Processo BPVi, il prof. Dominioni: smonta accuse al “capro espiatorio” Giustini, dà lezioni di diritto poi passa a Miucci, che “chiude

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Emanuele Giustini, che è stato vice direttore generale con delega alla divisione mercati della ex Banca Popolare di Vicenza alle “dipendenze”, qualcuno direbbe alla corte, di Samuele Sorato, ha dovuto chiamare in sua difesa al processo BPVi un principe del foro, l’avvocato penalista Oreste Dominioni, professore ordinario di Diritto processuale penale presso la Facoltà di Giurisprudenza della Università Statale di Milano, già presidente della Camera penale di Milano dall’ottobre 2006 e presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane (prima pubblicazione il 26 gennaio alle 23.30, completamento con i due video che hanno presentato qualche problema tecnico il 27 alle 23.45, pubblicazione video udienza del 28 febbraio il 29 alle 9.36, ndr).

La scelta del cattedratico, insieme a quella della sua “assistente” avv. Concetta Miucci, che ha presidiato concentratissima l’aula e ha affiancato il suo assistito per tutte le udienze del processo, si è rivelata stasera azzeccatissima per difendersi al meglio dalle accuse che, stralciato da questo processo BPVi il suo capo (domani un’altra udienza interlocutoria per l’ennesima perizia medica), sono piombate addosso, in sua… vece e come un macigno, su Giustini inducendo i pm Salvadori e Pipeschi a chiedere per lui al collegio (De Stefano, Garbo e Amedoro) una condanna a ben otto anni e sei mesi, appena 18 mesi in meno del dominus della banca, il presidente (per venti anni a sua insaputa?) Gianni Zonin.

Azzeccatissima perché l’arringa di Dominioni (qui il solito video integrale, a seguire quello della prima parte delle argomentazioni di Miucci che riprenderà il suo “assalto” all’accusa giovedì prossimo) è stata prima uno smontaggio pezzo a pezzo dell’impianto accusatorio dei pm nei confronti del suo assistito e poi una lezione di diritto processuale penale, non a caso la materia del prof, a pm, giudici e colleghi presenti.

Questa è l’impressione che ha tratto per lo meno dalla lettura e dall’ascolto di quasi 4 ore di argomentazioni l’umile cronista che vi scrive, pur se forgiato alla giurisprudenza abituato come è a frequentare queste aule che non gli sono di certo amiche quando ad attaccarlo per il suo lavoro da suole bucate in ossequio all’appello di papa Bergoglio sono potenti e potentucci di zona.

Quando le indagini, denominate come ‘contro Sorato & c.’, erano appena iniziate la loro fisionomia – ha sostanzialmente iniziato a martellare il professor Dominioni – era ben diversa da quelle che poi ne sono diventate le evoluzioni all’uscita dal loro alveo del dg e ad Sorato per lo stralcio della sua posizione per i ben noti motivi”.

È come, dice chiaramente l’avvocato milanese, se tutto il carico di accuse ipotizzabili per il suo capo si fosse riversato (se volutamente o inconsapevolmente non lo dice il legale molto english, per educazione oratoria, certo, ma anche per cinismo professionale) sul suo vice Giustini, che, pure, fin dal 2011 subiva la “sfiducia, la contrarietà e l’emarginazione” di Sorato come dice, ripete, argomenta e prova più volte Dominioni, richiamando puntualmente frotte di testimonianze di peso a partire da quella “vip” di Gronchi.

Ragion per cui, è questo il filone di argomentazioni di Dominioni, mai Giustini avrebbe potuto non solo ideare ma neanche conoscere e, quindi, attuare consapevolmente e, magari, criminosamente i disegni noti solo al cerchio magico di Sorato, di cui certo lui non faceva parte, prova ne era la sua graduale esautorazione e tanto più che in banca girava la vulgata che per “Banca d’Italia tutto andava bene come da sua ispezione del 2012…”.

Emanuele Giustini capro espiatorio di Sorato, di cui era, ecco la foto che ne scatta Dominioni, “il pulcino nero“, e dei vertici della BPVi?

Era il nostro dubbio fin dalle prime battute del processo BPVi, ora lo rafforza fortemente l’avv. Oreste Dominioni, che, dicevamo, si è anche esibito, dopo l’iniziale demolizione iniziale delle accuse dei pm, in una lezione sul processo penale, sui suoi riti e sulle sue regole, processo che non può basarsi, ecco il dito puntato contro Salvadori e Pipeschi, su descrizione e ipotesi di “fenomeni”, come quello ricorrente delle “baciate”, ma solo su prove specifiche e valide “oltre ogni ragionevole dubbio” che classifichino fatti e comportamenti come delittuosi, nello specifico e non nella loro narrazione indiziaria, generica e generalizzante.

Replicheranno i pm e, soprattutto, aderirà il collegio giudicante a queste tesi contro “il teorema accusatorio” dell’accusa, che Dominioni ha fortemente trasformato, ripetiamo nella nostra “ignorante” lettura, in pura ipotesi scolastica?

Non lo sappiamo, anche se lo pensiamo.

Siamo in grado di spiegarvelo descrivendo più in dettaglio, dopo la nostra estrema sintesi che sa di sommario, la sua arringa?

No, perché se sapessimo farlo saremmo per lo meno dei suoi studenti e… non ne abbiamo più l’età.

Allora?

Allora sfruttate (a breve) il nostro servizio, i video che pubblichiamo trasparentemente sempre, salvo problemi tecnici o difficoltà autorizzative, e vedetelo ed ascoltatelo facendovi la vostra opinione, come se foste dei giurati popolari: Dominioni, da buon professore, sa anche farsi capire e i nomi, i cognomi, i fatti, le situazioni che pone alla base delle sue argomentazioni sono agevolmente comprensibili.

Basta dedicare il giusto tempo, magari anche a puntate, per capire. Se qualcuno vuole capire…

Dopo aver risolto qualche problema pubblichiamo qui anche il video con la prima parte dell’arringa dell’avv. Concetta Miucci che, preso il testimone dal prof. Dominioni, ha iniziato ad affondare anche le sue lame, cosa che ha fatto con altre stangate alle “tesi” (ipotesi?) dell’accusa giovedì 28 gennaio (secondo video).

 


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