per tagliare un po’ l’aria… 

Vignetta di Altan sull'Espresso (5 luglio 2020)
Vignetta di Altan sull’Espresso (5 luglio 2020)

Esteri – Oggi, domenica 5 luglio 2020, le rubriche di cronaca internazionale aprono sugli Usa, sotto la lente d’ingrandimento di tutto il mondo per varie ragioni. Quelle più vicine: ieri l’America festeggiava l’Indipendenza del 1776; ma oggi è anche in piena campagna elettorale per le presidenziali di novembre e in piena crisi Covid. E queste ultime due ragioni di attenzione sono strettamente collegate. La gestione della crisi avrà infatti un effetto determinante sulla riconferma o meno di Trump, ma per il momento il favorito è il democratico Joe Biden. “Sleepy Joe” per il suo rivale, ovvero “Joe l’assonnato”.

L’Espresso di oggi dedica un articolo alla contea di Kent, in Michigan, area indicativa per capire le sorti del voto a novembre. A pagina 57 troviamo il titolo: “La contea di Kent ha sempre votato repubblicano. Ora cambia idea. E così molti altri luoghi che sono stati decisivi nelle elezioni del 2016”. Più sotto scrive: “L’importanza di questa contea è duplice. Perché è l’unica tra le dieci decisive del Michigan conquistate da Trump nel 2016 che dal 1964 ha sempre votato per il candidato repubblicano. (…) Oggi le cose per il presidente in carica vanno decisamente peggio. Già nel 2018, alle elezioni del Mid Term, i democratici avevano ribaltato il gap storico nei confronti dei repubblicani eleggendo una loro governatrice. (…) Altro segnale, lo scorso anno, quando il deputato conservatore Justin Amash, che rappresenta la contea al Congresso Usa, ha lasciato il partito repubblicano per diventare indipendente”.

 

Locale – In Veneto invece continua a far discutere il caso del dirigente vicentino e i 4 dipendenti dell’azienda Laserjet di Cagnano di Pojana che hanno riacceso un focolaio nella Regione. Nei giorni scorsi, nonostante i sintomi che si aggravavano, il manager ha comunque continuato la sua vita sociale tra feste private e cene, rifiutando anche il ricovero dopo la scoperta dell’infezione. Ora più di 100 persone entrate in contatto con lui e gli altri dipendenti dell’azienda sono in isolamento. Il Corriere del Veneto titola in prima pagina: “La famiglia scarica il paziente zero. Il fratello del manager: «in Serbia non è andato per lavoro». Il figlio: «mio padre ha sbagliato»”. Intanto Zaia nel punto stampa di ieri ha fatto sapere che l’Usl ha denunciato l’imprenditore vicentino e l’operaio che ha contagiato il manager durante il viaggio in Serbia è deceduto; notizia ripresa dal Mattino di Padova, dal Giornale di Vicenza e molti altri quotidiani nazionali. Sempre il Corriere del Veneto scrive: “Domani ordinanza di Zaia sull’inasprimento delle multe per chi vìola la quarantena e Tso agli nfetti contrari al ricovero”.

Cambiando argomento, alla corsa per la presidenza della Regione Veneto si è aggiunta ieri Daniela Sbrollini, pugliese ma trasferita dopo la maturità a Vicenza, dove inizia il suo percorso in politica prima coi DS, poi col Pd e confluita nel 2019 in Italia Viva di Renzi. Il Giornale di Vicenza titola: “Sbrollini sfida Zaia”, spiegando: “Da oggi la sua candidatura a presidente della Regione sarà ufficiale. Ha scelto il 4 luglio Daniela Sbrollini, senatrice, donna forte prima del Partito democratico e poi di Italia Viva, per dare il la a questa avventura. E la data, che è quella della festa dell’indipendenza a stelle e strisce, spera sia ben augurante: «Perché per il Veneto mi auguro una nuova fase, l’avvio di un percorso di indipendenza, di rottura dei vecchi schemi, alternativo ai due conservatorismi che da 25 anni abitano in questa Regione, quello della Lega e quello del centrosinistra. In questo senso credo che il voto utile alle prossime regionali sia quello per Italia Viva»”. Anche Repubblica dedica un articolo alla discesa in campo: “In Veneto come in Puglia «Da renziana corro contro Zaia e questo Pd conservatore»”.

 

Economia – Il Sole 24 Ore apre in prima pagina: “Bonomi: «Non ci dicono la verità»”. “«Siamo in un Paese dove la realtà non viene raccontata – continua il quotidiano – . Nessuno ha l’interesse, il coraggio, la volontà di dire qual è la realtà, cosa ci aspetta in autunno». Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha concluso così ieri il forum digitale degli imprenditori under 40”. I problemi che addita al Governo sono la cassa integrazione (“su 9 milioni che hanno chiesto la Cig, quasi 5 sono state erogate dalle imprese”), il decreto Liquidità troppo complicato e intricato, ma alla fine si definisce comunque “fiducioso” davanti ai giovani del congresso digitale.

