Panchina Tramarossa, il grande ritorno di Piero Coen a Vicenza? Un “colpo” alla… Mimmo Di Carlo

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Piero Coen
Piero Coen

L’ex giocatore della Fracasso Vicenza negli anni ’90 Piero Coen, uno degli artefici della prima storica promozione in A2 nel 1993 grazie anche alla fusione con la Virtus Padova, si è dimesso nei giorni scorsi dalla panchina dell’ambiziosa Chieti in serie B per alcune problematiche sorte con la squadra.

Coen, classe ’63, è un allenatore di lungo corso: ha iniziato dalla squadra della sua città, la Stamura Ancona nel 1997, l’anno del suo ritiro come giocatore dopo aver condotto l’Aurora Jesi alla conquista della A2. Gli anni migliori vissuti in panca sono stati a San Severo dove ha contribuito a riportarla ad alti livelli, oltre alle due esperienze in A2 a Reggio Emilia e Jesi.

Il suo ritorno in terra berica sarebbe un colpo grosso, dispendioso dal punto di vista economico (qui gli altri nomi caldi) anche se libero da vincoli contrattuali, ma che potrebbe rigenerare giocatori e ambiente grazie al carisma e alla grinta che Coen riesce a trasmettere dentro e fuori dal campo.

Sarebbe un colpo alla… Mimmo Di Carlo, altro pelato di ritorno che ha riportato in alto in breve tempo il LR Vicenza.

Ecco intanto il bel ricordo di Gianni Poggi sulla Fracasso di Coen pubblicato il 21 maggio 2013 su VicenzaPiu.com

Vent’anni fa per la prima volta una squadra vicentina di basket in serie A

Giovedì 23 dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi si ritrovano al Palasport

Domenica 23 maggio 1993, vent’anni fa, la Fracasso Virtus Vicenza vinceva lo spareggio play off di B Eccellenza con la Banca Popolare Ragusa e regalava al team guidato da Valter Deanesi, alla società presieduta da Diego Carraro ed ai tremila tifosi presenti sugli spalti del palasport di Vicenza un traguardo storico: per la prima volta una squadra maschile vicentina conquistava la serie A.

Il successo che coronò l’indimenticabile campionato 1992-1993 fu il risultato di una singolare combinazione sportivo-gestionale. La società era un ibrido, frutto della fusione (estate del ’92) fra Pallacanestro Vicenza e Virtus Padova. La prima reduce da una sfortunata finale nei play off di serie B, persa sia in gara d’andata che al ritorno, dopo una stagione dominata alla grande. La seconda insoddisfatta da un anonimo 6° posto in B d’Eccellenza, ancor più indigesto perché la relegava alle spalle dell’altra padovana, il Petrarca.

Gli obbiettivi dunque erano diversi: Vicenza, dopo averla solo sfiorata due volte, non aveva più la pazienza di aspettare che la promozione arrivasse sul parquet; la Virtus aveva bisogno di trovare lo spazio che a Padova doveva condividere con il Petrarca e cercava solidità finanziaria e gestionale.

Roberto Pellizzaro, general manager della Pallacanestro Vicenza, sintetizzò le rispettive attese in un progetto comune. A Padova il suo alter ego Gianfranco Bernardi fu subito d’accordo e le società si fusero: Virtus Vicenza. Da Padova arrivarono in dote un posto nel campionato di B d’Eccellenza, lo sponsor principale Fracasso, i colori sociali (nero verde) e quattro giocatori di qualità e di esperienza: Marella, Coen, Busca e Cagnin.

Vicenza contribuì con i suoi cinque soci-proprietari (Francesco Trivellato, Diego Carraro, Giorgio Moro, Dario Dal Bosco e Giorgio Tombel), con il co-sponsor Trivellato-Mercedes, con un gruppo affiatato di giocatori e con un coach, Valter Deanesi, che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del basket cittadino.

Le componenti dell’ibrido si amalgamarono da subito e l’effetto sul parquet fu immediato. Vittoria a Cagliari al debutto, seguìta da tre successi che lanciarono i neroverdi al primo posto. La difesa era il punto forte della squadra, al palasport di via Goldoni non si passava.

Il ritorno cominciò con cinque vittorie in sei gare. Dopo la prima ed unica sconfitta interna (l’impresa riuscì al Bergamo di Claudio Corà), la Virtus si riscattò subito battendo a Padova il Petrarca e fu primo posto. La regular season si chiuse con la gara persa a Battipaglia ma la testa era già ai play off: vittoria in gara-1 a Vicenza, sconfitta con polemiche nel ritorno a Ragusa, trionfo nella bella in casa.

L’avventura in serie A durò solo un anno. La fusione si rivelò fredda e prematura: in società vicentini e pa-dovani non s’intendevano più, il forzato esilio a Bassano per metà campionato si rivelò negativo, la squadra non era all’altezza, in particolare i due americani delusero.

Forse non ci sarebbe voluto molto per salvarsi, per consolidare e mantenere una posizione nella élite del basket nazionale. Sei anni dopo la Pallacanestro Vicenza conquistò la sua seconda promozione in serie A. Il titolo fu ceduto alla Snaidero Udine e la società chiuse.

Alle 20 e 30 di giovedì prossimo dirigenti, allenatori, giocatori e tifosi si ritroveranno al Palasport di Vicenza per ricordare insieme la magica serata di vent’anni fa.

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