Norma sulla confisca dei beni , Meritocrazia Italia ne propone la revisione: non trascurare l’ipotesi del condono

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Beni confiscati
Beni confiscati

Non ci sono né vinti né vincitori in un momento di forte instabilità economica. Pertanto anche una parola “scomoda” come quella del condono potrebbe essere una soluzione perseguibile, scrive nella nota che pubblichiamo Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia

Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia
Walter Mauriello, presidente di Meritocrazia Italia

Dietro al Condono non c’è solo il furbetto o il ricco evasore, c’è soprattutto povera gente e piccoli imprenditori che hanno investito la propria vita in attività che non sono riuscite a superare la fase della crisi.

Non c’è moralismo che tenga rispetto alle ripetute crisi finanziarie che dal 2009 ad oggi hanno indebolito fortemente il quadro sociale del nostro Paese.

Debiti su debiti e un accanimento dello Stato rispetto alla imposizione fiscale.

Sarebbe oggi l’occasione giusta per ripagare i cittadini con un atto di equilibrio applicare un condono tombale per le cartelle sopra i 10.000 euro fino al 31 dicembre 2020, e la cancellazione dei ruoli per il resto, sotto i 10.000 euro, fino al 31 dicembre 2019.

Da mesi s’invocano misure di maggiore determinazione e una seria programmazione di medio e lungo periodo.

Il decreto Sostegni è un primo passo, ma non basta a dare risposta alle attese di coraggio e alle speranze di chi crede ancora nella possibilità di ripresa. Per restituire concretezza al desiderio di recupero serve molto di più.

La dovuta riorganizzazione economica e sociale non può essere affidata alle sole logiche dei sussidi, che si sono rivelate inadeguate ad alleviare gli affanni dei singoli e che per certo non sono idonee a reggere le iniziative necessarie per il rilancio delle attività. Del tutto inutili interventi settoriali, privi di visione e non rispondenti a prospettive di sviluppo sostenibile, digitalizzato e socialmente coeso.

Così, le agevolazioni fiscali a poco servono se non abbinate a una riforma di struttura del sistema di tassazione e a un rafforzamento delle misure antielusive. A poco servono senza aiuti effettivi al contenimento del rischio occupazionale e allo sviluppo delle imprese operanti nel territorio, con attenzione diversificata secondo le particolari difficoltà delle varie aree territoriali. Mai sarà davvero possibile assicurare effettività ai diritti sociali senza una giustizia realmente efficiente e con piena garanzia dei principi del giusto processo, e un Sistema Sanitario Nazionale davvero capace di dare centralità al paziente.

Meritocrazia Italia invoca un piano di interventi di sistema. Per questo, in linea con tutto quanto già proposto nei mesi scorsi, insiste, senza pretesa d’esaustività, sulla necessità di

– provvedere alla cancellazione delle cartelle esattoriali fino ai ruoli formatisi a tutto il 2019 e alla concessione di una generale ‘pace fiscale’ per gli anni pregressi;

rivalutare gratuitamente tutti i beni di impresa al valore di mercato, anche se completamente ammortizzati, e consentire l’ammortamento totale sin dall’esercizio il cui avviene la rivalutazione, per generare un costo aziendale (non sostenuto finanziariamente) e con risparmio di tasse sulla riduzione del reddito, da utilizzare nel ciclo economico (ad esempio nuovi con investimenti capitale circolante, etc.);

– programmare fin da ora una riforma fiscale ispirata a equità, ragionevolezza, trasparenza e chiarezza, con i) riorganizzazione del sistema della giustizia tributaria, ii) revisione del reddito d’impresa, ponendo un limite alla pressione fiscale, iii) introduzione del quoziente familiare e riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, iv) introduzione di controllo di qualità e di comprensibilità delle norme tributarie, v) introduzione di incentivi fiscali agli investimenti alle imprese ed esecuzione dei controlli successivi all’utilizzo di detti incentivi solo in base alla sostanza delle norme e non alla forma, vi) introduzione di una sanatoria dei sospesi fiscali pregressi, ponendola a regime, a condizioni penalizzanti rispetto a chi adempie, ma non meramente punitive e controproducenti;

– istituire nuove aree economiche speciali nella forma della Tax Free Zone (che porterebbe ad agevolazioni in termini di supporto a ricerca e sviluppo, riduzione delle imposte sui redditi e sui profitti societari agli sgravi sulla tassazione immobiliare, incentivi all’occupazione, disponibilità di aree per le imprese a prezzi ridotti, semplificazione delle procedure burocratiche, ricerca di personale e piani di formazione per il personale);

cancellare nel cassetto fiscale il debito per la coobbligata quando sussistano fondati motivi di recuperare il credito sulla obbligata principale;

cambiare totalmente la normativa sulla confisca per equivalente;

ripensare il sistema degli ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza, da mutare in ‘reddito di inserimento’ in funzione di recupero di una concreta politica e attività di avviamento al lavoro e con previsione di durata non superiore ai 18 mesi; nonché consentire una detrazione fiscale pari al 40% a beneficio delle aziende che mantengono lo stesso livello occupazionale pre-Covid per i prossimi due anni; nei trattamenti CIGE, ampliare il novero dei beneficiari in deroga a quanto stabilito per la CIGO, azzerando il requisito dell’anzianità aziendale e includendo altre categorie ordinariamente escluse dai trattamenti di integrazione salariale ordinari, con equiparazione dei trattamenti sotto il profilo economico (la CIGE sarà invece sempre applicabile anche ai dipendenti pubblici, secondo le indicazioni di ciascun dicastero o Ente Locale da cui dipende); e ampliare il novero dei beneficiari dei congedi parentali, non alternativi allo smart working e da pagare al 100%;

fare applicazione della clausola di supremazia prevista dall’art. 165, comma 6, del codice dei contratti pubblici, soprattutto nella fase di approvazione della progettazione preliminare di un’opera strategica, prevedendo l’intervento delle massime autorità come il Presidente della Repubblica e Consiglio dei Ministri per superare la fase di stallo, per favorire il presto rilancio infrastrutturale, e dare piena attuazione alla Banca Unitaria prevista dall’art. 13, l. n. 196 del 2009, con un sistema di previsione alimentato con i dati della spesa effettivamente realizzata anno per anno a livello dai singoli interventi, in  modo da poter disporre profili di spesa medi in funzione delle caratteristiche degli interventi stessi e meglio seguire gli interventi infrastrutturali che deriveranno dal PNRR.

Meritocrazia Italia auspica una serie di riforme che, iniziando dalla Giustizia, possano comportare un effettivo equilibrio tra cittadini e Stato nell’ottica dell’equità sociale tanto invocata ma poco ricercata nei provvedimenti legislativi.

 

Meritocrazia Italia

Il Presidente Walter Mauriello