Profughi, parte il processo ad Alex Cioni in tribunale a Vicenza

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A distanza di due anni – scrive Alex Cioni, Portavoce Comitato di cittadini PrimaNoi – dalla condanna ricevuta con il decreto penale, mercoledì avrò la prima udienza in tribunale a Vicenza per aver commesso un reato gravissimo che meriterebbe la pubblica fustigazione in piazza ed una sacrosanta censura di tutte le persone per bene. Diamine!

Qualcuno ricorderà che tre anni fa, alla notizia che l‘hotel Eden di Schio stava per divenire un centro di accoglienza per una cinquantina di sedicenti profughi, il sottoscritto, assieme ad un gruppetto di aderenti al comitato di cittadini PrimaNoi (nel video ndr), aveva affisso uno striscione e dei volantini per manifestare la propria ferma contrarietà alla destinazione d’uso dell’immobile nei progetti dalla Prefettura, esprimendo nel contempo una forte crtitica a tutto il sistema dell’accoglienza dei migranti che in quei mesi era l’espressione di una chiara scelta politica del Governo italiano di centro sinistra.

Un blitz pacifico di pochi minuti a cui in serata fece seguito un’azione identica dei militanti del centro sociale Arcadia. Ovviamente però a sostegno dell’accoglienza. A tutt’oggi rimane agli atti una denuncia penale al sottoscritto a nome e per conto del comitato, con relativa condanna a 10 giorni di galera (ridotti a 5 essendo incensurato) e a oltre 1300 euro di sanzione pecuniaria, mentre agli attivisti del centro sociale scledense non risulta sia stato contestato alcunché, nonostante abbiano messo in scena un’azione fotocopia.

L’udienza di mercoledì mattina è la conseguenza della mia opposizione al decreto penale di condanna per dimostrare che da parte nostra non v’é stata alcuna violazione delle leggi ma solo una semplice azione simbolica (come tante) di protesta e di sensibilizzazione pubblica della durata poco meno di 5 minuti.
Tutto ciò premesso, coscienti che la legge è uguale per tutti, mi affido e ripongo la mia più piena fiducia all’avvocato e ai giudici che dovranno sapientemente valutare i fatti senza condizionamenti di natura ideologica e politica.