Obbligo vaccino Covid a sanitari, sindacato CUB Veneto diffida dg Luciano Flor

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Maria Teresa Turetta manifesta davanti al Comune di Vicenza turno notturno
Maria Teresa Turetta manifesta

La CUB – Confederazione Unitaria di Base – del Veneto comunica in una nota di aver diffidato in data odierna (qui la diffida) il dott. Luciano Flor – Direttore Generale dell’area Sanità e Sociale della Regione Veneto, a seguito della sua nota (leggila qui), diramata a tutte le direzioni sanitarie e socio sanitarie del Veneto il 25 maggio scorso, che introduce una serie di disposizioni volte a integrare la disciplina prevista dal DL 44 (ora dalla sua legge di conversione). “Lo scopo della circolare – spiega il sindacato – sarebbe quello di “sveltire” la procedura di accertamento dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario. Di fatto, vi si prevede una deviazione rispetto all’iter stabilito dalla legge, attraverso l’istituzione di un procedimento parallelo funzionale a sgravare le ASL quali unici soggetti (istituzionalmente preposti alla tutela della salute pubblica) titolari di detto accertamento, in base alla suddetta disciplina normativa”.

“Tuttavia il coinvolgimento di altri enti nella procedura di accertamento, in quanto mancante di una base giuridica che lo legittimi, implica una palese violazione della normativa sul trattamento dei dati personali relativi alla salute dei soggetti interessati”. CUB ritiene “grave e del tutto illegittima la istituzione di una commissione – i criteri per la formazione della quale restano ignoti, in spregio di ogni garanzia di imparzialità – deputata a sindacare le certificazioni di esonero o differimento della vaccinazione provenienti dai Medici di medicina generale, i quali sono chiamati a pronunciarsi, secondo scienza e coscienza, sulla base di una conoscenza non occasionale del loro assistito”.

“In sostanza, la nota della Regione altera arbitrariamente, e a detrimento dei destinatari dell’imposizione vaccinale, il procedimento amministrativo stabilito dalla legge a loro specifica tutela. Detta legge infatti, in quanto istitutiva di un trattamento sanitario obbligatorio, non può che essere interpretata rigorosamente e restrittivamente, così come del resto è espresso nel parere del ministero della salute allegato alla nota medesima. E’ evidente che siamo di fronte ad una interferenza di natura politica su un impianto normativo già di per sé grave per gli effetti che procura ai lavoratori della sanità e dei servizi socio sanitari, posti davanti al ricatto “o ti vaccini o ti tolgo il salario”.

“Come sindacato – conclude il comunicato di CUB – non possiamo lasciare soli i lavoratori davanti a tale sopruso che rappresenta un inedito assoluto nella storia dell’ordinamento giuridico italiano e di certo non tollera inasprimenti ulteriori e privi di una forma adeguata, lesivi del fondamentale diritto degli interessati di interlocuzione con l’autorità competente, secondo la normativa in questione, a tutela della propria salute”.