Milano Finanza apre con un articolo di Roberto Sommella: “Nessuna tassazione (e nessun Mes) senza rappresentanza. Sul Salva-Stati si voti in Parlamento”. Il filo conduttore è l’Indipendence Day festeggiato ieri dagli Usa, che ha portato nel mondo il principio del “no taxation without rappresentation” (niente tassazione senza rappresentanza). Motto che MF auspica possa essere utilizzato nell’attuale polemica sul Mes con condizionali rivisitate dopo l’emergenza Covid. Sommella scrive a proposito del Fondo Salva-Stati: “Discutere e votare in Parlamento, dopo un’esposizione puntuale del premier Conte e del ministro dell’Economia Gualtieri sui costi dell’Esm – European Stability Mechanism – e sul contratto che si va a sottoscrivere. Perché, questo lo si ricorda poco, il Trattato sull’Esm non è stato modificato, ed è rimasto scritto nella pietra, come quello di Maastricht, mentre sono state modificate dal Consiglio Europeo le condizioni in una serie di dichiarazioni e comunicati finali. Carta contro pietra. Chi vince? Decidano i parlamentari, che ci rappresentano alle camere e sono lì per quello. Leggano le carte, valutino costi e benefici e decidano. Come fecero più di due secoli fa gli americani. La democrazia funziona così”.

Dopo il rifiuto di ieri da parte di Ubi Banca, Intesa Sanpaolo punta alla fusione in assemblea straordinaria. Sempre il Sole 24 Ore scrive: “Parte domani, a cinque mesi dall’annuncio, l’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo sul 100% di Ubi Banca. Salvo proroghe l’offerta si concluderà il 28 luglio. Intesa Sanpaolo punta al 66,7% del capitale per poter procedere alla fusione in assemblea straordinaria. Ma ha già fatto sapere che accetterà anche il 50% più un’azione. La parola passa agli azionisti di Ubi, decisive saranno le fondazioni Cr Cuneo e Monte di Lombardia. Comunque vada a finire, l’offerta innesca un processo più ampio di aggregazione che coinvolgerà l’intero sistema bancario, a cominciare da Banco Bpm e Monte di Paschi”. L’articolo continua a pagina 6.

 

Politica – Le prime pagine dei quotidiani nazionali aprono con il resoconto della manifestazione del centrodestra di ieri a Piazza del Popolo a Roma. Le distanze di sicurezza sono state rispettate con ingressi contingentati e oltre 4 mila sedie già predisposte. Il Corriere della Sera scrive a pagina 10: “Stavolta il centrodestra ha curato ogni dettaglio: 4.280 sedie distanziate, su ognuna c’è una bandiera tricolore, nessun simbolo di partito, sul palco solo la scritta con lo slogan anti governo «Insieme per l’Italia del lavoro». Ingressi contingentati, mascherine, ai manifestanti viene misurata la temperatura ai varchi. Tutti seduti, pochini per la verità, decine di sedie vuote, ma gli organizzatori se l’aspettavano, «tra il caldo, il fatto che è il 4 luglio e che per esserci si doveva mandare una mail…»”. Anche Repubblica definisce la manifestazione “sotto tono”, titolando: “Centrodestra in piazza a Roma, Salvini, Meloni e Tajani non riempiono Piazza del Popolo”.

Ma sempre secondo il Corriere non sono i posti vuoti il problema del centrodestra. Titola a pagina 11: “Dietro il palco, i rapporti logorati. Il sospetto: Silvio aiuterà il governo”, e poco sotto: “Il punto è che il centrodestra mostra di perdere giorno dopo giorno i contorni dell’alleanza politica, e il fatto che continui a presentarsi unito per le strade e nelle urne appare più un temporaneo stato di necessità che la proiezione di un disegno strategico. Ce n’è la prova nel modo in cui ieri — al termine della manifestazione — autorevoli dirigenti dei tre partiti riconoscevano sottovoce il progressivo logoramento dei rapporti”.

Sul palco, inoltre, Tajani (FI) torna a chiedere che venga fatta giustizia sulla sentenza contro Berlusconi del 2013, ritenuta “pilotata” dopo la pubblicazione di un audio del giudice Amedeo Franco in cui si confidava con il leader di Forza Italia. Repubblica riprende le parole di Tajani: “Vogliamo soltanto giustizia per ristabilire la democrazia nel nostro Paese. Se non ci fosse stata quella ignobile sentenza firmata da chi prendeva ordine dall’alto, in Italia oggi ci sarebbe un governo di centrodestra”.