Nubifragio di Schio, Cunegato (VcV): “colpa di cementificazioni e negazionismo leghista sul clima”

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Il consigliere comunale di Schio e candidato consigliere regionale con la lista di Lorenzoni “Il Veneto che vogliamo” Carlo Cunegato commenta in un lungo post su Facebook l’improvviso temporale che ieri pomeriggio ha colpito soprattutto l’Alto Vicentino e attacca la Regione. «Ieri a Schio è successa una cosa che non avevo mai visto. Mai vista tanta acqua e grandine scendere in così poco tempo, con così tanta forza. Il centro storico è diventato un fiume in piena, la corrente elettrica saltata in metà città, sottopassaggi allegati, danni ancora da stimare. Anche giovedì scorso a Schio avevamo assistito ad una bomba d’acqua, purtroppo questi eventi sono sempre più diffusi – scrive Cunegato -. L’IPCC è un istituto di ricerca che raccoglie migliaia di studi all’anno sul cambiamento climatico dal 1988 e nel 2007 ha definito il climate change innegabile. Dice che bisogna fare presto e fare tanto, è un’emergenza alla quale bisogna reagire con urgenza, perché altrimenti la temperatura in 100 anni potrebbe aumentare nel nostro paese di 4 gradi e sarebbe un disastro».

«L’assessore regionale Marcato è un noto negazionista del climate change, con raffinate argomentazioni del tipo “oggi xe fredo, quindi xe tutte bale”. Anche la giunta Zaia ha votato contro la mozione che impone di dichiarare “l’emergenza climatica”. Ovvio, se riconosci l’emergenza climatica devi cambiare modello di sviluppo. Una delle cause delle inondazioni è il dissennato consumo di suolo. Le amministrazioni leghiste negli ultimi 25 anni hanno cementificato 1800 Km quadrati di territrio, come la provincia di Rovigo. Siamo una delle regioni più cementificate del pianeta, con il 12,4% di territorio costruito. L’anno scorso, secondo il rapporto Ispra, siamo stati la Regione che ha cementificato di più in Italia. Un triste primato. Una classe dirigente che non riconosce e reagisce al cambiamento climatico è pericolosa. Hans Jonas l’aveva chiamata etica del futuro, etica generazionale, etica evidentemente tradita».

«Per noi del Il Veneto che vogliamo – Lorenzoni Presidente non si può più perdere tempo. L’emergenza richiede un cambio radicale di paradigma. Abbiamo tante idee, ma soprattutto sentiamo la responsabilità di agire subito, perché poi potrebbe essere tardi. Rivedere la legge 14/2017 sul consumo di suolo, una convenzione del bacino padano coraggiosa (secondo il rapporto Bes il Veneto è la regione più inquinata d’Italia e in pianura padana muoiono 90mila persone l’anno per l’inquinamento), sviluppo della mobilità sostenibile con il recupero del SFMR e tante altre. La lega, con atteggiamenti antiscientifici nega l’emergenza, per noi invece non c’è più tempo, bisogna cambiare il modello di sviluppo – conclude – bisogna farlo subito».