Mons. Pizziol tramite don Graziani risponde con parole cristiane a chi semina odio contro Chiesa e gay

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Mons. Beniamino Pizziol con don Alessio Graziani
Mons. Beniamino Pizziol con don Alessio Graziani

Don Vivian vuole portare gli omosessuali all’inferno. Le chiese del centro sono concesse ai gay e non alla messa in latino. Pizziol cosa dice? Il comune offre il patrocinio a tutte le iniziative del Pride del 15 giugno“: così titolava una nota, il cui contenuto livoroso contro don Vivian, monsignor Pizziol e la Chiesta è di sicuro poco cristiano nello spirito prima ancora che nel richiamo a una fede nell’odio come sintetizzato nel titolo del comunicato  firmato da sempre anonimi “I fedeli dell’est veronese di pertinenza berica che hanno richiesto la messa a Vicenza città dal 2008 al 2015“.

Ne accenniamo facendo uno strappo al silenzio da noi imposto ai loro comunicati da quando hanno continuato a inviarceli sempre firmati, si fa per dire, senza consentirci di conoscere almeno la faccia ed avere il numero di telefono dell’anonimo estensore. E questo “oscuramento” è l’unico, comunque sofferto, caso nella storia di VicenzaPiù.com, che pubblica anche i comunicati di Forza Nuova e Casa Pound, lontani una vita intera dal nostro modo di vedere, non ce ne vogliano i loro firmatari comunque e sempre in carne ed ossa.

Rompiamo il silenzio sui “fedeli dell’est veronese…”, che subito riprenderemo se non avremo di fronte interlocutori reali,  per fare totalmente nostro un commento che, richiestolo, abbiamo ricevuto da don Alessio Graziani responsabile dell’Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Vicenza, prete e comunicatore che stimiamo e a cui siamo anche umanamente affezionati.

Anche perché ha un volto e parla guardando negli occhi, anche quando potremmo non essere d’accordo, è successo, con lui e col vescovo monsignor Pizziol che rappresenta.

 

Caro direttore,
mi chiede un commento sul comunicato inviato ancora una volta ai media dai ” fedeli dell’est veronese di pertinenza berica che hanno richiesto la messa a Vicenza città dal 2008 al 2015″ che contestano alcune scelte della nostra Diocesi. Sinceramente preferiamo semplicemente non commentare.
Innanzitutto perchè riteniamo che temi così delicati non debbano essere strumentalizzati per sterili polemiche mediatiche. In questi giorni il clima culturale del nostro Paese appare sempre più avvelenato da messaggi d’odio e la religione rischia di essere strumentalizzata per interessi di parte che rivelano una sostanziale distanza dal messaggio evangelico proprio da chi maggiormante si fa alfiere e paladino di un cattolicesimo intransigente e proprio per questo caricaturale.
Mons. Beniamino Pizziol non si è mai sottratto all’incontro e al confronto, quando ricercato con autenticità, ma ha sempre rifuggito dai “botta e risposta” mediatici, non ritenendoli un mezzo efficace per la crescita della verità e del bene comune.
Vi è poi un secondo motivo per cui preferiamo il No Comment: questo comunicato, come tutti i precedenti, non è firmato. Chi sono  “i fedeli dell’est veronese di pertinenza berica che hanno richiesto la messa a Vicenza città dal 2008 al 2015”? Perchè sfruttano ogni occasione per recriminare un interesse, certo legittimo, ma certamente di parte? Dietro a questi testi che giungono da un altrettanto anonimo indirizzo mail quante persone ci sono? Una, dieci, cento…? Da sempre, nel buon giornalismo e in generale nelle cose serie, le lettere anonime non si prendono in considerazione.
Un cordiale saluto
don Alessio Graziani
Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Vicenza