Pazienti cronici nelle farmacie vicentine, dott. Fontanesi: “novità assoluta a livello nazionale”

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Le farmacie del Veneto potranno aprire sedi distaccate per erogare più servizi
Le farmacie del Veneto potranno aprire sedi distaccate per erogare più servizi

Aiutare i cittadini affetti da malattie croniche – è scritto in una nota di Federfarma Vicenza – a seguire con maggiore precisione la terapia prescritta, prevenendo così possibili aggravamenti delle loro condizioni. Con questo obiettivo, prenderà il via ufficialmente dal 1 aprile anche nelle farmacie vicentine l’importante progetto messo a punto da Federfarma e Regione Veneto, rivolto in questa prima fase a due categorie di malati: i soggetti diabetici di età pari o superiore a 18 anni e i pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva con almeno 45 anni.

Concretamente, sarà direttamente il sistema sanitario regionale che gestisce la ricetta elettronica a segnalare alle farmacie i pazienti non aderenti alla cura, che verranno contattati dai farmacisti e – previo il loro consenso – saranno “presi in carico” direttamente nella farmacia vicino a casa con una serie di attività volte ad aiutarli a seguire con maggiore efficacia e continuità le prescrizioni. Agli utenti sarà consegnato innanzi tutto un questionario sull’aderenza alla terapia, volto a individuare i motivi che risultano di ostacolo (ad es. difficoltà logistiche, dubbi, etc.). Sulla base delle informazioni raccolte, le farmacie potranno quindi attivarsi in diversi modi per rispondere alle difficoltà manifestate dagli utenti, quali ad esempio la consegna e di depliant informativo relativo al tema dell’aderenza alla terapia e la spiegazione della sua importanza. E ancora, il farmacista aiuterà il paziente nella comprensione delle terapie prescritte e gli ricorderà l’importanza di segnalare al medico eventuali reazioni avverse. In farmacia l’utente troverà assistenza anche per imparare come utilizzare correttamente i dispositivi collegati alla sua patologia (ad es. il test della glicemia per i soggetti diabetici).

I soggetti con un livello di aderenza particolarmente basso, inoltre, saranno invitati a valutare direttamente con il proprio medico eventuali ulteriori accorgimenti utili, come ad esempio un cambio di terapia o delle modalità di assunzione dei farmaci.

Attraverso un portale delle ricette elettroniche – e nel pieno rispetto della privacy degli utenti – il farmacista potrà verificare l’andamento dei risultati per ciascun paziente e, nel caso non ci fossero miglioramenti rispetto alla situazione iniziale, potrà approfondire ulteriormente con lui le motivazioni della mancata aderenza.

«Questo progetto rappresenta una novità assoluta a livello nazionale – sottolinea il dott. Alberto Fontanesi, presidente di Federfarma Vicenza – e anche le farmacie vicentine siano in prima linea, come sempre quando si tratta di offrire alla cittadinanza nuovi servizi ed essere un punto di contatto, presente in modo capillare nel territorio, tra la popolazione e il sistema sanitario. Questa è da sempre la nostra funzione sociale e questo progetto porta questo impegno ad un livello ancora superiore di coinvolgimento».

Su questo tema interviene anche l’Assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin: «Sicuramente questo progetto conferma una volta di più il ruolo delle farmacie nel sistema sanitario territoriale, in un’ottica di farmacia dei servizi che diventerà sempre più importante in futuro. Allo stesso tempo rappresenta un progetto innovativo, che potrebbe cambiare in meglio la gestione delle malattie croniche da parte di migliaia di pazienti, e su questo obiettivo abbiamo trovato nelle farmacie una grande sensibilità».

A confermare l’importanza del progetto sono anche i numeri: si calcola che in Italia i malati cronici siano 24 milioni, con una percentuale di aderenza alle prescrizioni che però – a seconda delle patologie – è appena tra il 70 e il 50% e un costo sanitario di ben 11 miliardi l’anno per curare le conseguenze di tale mancata aderenza. Si stima che con il progetto di Federfarma e Regione Veneto il risparmio, per la sanità pubblica, possa essere di circa 400 milioni l’anno a livello regionale e ben 4 miliardi se venisse declinato a livello nazionale.