Oggi per i credenti è Pasqua: il passaggio da morte a vita per Gesù e il passaggio a vita nuova per i cristiani. La lettera a Mattarella per i morti sul lavoro: troppi e sempre di più

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Da inizio anno (dati al 30 marzo) sono 147 i morti sui luoghi di lavoro (se si considerano i lavoratori deceduti in itinere o sui mezzi di trasporto sono per lo meno il doppio). Ricordo, scrive il nostro esperto di lavoro oltre che segretario regionale del Pci, Giorgio Langella,  che rispetto all’anno scorso l’aumento dei caduti sul lavoro è di oltre il 9% e che dal 7 marzo, quindi in 23 giorni, sono 47 i morti mentre lavoravano. Negli ultimi tre giorni sono stati 13 i morti sui luoghi di lavoro. Di loro si parla poco e si scrive meno.

La notizia esce solo quando non se ne può fare a meno e dopo poche ore diventa solo un dolore insopportabile solo per i parenti e pochi altri, per i più una tragica fatalità, un ricordo offuscato da mille altre notizie sicuramente più futili.

Nessuno dei parlamentari, così intenti alle alchimie per formare un governo (che, plausibilmente, non farà nulla per la sicurezza sul lavoro ma alzerà i toni sulla “sicurezza” intesa come “guerra all’immigrato”), fa nulla se non pronunciare frasi di circostanza che non servono a niente.
Ma i morti sul lavoro ci sono e sono sempre di più.
Nell’indifferenza generale è necessario insistere nel dare notizie, informazioni su quella che è una carneficina che serve ad alimentare i profitti di chi sfrutta il lavoro altrui.
Per questo è doveroso ricordare e ringraziare il lavoro di Carlo Soricelli e del suo Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro che da 10 anni fornisce le dolorose notizie sulle cosiddette “morti bianche”.

Si legga di seguito la mail che Soricelli ha spedito al presidente Mattarella.

E’ solo una testimonianza? Forse. Ma serve a non dimenticare, ad indignarsi, a ricordare almeno che dietro fredde cifre ci sono nomi e cognomi, persone, intelligenze, affetti, voglia di vivere che sono state spazzate via dalla rincorsa al profitto ad ogni costo. Perché la sicurezza sul lavoro è un costo insopportabile per i padroni ma è la speranza di un futuro per chi vive del proprio lavoro.

 

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Mail al Presidente Sergio Mattarella con elenco dei 13 morti per infortuni negli ultimi tre giorni

Caro Presidente Mattarella, sono Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, con la morte del 52enne a San Gaduenzio del Mugello, sono 13 i lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO negli ultimi tre giorni, 147 dall’inizio dell’anno e con un aumento del 9,3% rispetto al 30 marzo del 2017. Una strage dovuta soprattutto all’indifferenza di chi ha governato il Paese fino ad oggi. In questi undici anni di monitoraggio dei morti sul lavoro, non c’è mai stato nessun calo, solo lievi scostamenti nel corso degli anni. Tra l’altro si sono fatte leggi contro la Sicurezza, con cali delle morti che ci sono solo nella fantasia di chi dovrebbe occuparsene. L’INAIL monitora solo i propri assicurati e tantissime categorie  non lo sono. Spariscono dalle statistiche tantissimi morti e non è giusto. I morti sul lavoro come carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco, ma anche agricoltori, ne sono morti già 13 dall’inizio dell’anno e la bella stagione è appena iniziata. Tre sono morti in modo così atroce negli ultimi giorni. Oltre 600 nell’ultima legislatura e oltre 1400 in questi anni. Oltre 14.200 lavoratori hanno perso la vita in questi ultimi dieci anni. Questa primavera il Governo ha rinviato per l’ennesima volta una legge europea del 2003 che obbligherebbe chi guida un trattore a sottoporsi a un esame per un patentino. I primi giorni di aprile inizierà la consultazione per il nuovo governo del Paese, spero che dimostri sensibilità verso questa strage, che con un po’ d’interessamento si potrebbe dimezzare. E’ una disfatta culturale se chi lavora deve sperare ogni giorno di tornare a casa vivo.

Con stima

Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.

Il nostro pensiero oggi va a loro, le vittime degli infortuni mortali negli ultimi 3 giorni:
Eugenio Fata
Daniele Magnani
Valter Perna
Sconosciuto
Mazzoni
Nunzio viola
Marco Luzi
Edurd Ruegg
Gabriele Romanelli
Carmine Cerullo
Giuseppe Triti
Mario Padovano
Nunzio Industriale

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.