Libertà di stampa e il caso banche l’11 marzo con VicenzaPiù: Calvetti sorride ad Arman, novello… Totò

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Andrea Arman a sinistra del venetista Franco Rocchetta
Andrea Arman a sinistra del venetista Franco Rocchetta al tempo dei bond del Leone di S. Marco

Caro avv. Arman, nel suo facilmente riconoscibile, in quanto dotto, linguaggio della nota (la riportiamo* come sempre e senza censure ma scusandoci per gli errori altrui) in cui ha da ridire sulle minacce da noi ricevute dal suo Coordinamento, di cui facciamo cenno nell’articolo che ricorda il convegnoLibertà di stampa. La prima delle fake news, Il caso banche, tra blandizie e intimidazioni” organizzato da VicenzaPiù per il suo 13° compleanno, rilevo  alcuni, non pochi, errori che lei ripete continuamente pur dall’alto della sua erudizione e che testimoniano della sua talvolta insufficiente attenzione a quello che scrive e che le consiglio di correggere quando pubblicherà sul suo suo sito la sua nota

1 – crack è una droga, crac è quello delle banche

2 – Barretta non esiste anche se lei lo cita sempre in maniera erronea, ma esiste Baretta e la legge 205, che lei associa al suo nome ma che è stata approvata da tutti i partiti il 27 dicembre 2017 e che,  se non fosse stata boicottata dal suo Coordinamento (che ci piacerebbe sapere quali e quante associazioni  coordini…) e dall’associazione che fa capo Luigi Ugone, ad oggi avrebbe restituito soldi a ben più dei circa 560 risparmiatori che ne hanno di fatto usufruito (tramite il Milleproroghe che l’ha recepita inserendo il lodo Acf) senza obiezioni europee, quelle che oggi hanno bloccato la legge 145/2018 nonostante le fanta-assicurazioni della ditta Conte, Di Maio, Salvini & c.

3 – Vicenza Più non esiste, esiste VicenzaPiù.com e, con questo mezzo regolarmente registrato in tribunale, VicenzaPiùVicenzaPiù.tv, tutte testate giornalistiche che lavorano per informare senza avere padroni né influencer, neanche i suoi, da 13 anni e che denunciano i misfatti delle banche dal 13 agosto 2010, oltre due anni prima di quando lei vendette alla BPVi 8.000 sue azioni a 62.50 euro l’una incassando (operazione con data 30 ottobre 2012 agli atti della Procura di Vicenza) esattamente mezzo milione di euro (un’operazione simile, incassando 92.750 euro, la fece il 4 settembre sempre del 2012 la presidentessa dell’associazione che ci risulta aderisca al Coordinamento, Caterina Baratto), poco prima che le vendite fossero bloccate per gli altri soci (di questo abbiamo puntualmente scritto e sappiamo che le dà un po’ fastidio…)

4 – la sua scarsa frequentazione degli organi di governo ed, eventualmente, tutela dei professionisti, tra cui i giornalisti, magari impegnato come è a frequentare gli organi del suo ordine che l’hanno sanzionata per usura (anche questo so che non le fa piacere che noi lo ricordiamo ma a breve ricorderemo altri fatti relativi al suo entourage legale) le fanno affermare l’inaffermabile anche quando fa riferimento alla solidarietà a noi espressa da un “immancabile organo che tutela la libertà di stampa, facendo una ricostruzione dei fatti alquanto personale che, pur  non potendo evidentemente sapere  ciò che il sig. Coviello vede e sente, era totalmente differente dalla realtà…”.

Quell’organo, che si chiama Ossigeno per l’informazione, diretto dal fratello di un collega ucciso dalla mafia, prende posizione solo dopo aver visionato documenti e fatti che non comprendono solo le registrazioni di Tva (significativo che assumiate come prove quelle della tv di Confindustria Vicenza il cui precedente presidente è tra gli imputati del processo…!) ma anche quelle in nostro possesso, fatte da risparmiatori e pubblicate su VicenzaPiù.com (ad esempio questa) a supporto oggettivo dei fatti e allegate all’esposto a tutte le autorità competenti, giudiziarie e dell’Ordine dei giornalisti, che noi, a differenza di lei che magari ha da ridire sul suo Ordine degli avvocati, non temiamo ma rispettiamo.

