PFAS, Gian Luigi Piccin (M5S): Montecchio Maggiore li nasconde sotto il tappeto

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A fronte della mozione proposta dal Movimento 5 Stelle, Essere Montecchio e il Partito Democratico – è scritto in un comunicato di Gian Luigi Piccin, Consigliere comunale M5S Montecchio Maggiore – sulla Costituzione di Parte civile nel processo alla ditta Miteni che partirà il 21 ottobre p.v., il consiglio comunale dice no.

Questo no, arriva anche dai banchi della giunta con il Sindaco in prima fila e Assessore all’ambiente. Tutta la maggioranza è contraria a rivalersi nei confronti della Miteni, imputata di aver inquinato con veleni come i PFAS, la falda acquifera, quindi pozzi privati e acquedotti che forniscono risorsa vitale. Secondo la maggioranza, il danno subìto è minimo perché siamo “solo” in zona arancione e non è il caso di perdere tempo a rincorrere la possibilità di essere indennizzati visto che la Miteni è fallita. Molti comuni si sono costituiti parte civile, tra questi San Bonifacio, solo una parte in zona arancione, Legnago, Lonigo, Sarego e molti altri, senza dimenticare la Regione Veneto e il Ministero per l’ambiente.

Miopia o accidia? Questo pensiero sorge spontaneo, perché molti cittadini vivono il disagio dell’acqua avvelenata, alcuni si sono ammalati anche per questa ragione e altri forse si ammaleranno per gli stessi motivi. Dal nostro acquedotto ci vengono quotidianamente somministrate quantità di PFAS (dichiarate in bolletta) che vanno ad accumularsi con quelle che già abbiamo stivato negli anni nel nostro corpo, respirati, mangiati e bevuti; dalla falda si attingono acque contaminate da PFAS che vengono date agli animali a alle colture che noi poi ci mangiamo.

Tutto questo veleno, che si somma sempre più nel nostro corpo, troppo spesso si manifesta con malattie, quindi incremento delle patologie andrologiche, come infertilità, il criptorchidismo, i tumori del testicolo; per le donne ancor di più, preeclampsia, diabete gestazionale, nascite premature, con conseguente calo di nascite, il tutto condito dalla paura di generare figli non sani.

Molte altre malattie sono imputabili a questi veleni e non sono ipotesi dello scrivente, ma frutto di studi che da anni medici e ricercatori divulgano. Teniamo presente che i costi sostenuti da Acque del Chiampo per portare acqua senza PFAS ai comuni di Brendola e Lonigo, vengono addebitati in bolletta anche ai consumatori di Montecchio che non benificiano di tale miglioria e che continueranno a bere acqua contaminata.

Rinunciando alla costituzione di parte civile il Comune ha deciso di non rivalersi sui responsabili di questi aggravi lasciando che a pagare anche economicamente siano gli stessi che stanno subendo il danno. Nel sapere che queste cose ci sono e accadono quotidianamente, non solo si minimizza, ma non ci si preoccupa di chiedere i danni a chi ce li ha procurati e che probabilmente li procurerà ai nostri figli.

Il nascondere la testa sotto la sabbia, perché si è sempre fatto così o perché non si sa cosa altro fare, sarà sinonimo di incapacità? Di mancanza di coraggio? Di scarsa considerazione della comunità?

Nel dubbio o per paura di uscire dal consueto, invochiamo la Madonna e con il Rosario in mano, nascondiamo il problema sotto al tappeto di casa nostra! Domani è un altro giorno, si vedrà.

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