Piano industriale AIM/AGSM, Ezzelini Storti (Cgil): “a rimetterci sono sempre i più deboli”

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Di seguito la lettera aperta sulle ex municipalizzate diffusa dal Segretario Generale Filctem Cgil Vicenza Giuliano Ezzelini Storti

In periodo di covid – 19 diventa difficile ragionare fuori dallo straordinario,diventa obbligatorio per il sindacato che deve programmare e vivere “il dopo”, necessario e utile se alcune scelte continuano a procedere senza sosta.

Diventa ancora più fondamentale “riflettere rapidamente” se “i movimenti” su future fusioni/aggregazioni di società locali che riguardano lavoratori e settori indispensabili, strategici come acqua, gas e energia elettrica vanno bene o vanno ripensate in un’ottica strategica per il territorio vicentino.

Perché la cosa che traspare è la totale assenza di una regia Regionale: perché dico
questo? Perché in un periodo post pandemia sarebbe normale, probabilmente anche
in un periodo non pademico, riflettere sopratutto se gas ed energia elettrica possono
essere ceduti alle logiche del libero mercato o necessitano di una politica industriale a
vocazione Regionale con un forte ruolo pubblico.

Troppo marxista? O troppo realista? Invece assistiamo ad una volontà di autonomia locale Veneta da Roma, ma il nostro territorio diventa “terra di conquista” di altre regioni o addirittura del privato senza che nessuno a livello veneziano dica qualcosa o apra un dibattito su questo tema fondamentale anche per la futuribile ripresa.

Una governace locale, una regia regionale, sulle tariffe, sull’agevolazione sulle “bollette” alle industrie o al singolo cittadino: non sono un tema sufficientemente importante? Non è mia intenzione banalizzare un argomento complesso, “regia Regionale” vuol dire altro… significa sviluppo del settore in assistenza ad una politica industriale…. che manca..
Significa volere troppo o parliamo del “minimo sindacale”?

In altri tempi si sarebbe detto… “ai posteri ardua sentenza!”… Ma per la Filctem CGIL di Vicenza tutto questo si abbina con l’attenzione al lavoro e ai lavoratori: guai a pensare che questo sia scollegato, ma entriamo nel merito.

Lavoratori e lavoratrici, va ricordato, in questo periodo di “lockdown”, si sono
rallentati, ma di certo non si sono fermati: pensate se in questo periodo questi addetti
si fossero bloccati… si sarebbero fermati gli ospedali e le persone a casa non
avrebbero avuto di che vivere!

Quando ci approcciamo, quindi, a queste aziende non si dovrebbe solo aver cura del
profitto delle stesse, del servizio efficiente che elargiscono alla nostra società, ma
anche di questi uomini e donne che con il loro contributo tengono in piedi il nostro
paese: spesso invece vengono, ben che vada, considerati “privilegiati” o in fase di
emergenza covid-19 “carne” sacrificabile.

In queste poche parole vorrei ci ricordassimo di loro, del loro impegno e, senza esagerare, anche del loro sacrificio. Esagerato? Non penso.

Detto ciò in queste ore vediamo proseguire, cosa a cui purtroppo ci stiamo abituando
anche se non condividiamo, la diatriba mediatica sulle fusioni societarie all’interno
della politica, soprattutto per il caso AIM/AGSM.

Il Sindaco di Vicenza ogni volta che sono apparsi articoli di giornale ha continuato a
rassicurare le parti sociali, non so se sarà ancora sufficiente: parlarci prima dei
giornali o prima che lo sappiano i giornali è così difficile nell’era di Facebook e delle
video conferenze?

Ora finalmente sembra si parli di piano industriale, non solo di “alchimie ripartitorie” fra Verona e Vicenza….o A2A. Le organizzazioni sindacali unitariamente da tempo
chiedono di averne visione: quando sarà possibile? In tutto questo, AMCPS – Valore
Città si conferma torni “in house” e venga scorporata dalla fusione?

Ma si può infine, mi chiedo, continuare in un gioco “tira e molla” sulle spalle dei
cittadini, dei lavoratori e delle imprese dove non si capisce di chi sia la regia? Possiamo permetterci in questa di emergenza sanitaria di proseguire come non fosse
successo nulla?

In questa fase storica ci vorrebbero scelte straordinarie, bisognerebbe avere il coraggio anche di ripensare, se necessario, quanto si è deciso fino ad oggi: avremo tempi difficili per l’economia locale e nazionale, non vorrei che per fretta ci trovassimo alla fine nell’incapacità di governare “con mezzi propri” una ripresa figlia del mercato finanziario e non delle persone.

La storia ci ha insegnato che a rimetterci sono sempre i più deboli, in questo momento lo siamo tutti, ma non voglio esprimere e non vorrei trasparisse la volontà della Filctem CGIL vicentina di prendere posizione “sul chi” o “sul come” fare o non fare le fusioni: basterebbe un confronto chiaro e a “carte scoperte”… sarebbe ora!


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