Piano Casa veneto, Corazzari esulta: “approvata legge”. Pd e M5s “uniti” e contrari

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Consiglio regionale del Veneto
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“Finalmente, con il voto di oggi in Consiglio regionale si concretizza una nuova filosofia nell’approccio con la riqualificazione del territorio veneto, puntando sulla sua rinaturalizzazione, sul miglioramento della vita nei tessuti cittadini e sulla cancellazione degli edifici incongrui che deturpano l’armonia del paesaggio. Questo, mantenendo l’assetto del piano casa nel rispetto delle necessità delle famiglie ma anche intervenendo con un’azione di più ampio respiro verso la realtà imprenditoriale”.

L’assessore al Territorio della Regione del Veneto Cristiano Corazzari accoglie così l’approvazione del progetto di legge n.402, proposto dalla Giunta regionale, in merito a “Politiche per la riqualificazione urbana e l’incentivazione alla rinaturalizzazione del territorio veneto”, votata oggi dal Consiglio di Palazzo Ferro Fini. Un provvedimento – in coerenza con gli indirizzi dell’Unione Europea che fissano per l’anno 2050 il termine per l’azzeramento del consumo del suolo – le cui finalità sono la rinaturalizzazione del suolo insieme ad una riqualificazione del patrimonio immobiliare, promuovendo interventi mirati al miglioramento e riordino dei centri urbani oltre che alla valorizzazione ambientale del territorio.

“Le necessità dei nuclei familiari mirate a piccoli ampliamenti o piccole modifiche continuano a essere soddisfatte – sottolinea l’Assessore-. Ma la legge punta anche a favorire la riqualificazione ambientale, dando la possibilità di intervenire sugli edifici purché con interventi mirati alla qualità architettonica e alla sostenibilità ambientale. Ciò significa, ad esempio, edifici realizzati con materiali di recupero, senza barriere architettoniche, con coperture a verde, pareti ventilate, recupero dell’acqua piovana, con adeguati standard energetici”.

“Il vero salto in avanti che il Veneto compie con questa legge – aggiunge l’Assessore – è quell’operazione che in inglese si chiama cleaning. Significa una riqualificazione del territorio partendo da quelle costruzioni che lo deturpano e ne compromettono il paesaggio. Il Veneto è disseminato di edifici esteticamente impropri oltre che incongrui e non più adatti all’uso per cui sono sorti. Sono previsti crediti edilizi da rinaturalizzazione a cui sono connesse specifiche premialità, anche in termini volumetrici, consentendone la demolizione e l’edificazione di nuovi in un’ottica di riordino urbano. La nuova legge è una grande opportunità per definire il territorio Veneto del futuro”.


“Con questa legge non diamo una visione diversa di sviluppo per la nostra regione, anzi!”. Sono le parole che i Consiglieri del Movimento 5 Stelle affidano a una nota che così continua: “La fotografia del Veneto è quella di capannoni sfitti, case invendute, lottizzazioni mai riempite e un numero elevato di aree malsane. Serve una visione diversa di sviluppo per la nostra regione. Se si continua così, avremo una inevitabile e infelice decrescita, altro che felice: condividevamo l’idea che una disciplina strutturale servisse per superare l’emergenza del Piano Casa, ma questa nuova legge porta con sé deroghe che permetteranno di aggirare i criteri di vivibilità delle nostre città senza salvaguardare i centri storici e le aree agricole. Serviranno importanti azioni di monitoraggio per far sì che la legge non degeneri nel tempo e produca deregulation edilizia, com’è avvenuto nell’ultima versione del Piano Casa”.

“Per un Veneto 2050, serve una visione diversa. La crisi edilizia non è finita e non sarà di certo questa legge a risollevare un settore così strategico. Auspichiamo infine – conclude la nota del gruppo – che ora la Giunta acceleri con lo studio del PTRC, il Piano Territoriale di coordinamento regionale, datato 1992. Serve tornare a fare pianificazione urbanistica ed edilizia, e non sviluppare la nostra regione solo per interventi edilizi senza una visione complessiva”.


“Speravamo che con questa legge si iniziasse a costruire la ‘casa di Greta’. Invece, nonostante qualche passo in avanti, non ci siamo ancora. Doveva essere rovesciato il paradigma: non dare stimolo al settore, come serviva nello scorso decennio, ma ridurre al massimo le emissioni di anidride carbonica e contrastare i cambiamenti climatici. Nonostante il testo sia migliorato rispetto a quello uscito dalla Commissione, non è sufficiente. E dunque il nostro voto è contrario”. È quanto ha dichiarato al termine della discussione sul nuovo Piano casa, ribattezzato Veneto 2050, il Capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso. “In Veneto le case hanno molti decenni e c’è bisogno di una vera riqualificazione energetica. Su questo si è concentrata la nostra manovra emendativa, abbiamo contribuito al miglioramento del provvedimento nel suo complesso, ma su alcuni aspetti non ci siamo riusciti. Penso, in particolare, alla sua applicazione alle attività produttive, come i capannoni, e alle zone agricole. Così come restano le perplessità sul meccanismo dei crediti, a partire da quelli sugli immobili pubblici”.

“Siamo tuttavia convinti – conclude Fracasso – che le scadenze che si sono date l’Unione Europea e l’Italia, che auspichiamo vengano confermate, così come gli eventi che abbiamo visto a fine a ottobre, ci costringeranno ad accelerare sul fronte dell’efficientamento energetico. E se avverrà questa accelerata, noi ci saremo”.


“Dovevamo mettere un freno al consumo di suolo, invece ne consumiamo ancora, mentre viene cancellato qualsiasi riferimento al verde urbano. Inoltre si concedono deroghe assurde per capannoni e aree agricole e vengono calpestati i ‘piani’ dei Comuni. Il voto non poteva che essere contrario”. A dirlo sono i Consiglieri regionali Andrea Zanoni (Partito Democratico) e Cristina Guarda (AMP) motivando il ‘no’ al Piano Veneto 2050 approvato oggi dall’Aula di palazzo Ferro Fini. “Secondo i dati Arpav il consumo del suolo sul totale della superficie del Veneto è pari al 12,35% e ‘nell’ultimo anno si è assistito ad un incremento percentuale preoccupante che si inserisce in un contesto già profondamente compromesso’. A fronte di tutto ciò è disarmante dover discutere una legge del genere, che tra l’altro introduce dannosissime deroghe agli strumenti urbanistici comunali, rendendo inutili regolamenti edilizi e norme tecniche. Troviamo assurdo che un provvedimento del genere si rivolga non al residenziale ma a tutte le destinazioni d’uso e alle aree agricole, inoltre inaugura anche nel campo dell’urbanistica la stagione del centralismo veneziano a scapito delle realtà territoriali. Con questa legge si passa sopra come un rullo compressore agli strumenti della pianificazione urbanistica e del governo del territorio Altro che autonomia!”.

“Avremmo di gran lunga preferito discutere di un piano più coraggioso per il futuro edilizio del Veneto, rivolto alle future generazioni e al miglioramento delle criticità ambientali. A partire dall’efficientamento energetico per contrastare i cambiamenti climatici. Invece – concludono – è un piano poco ambizioso e di brevissimo respiro, che salvaguardia le esigenze di speculatori e di chi tira a campare”.