Pignatone “premiato” dal Csm ma bocciato da Travaglio per le sue decisioni? VicenzaPiù aggiunge quella su Veneto Banca

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Pignatone con Napolitano
Pignatone con Napolitano

Per il procuratore uscente di Roma Giuseppe Pignatone Marco Travaglio concludeva ieri su Il Fatto Quotidiano l’elenco delle sue decisioni, diciamo discutibili, prima di essere premiato con la pole position al Csm come suo successore di Michele Prestipino, suo fedelissimo, così: «Un cimitero di orrori giudiziari che dovrebbe imporre massima discontinuità. Invece a cos’è servito lo scandalo Csm? A piazzare in pole position il braccio destro di Pignatone. Non è meraviglioso?».

Ebbene chi ci legge sa da tempo che, in base ai dati e alla storia finora scritta con i fatti da chi voleva farlo non sotto dettatura, per noi Veneto Banca era il perno intorno al quale salvare anche la Banca Popolare di Vicenza e non viceversa.

Allora (s)confortati dal fatto che chi ha seguito la seconda strada ha sbagliato trascinando nel baratro non solo 210.000 e passa soci ma gran parte del territorio servito da quelle due banche e anche se non c’è la controprova, visto che nessuno, neanche al Fatto o alla Verità, prova neanche a simularla (vedi il buio calato intorno a questa rivelazione “Barbagallo bifronte: il 19 febbraio ’14 incontrò Zonin e Trinca in Bankitalia per “Veneto Banca in BPVi subito!”, in audizione negò“) aggiungiamo alle decisioni di Pignatone contestate da Travaglio quanto fece la sua procura per Veneto Banca: prima chiede a Treviso di spedirle la “pratica”, fanno delle scelte “attiviste” opposte a quelle “buonisti” fatte da Vicenza per la BPVi, magari le une e le altre sollecitate dai soliti noti, poi Roma, per mano del Gup, restituisce la “pratica” a Treviso per competenza.

Che strano paese l’Italia!

 

Buona lettura, ora, delle… premesse di Travaglio

Abbiamo scherzato

Pare uno scherzo, invece è tutto vero. A giugno non si parlava che dello scandalo Csm: la guerra tra due bande che si contendevano le Procure di Roma, Firenze, Perugia e Torino. La prima ruotava attorno a Luca Palamara, capo di Unicost indagato a Perugia per presunte corruzioni di 4 anni fa, e ai deputati renziani Lotti e Ferri, ansiosi di punire il procuratore uscente di Roma Giuseppe Pignatone per non aver archiviato Lotti su Consip e aver “denunciato” Palamara a Perugia e dunque a sostituirlo col candidato più distante, il Pg di Firenze Marcello Viola (non Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze, reo di indagare sui genitori di Renzi).

La seconda puntava ad accontentare Pignatone, che sognava come successore l’amico procuratore di Palermo Franco Lo Voi. Il 23 maggio la commissione Incarichi direttivi del Csm decise che il miglior procuratore di Roma fosse Viola (4 voti), seguito da Creazzo (1) e Lo Voi (1). Nessuno dei tre, dalle intercettazioni, risulta aver trafficato con Palamara, Lotti, Ferri & C. Che si mossero alle loro spalle. Dunque non c’è ragione al mondo per invalidare il voto in commissione: il Plenum dovrebbe nominare uno dei tre procuratori di Roma.

Invece il Csm ha azzerato tutto per ripartire non dai tre già scelti, ma dai 13 inizialmente in lizza. E oplà: ora è favorito il procuratore reggente della Capitale, Michele Prestipino, fedelissimo di Pignatone che se l’è portato appresso da Palermo a Reggio a Roma. Massima “continuità”.

Oh bella, ma il Csm non aveva scelto Viola proprio per garantire massima “discontinuità” dalla gestione Pignatone? Stiamo parlando della Procura che indagò una dozzina di volte la sindaca Raggi, poi archiviata e assolta. Inquisì l’assessora Muraro, poi archiviata con tante scuse. Fece arrestare per 4 mesi il presidente del Campidoglio De Vito, poi scarcerato dalla Cassazione perché le accuse erano solo “congetture”.

In compenso, quando arrivò da Napoli l’inchiesta Consip, sequestrò i cellulari al pm Woodcock (indagato e poi archiviato), al capitano Scafarto (indagato poi scagionato dalla Cassazione) e a Marco Lillo (indagato perchè dava notizie vere), ma si scordò quelli di Renzi sr. e Del Sette; poi chiese l’archiviazione per papà Tiziano, ma il gip la respinse. Non indagò Renzi e De Benedetti per l’insider trading sul Dl Banche, ma solo il broker Bolengo, per poi chiederne l’archiviazione, respinta dal gip. Un cimitero di orrori giudiziari che dovrebbe imporre massima discontinuità. Invece a cos’è servito lo scandalo Csm? A piazzare in pole position il braccio destro di Pignatone. Non è meraviglioso?