Proroga Garante dei diritti Veneto, Possamai e Camani (PD): “incapacità maggioranza di sintesi su un nome è grave precedente”

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Giacomo Possamai, capogruppo Pd in regione Veneto
Giacomo Possamai, capogruppo Pd in regione Veneto

“Massima stima per la Garante dei diritti: chi oggi riveste quella carica è persona degnissima e di straordinaria competenza. Ma la proroga ha poco a che fare con le sue qualità e molto con l’incapacità della maggioranza di fare sintesi su un nome, creando un grave precedente”. È quanto afferma in un comunicato Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico Veneto, a proposito del Pdl che proroga per un mese e mezzo l’incarico alla dottoressa Mirella Gallinaro, riaprendo i termini per le candidature alla successione. “Il nostro voto contrario è un voto politico, è evidente che la proroga è necessaria, non possiamo lasciare vacante un ruolo così importante. Tuttavia l’idea che nonostante i numeri in Consiglio i colleghi di maggioranza siano andati avanti mesi a discutere e a rimpallarsi su chi dovesse essere il Garante, salvo poi scoprire che tra le figure candidate non ce n’era neanche una evidentemente in grado di svolgere questo importantissimo ruolo è francamente sconcertante. Il Pdl ha un solo obiettivo, guadagnare 45 giorni per poter presentare ulteriori nomi. Ho apprezzato lo sforzo del presidente Sandonà a dare un taglio e una spiegazione istituzionale al progetto di legge, ma ho anche sentito il rumore di unghie sugli specchi. Tirare in ballo il Covid per giustificare una situazione del genere è quantomeno fantasioso: come si è discusso delle altre nomine, potevano farlo anche per il Garante. E così è stato, salvo non trovare l’accordo. Però – sottolinea in chiusura – non si può stabilire un precedente tale per cui se la maggioranza non trova un’intesa su una figura, si fa addirittura un progetto di legge di proroga in modo da trovarne altre, candidarle successivamente e infine nominarle”.

In discussione è intervenuta anche la vice capogruppo dem Vanessa Camani: “Non stiamo parlando di diritti da garantire attraverso figure istituzionali il cui ruolo andrebbe valorizzato, ma semplicemente mettendo una pezza rispetto all’impossibilità della maggioranza di trovare un accordo. Stiamo parlando di una figura di garanzia, dotata di autonomia e indipendenza, che diventa ostaggio dello scontro tra fazioni politiche. La discussione odierna così come le motivazioni addotte dal correlatore per giustificare il Pdl, sono svilenti per l’istituzione che rappresentiamo. Ma anche la procedura di riapertura dei termini è discutibile: se chi ha presentato il curriculum entro i termini previsti dall’avviso pubblico ed è stato considerato idoneo dagli uffici che hanno fatto l’istruttoria e poi si vede scavalcato da una terza persona che ha potuto partecipare grazie alla riapertura delle candidature senza motivazione tecnica, credo possa tranquillamente fare ricorso. Insomma è un provvedimento che fa i tanti difetti, presenta anche dei profili di irregolarità dal punto di vista della trasparenza”.