Siccome, però, avevamo informato Ossigeno per l’Informazione, ma non gli avevamo chiesto di seguire la pratica, per cui non poteva dichiararci solidarietà, ecco “auto documentato” un altro falso di Arman che avrebbe  promosso i (falsi?) bond venetisti

5 – lei, poi, caro avvocato, insulta la sua intelligenza, quando a sua discolpa afferma che nel giorno delle intimidazioni da noi ricevute in occasione della presentazione alla stampa del 20 agosto 2018 (ripeto PRESENTAZIONE ALLA STAMPA) del fino ad allora “secretato” decreto attuativo della legge 205, legge che lei ha contribuito a bloccare con gli esiti che oggi sono davanti agli occhi di tutti, era in, meritata, vacanza, in Grecia: anche un bambino capisce che la nostra denuncia non era rivolta ai singoli presenti ma ai responsabili di quell’indegna gazzarra

6 – la Digos (e mi fermo qui per non annoiarla) il 20 agosto 2018 non venne di certo perché chiamata da noi ma perché messa in allarme proprio dalle dichiarazioni, in primis quelle da lei firmate, magari dalla Grecia, come presidente del Coordinamento associazioni banche popolari venete “don Enrico TORTA”.

Basterebbe questo per certificare la sua credibilità (i suoi associati la stanno verificando sul campo e anche questo è un fatto, che, però, per il bene dei veri danneggiati speriamo si modifichi) ma, caso mai le fosse sfuggito

1 – noi abbiamo inviato l’invito a tutti, incluso il suo Coordinamento, per l’11 marzo così come facemmo ad agosto 2018 senza le censure attuate il 9 febbraio verso chi scrive e verso 15 associazioni non da lei “coordinate” per lo show di promesse, ad oggi inattuate, di Di MaioSalvini.

2 – lei dovrebbe umilmente inchinarsi non certo di fronte a me, che, pure, un giorno adulava, ma di fronte agli altri relatori, con cui sono o non sono concorde visto che io amo la libertà e il confronto purché leale

Per questo motivo comportamenti leciti ma ambivalenti, tipo quelli di pochi giorni fa, di cui sono venuto a conoscenza solo oggi, dell’avvocato Calvetti, mi hanno appena portato a depennarlo dai partecipanti alla tavola rotonda che ha contribuito economicamente a organizzare, cosa che oggi a maggior ragione mi impone un distinguo sulla sua presenza: presenterà, se vorrà, solo la relazione tecnica sulla diffamazione a mezzo stampa dopo di che sarà tra il pubblico con diritto di partecipazione condiviso con tutti i presenti.

Ma lei, caro avvocato Arman, dovrebbe inchinarsi, anche, dicevo, di fronte ai nomi dei colleghi giornalisti presenti e alla loro storia di testimoni della verità, che è contrassegnata da frequenti e anche recenti attacchi subiti (Nicola Borzi, Francesco Bonazzi e Renzo Manzaro) per non parlare del suo collega di parte politica oltre che anche lui giornalista, il senatore Elio Lannutti (M5S), che da sempre tutela i cittadini avendo fondato l’Adusbef e che ora è cofirmatario di una proposta di legge che vorrebbe tutelare i colleghi dalla liti temerarie.

Una delle tante, ad esempio. è quella da noi subita dall’imputato per il crac BPVi, Giuseppe Zigliotto, che  mentre sedeva nel cda della banca vicentina era presidente di Confindustria Vicenza titolare dei media che a lei, avv. Arman, piacciono come  testimoni della verità, pur avendo entrambi, il quotidiano cartaceo e la tv locali, sempre invitato a ben pensare di Gianni Zonin & c.

