Parco della Pace, Ciro Asproso: “giù le mani”

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Il Parco della Pace – scrive il consigliere comunale Ciro Asproso – non è un capriccio consolatorio del centrosinistra, e neppure può diventare il manifesto revanscista del centrodestra al potere. Il Parco della Pace è il frutto maturo della mobilitazione trasversale e a-partitica di buona parte della società vicentina, che ha saputo riappropriarsi di una porzione del territorio comunale, sottraendolo all?innegabile condizionamento esercitato dalla nuova base statunitense ?Dal Din?.

Un?area di circa 65 ettari del vecchio aeroporto ?Dal Molin?, che a fine 2011 il Comune di Vicenza ha acquisito dal demanio, per destinarla «alla realizzazione di una infrastruttura pubblica a prevalente vocazione ricreativo-ambientale», ai sensi di quanto disposto dal Protocollo d?Intesa siglato, nel luglio di quell?anno, da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero dell?Economia e delle Finanze, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ANAS e Comune di Vicenza.

A seguito di ciò, nel 2013, mediante Delibera di Giunta comunale ha preso forma il ?Tavolo della Partecipazione?, formato da decine di associazioni vicentine di varia natura. Si è trattato di un processo partecipativo avviato con i principali portatori di interesse per la progettazione degli spazi e delle funzioni del futuro Parco, al fine di garantire una riconversione dell?area ecologicamente ed economicamente sostenibile.

L?annunciata volontà del Sindaco di costituire una selezionata ?cabina di regia?, per modificare decisioni assunte in maniera collegiale, suona come uno schiaffo al principio di partecipazione e verso tutti coloro (e sono tanti) che hanno lavorato gratuitamente in tutti questi anni.

Nel chiedere maggior rispetto per le regole basilari della democrazia, chiediamo la convocazione urgente del ?Tavolo della Partecipazione? ? unico organismo, unitamente al consiglio comunale, ufficialmente preposto a trattare la materia ? ribadendo che il Parco della Pace svolge una fondamentale funzione di riequilibrio ambientale, per contrastare le emissioni di CO2 e le isole di calore, e che va preservato da ulteriori impermeabilizzazioni nel primario interesse della città.