Onu sul Venezuela, eppur si muove qualcosa al Consiglio di sicurezza: 19 interventi su 35 per la sovranità del Paese

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La discussione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul Venezuela
La discussione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul Venezuela

Mentre tutti (o quasi) gli organi di informazione italiani on-line e mainstream scrivono di “ultimatum della UE a Maduro“, di “scontro tra Russia e USA all’ONU” e fanno capire che il governo venezuelano è isolato e che le “nazioni civili” sono per il giovanotto che si è autoproclamato presidente, all’ONU sul Venezuela è successo qualcosa. C’è una notizia che, molto probabilmente, a “lorsignori” non piace. Bisogna cercarla, ma la si trova.

Cercandola, perciò, col lanternino all’interno di articoli con titoli di tenore tipicamente pro Guaidò o, più correttamente, di confronto sulle posizioni dell’Onu sul Venezuela c’è qualche traccia nascosta, ad esempio, su L’Indro.it di una notizia che, invece, appare anche sul sito ufficiale dell’organizzazione delle Nazioni Unite con questo titolo “División en el Consejo de Seguridad con respecto a Venezuela” – Divisione nel Consiglio di sicurezza rispetto al Venezuela.

Su Telesur, quindi, si può leggere (traduco in velocità): “Il governo venezuelano ha ottenuto appoggio alla sua sovranità nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) questo sabato, dove 19 di un totale di 35 paesi hanno espresso la loro opposizione all’ingerenza negli affari interni della nazione sudamericana e si sono espresse a favore di un processo di dialogo tra attori nazionali.
Certo, diranno lorsignori su questa notizia delle posizioni all’Onu sul Venezuela, Telesur è filogovernativa, è la rete bolivariana di Maduro, non puoi fidarti…

Ma, cari signori, qua si tratta di un fatto, non di un’opinione. E il fatto è che 19 Paesi sui 35 intervenuti nella sessione di discussione al Consiglio di sicurezza dell’ONU si sono dichiarati contrari alle pretese imperiali degli USA e dei suoi vassalli e valvassori.

E adesso, la “democratica UE” continuerà a intervenire per condizionare il futuro del Venezuela?

Questo è l’articolo tradotto sulle posizioni Onu sul Venezuela

 

Il Venezuela ottiene il sostegno per la sua sovranità e propone un dialogo all’ONU

Alla riunione straordinaria convocata dagli Stati Uniti nel Consiglio di sicurezza, 19 su un totale di 35 paesi hanno respinto le interferenze straniere in Venezuela.

Il governo del Venezuela è stato in grado di sostenere la sua  sovranità  al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ( ONU ) sabato, quando 19 dei 35 paesi si sono espressi per la non – interferenza negli affari interni della nazione sudamericana e per favorire un processo di dialogo tra gli attori nazionali.

La riunione straordinaria è stata convocata su richiesta del segretario di Stato americano (Stati Uniti d’America ), Mike Pompeo , per provare a cercare un consenso internazionale per legittimare il colpo di stato in Venezuela sviluppo e il riconoscimento dell’imposizione di un “governo fantoccio”.

Tuttavia, la rappresentanza degli Stati Uniti, i  suoi governi alleati nel sedicente Gruppo di Lima e parte dell’Unione europea (UE) non hanno raggiunto i loro obiettivi all’interno del Consiglio di sicurezza, in cui la maggior parte dei paesi di i continenti chiedevano rispetto per la sovranità venezuelana.

In questo modo il fermo rifiuto della posizione americana da parte delle grandi potenze con il diritto di veto, la Russia e la Cina , oltre al sostegno dei paesi dell’Africa,  dell’America Latina e dei Caraibi ha consolidato una posizione di maggioranza contro le interferenze straniere in Venezuela.

Il mondo ha optato per la democrazia

La Russia era una delle 19 nazioni che sostenevano il dialogo tra i venezuelani per le interferenze. L’ambasciatore russo presso l’agenzia, Vasili Nebenzia, ha affermato che “la vera minaccia alla pace sono gli Stati Uniti e il loro desiderio di prendere parte al colpo di stato”.

Parere sostenuto anche dalla Bolivia, che ha denunciato dinanzi al Consiglio che il vero interesse della sessione convocata da Mike Pompeo contro il Venezuela risiede nelle sue risorse naturali e nelle differenze ideologiche e politiche con il governo bolivariano. “Quale paese sarà migliore dopo un intervento degli Stati Uniti?” Il rappresentante boliviano, Sacha Llorenti, ha chiesto ai suoi colleghi.

Un altro forte sostegno è venuto dalla rappresentanza diplomatica della Cina . “Noi sosteniamo gli sforzi del governo venezuelano per difendere la sovranità e la stabilità del paese (e) noi siamo contro l’ingerenza degli affari del Venezuela” ha detto il diplomatico Ma Zhaoxu. “La situazione in Venezuela è interna e non rappresenta una minaccia per la pace internazionale”, ha aggiunto.

Da parte sua, l’ambasciatore permanente di Cuba , Anayansi Rodriguez, ha detto che gli attacchi contro il governo del Venezuela rappresentano tentativi disperati  di attuare “una infruttusoa politica di cambiamento di regime  che è stata frustrata più volte “dalla resistenza inflessibile del popolo venezuelano e dalla sua volontà di difendere la sovranità nazionale “.

Altre dichiarazoni a sostegno della sovranità del Venezuela

“La situazione in Venezuela è una questione interna e non rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza internazionali”. Guinea Equatoriale .

“Dovrebbero promuovere modi che creano ambienti favorevoli per il dialogo e la cooperazione, uno che faciliti la risoluzione delle difficoltà per il popolo venezuelano”. Sud Africa .

“Per rispondere pacificamente alla situazione in Venezuela è necessario il dialogo tra le parti e la Dominica offre i suoi buoni uffici per facilitare questo processo”. Repubblica Dominicana

“Chiediamo rispetto per la costituzionalità del presidente Nicolás Maduro in Venezuela”. Nicaragua .

“È il popolo del Venezuela che deve scegliere il proprio corso senza alcuna interferenza”. Messico.

“I leader dei Caraibi continueranno ad impegnarsi per la situazione in Venezuela. Chiediamo un dialogo pacifico e respingiamo qualsiasi interferenza negli affari interni di quel paese.” Barbados .

“La soluzione peggiore per il Venezuela è di approfondire il suo isolamento internazionale.” Uruguay.

“La soluzione pacifica del conflitto, nel pieno rispetto della sovranità , e non di intervento e uso o minaccia dell’uso della forza sono il modo migliore per superare le difficoltà.” El Salvador.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.