Like nostalgici inaccettabili e dossier sul GdV anonimo: parafrasando Galli della Loggia va rifondata la Repubblica

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Riappare sulla stampa (lo leggo su VicenzaPiù) la vicenda relativa alle polemiche sui like “nostalgici” del dossier anonimo sul GdV, a quattro giorni dal voto. I signori avvocati che ripropongono questa vicenda hanno il pieno diritto di dire la loro opinione, oltretutto sostenuta dalla elencazioni di leggi, ma ho l’impressione che il tempo scelto per farlo e l’appello finale suonino più come una faccenda vista sul piano strettamente elettoralistico di parte, piuttosto che per amor di verità e giustizia.

Un editoriale di Ernesto Galli della Loggia, titolato Un Paese che va rifondato pubblicato su Il Corriere della Sera, appare come un grido di dolore di un giornalista che è un testimone rilevante della vita della Repubblica.

La sua analisi è evidentemente rivolta in generale all’intero tessuto sociale e politico dell’Italia ma alcuni brandelli del suo ragionare sulle vicende, spesso oscure, della storia repubblicana, mi ricollegano alle pur modestissime vicende del nostro vivere quotidiano, legato alla nostra realtà e anche alle piccole storie di un modo di essere nella competizione politica e amministrativa da indifferenti alla tragedia che, secondo l’autore ma che personalmente condivido, incombe sul nostro paese.

A mio avviso nasce anche dall’aver dimenticato di rispettare regole, principi e valori oltre che le persone. Tornando al testo di Galli, storico e giornalista editorialista, riporto che “… abbiamo dimenticato la nascita infelice della nostra democrazia da una guerra rovinosamente perduta accompagnata da una guerra civile“. Di queste dimenticanze è frutto anche quanto è stato riportato dal quotidiano locale, Il Giornale di Vicenza, che pare abbia ricevuto un dossier anonimo trasformato in articolo a piena pagina che recita “IL CASO. I messaggi di aspiranti consiglieri delle liste Rucco sindaco, Vicenza ai vicentini e Fratelli d’Italia: negli ultimi tempi sono stati rimossi, ma ne è rimasta traccia Foto e inni fascisti …..ecc.

Un articolo scritto da Roberta Labruna, accostato a un secondo articolo di Marino Smiderle che riporta le dichiarazioni del candidato Rucco che precisa “Affermazioni da condannare. Chiederò conto ai responsabili” Dichiara ancora Rucco: Ho firmato il regolamento antifascista. Basta con i dossier“.

Non vi è dubbio che le frasi e gli atteggiamenti di alcuni candidati siano assolutamente non accettabili. Ma ritengo anche che un modo di fare campagna elettorale con documentazione, certamente esatta, ma trasmessa per via anonima alla stampa, e utilizzata per colpire non tanto i diretti responsabili, ma un avversario politico che combatte dignitosamente la sua battaglia amministrativa, sia nel suo insieme esattamente quello che denuncia, a livello nazionale Galli della Loggia: “Mille segni di crisi… indicano che ormai all’ordine del giorno va messa la rifondazione della Repubblica. Né più né meno.“.

Le parole hanno un peso enorme ed è evidente che il cattivo uso delle parole da parte di persone che si propongono per il governo della cosa pubblica è un assalto alla dignità di tutto un popolo ma non è cosa meno pericolosa e dannosa per l’intera comunità anche il metodo contorto e subdolo con cui si intende agire in una competizione elettorale. Soprattutto amministrativa, non perché una competizione strettamente politica non sia altrettanto se non più delicata, ma perché sul terreno delle amministrative lo scontro diviene evidentemente molto più diretto e personalizzato.

Il linguaggio, quindi, e gli atti corrotti e trasformati in imprecazione e inganno sono sintomi di una malattia terribile che sta infettando non solo Vicenza ma l’Italia intera. Da quanto racconta Galli si comprende che siamo usciti prima, nel 1943, da una sconfitta che ci ha messo all’angolo nella società mondiale, poi da una guerra civile e tutto questo ci ha negato la capacità di intendere il valore pieno di essere nazione. Tutto ciò ci ha relegato in una dimensione di costante conflittualità interna a tutti i livelli, distraendoci dall’inseguire la difesa dell’interesse del Paese. Con l’aggravante di una mancanza , con rare eccezioni, di una autentica classe dirigente. Da questo nasce la degenerazione anche del linguaggio e dei comportamenti che a loro volta si trasformano in mostri con i quali giocare alla politica. Conclude il suo editoriale, che merita una attenta lettura, Galli della Loggia dicendo: “È giunta l’ora di pensare in modo netto e forte. Di cominciare a pensare in termini di vera e propria salvezza della Repubblica, come fu altre volte nella nostra storia allorché si trattò di salvezza nazionale. Stiamo attenti: il punto di non ritorno potrebbe essere più vicino di quanto crediamo.“.

Ecco, è giunto il momento di salvare la dignità della politica, anche a Vicenza, e farlo con autentica chiarezza e trasparenza.