Ma dimenticavo che Tva ha, però, esaltato la vostra impresa dell’agosto 2018 anche se lei ha invitato i suoi associati alla mobilitazione con la mail del Coordinamento salvo, poi, andare in vacanza: ci ricorda il mitico “armiamoci e combattete” di Totò, il… principe partenopeo

Concordo, però, con lei, avvocato Arman, sul fatto che la libertà di stampa sia fortemente condizionata da “padroni” e agitatori di popolo, di fatto funzionali spesso ai padroni del vapore ed è perciò che VicenzaPiù, dopo 13 anni di lavoro sul campo con oltre 170.000 utenti unici che oggi ci seguono, ha organizzato il convegno: “Libertà di stampa, la prima delle fake news. Il caso delle banche, tra blandizie e intimidazioni”.

Se lei vorrà e se non sarà in vacanza si registri tramite la mail cittadini@vipiu.it, per assicurarsi preventivamente che avrà la precedenza, per un suo intervento nella fase riservata alla platea dei presenti al convegno sulla libertà di stampa in generale e su chi ha scritto di banche, in particolare, perché quello è il tema principale del convegno e non leggi ancora senza decreti.

Per capire che i 3 minuti che potrà avere non sono pochi, si annoti  che i relatori principali avranno inizialmente nella prima fase e in tutto 7 minuti.

La libera stampa la ospiterà, carissimo Arman, e volentieri.

Sperando di non dover ospitare anche stavolta la Digos per merito suo o di chi ci invierà magari standosene lei in Grecia…

Giovanni Coviello

 

*LIBERTA’ DI STAMPA

Noi, Coordinamento associazioni banche popolari venete “don Enrico Torta”, siamo da oltre un anno quasi quotidianamente citati – come associazione e nelle persone del presidente onorario don Enrico Torta e del presidente Andrea Arman ed altri collaboratori – da una testata giornalistica diffusa in rete che si chiama “Vicenza più”. Tale “giornale” non ha lesinato le più aspre critiche alle posizioni assunte dal Coordinamento nella vicenda del crack delle banche popolari venete e tali critiche quotidiane si sono anche espanse in diretti attacchi personali. La violenta, pervicace e strumentale  politica di informazione di “Vicenza Più” nel rapporto con il Coordinamento associazioni banche popolari venete “Don Enrico TORTA” raggiunge il paradosso    laddove il direttore Giuseppe Coviello si pone a vittima.

Ed in  queste ore, forse in vista del convegno di Vicenza sulla libertà di stampa, il sig. Coviello rispolvera il repertorio delle intimidazioni subite nell’esercizio del sua missione di libero giornalista da parte di Andrea Arman e Luigi Ugone in occasione della presentazione delle bozze di decreto attuativo alla legge 2015/17 (la legge meglio conosciuta come Barretta – Puppato – Santini, quella che avrebbe ristorato con 100 milioni in quattro anni coloro che fossero riusciti a provare in un arbitrato davanti all’ANAC di essere stati imbrogliati dalla banca al momento dell’acquisto delle azioni). I fatti sono del 20 agosto 2018 ed il sig. Coviello ne fa una ricostruzione molto personale e vittimistica, che però (vedasi “Vicenza più” del 7 marzo 2019)    non gli impedisce di individuare come responsabili  Andrea Arman e Luigi Ugone.  (E’ da dire che Andrea Arman in quei giorni era in Grecia e quindi non poteva essere presente.Di tale asserita violenza il sig. Coviello se ne era già ampiamente lamentato attraverso  “Vicenza Più”, ed anche in esposti alla Pubblica Autorità ed all’immancabile organo che tutela la libertà d stampa, facendo una ricostruzione dei fatti alquanto personale che, pur  non potendo evidentemente sapere  ciò che il sig. Coviello vede e sente, era totalmente differente dalla realtà. Nei giorni successivi, il sig. Coviello, attraverso “Vicenza più” definiva violenti, minacciosi,  intimidatori ed organizzatori di “squadre” i risparmiatori del  Coordinamento che avevano partecipato alla riunione.  (Della riunione a palazzo Trissino del 20 agosto 2018 ci sono le riprese di TVA Vicenza e ricchi reportage fotografici;  la lettera di convocazione alla riunione inviata dal Coordinamento associazione banche popolari venete “don Enrico TORTA” è in rete.)

Riportiamo i fatti di cui sopra per dare ai risparmiatori, e non solo, oggettivi elementi di valutazione utili ad una riflessione sulla libertà di stampa.

Nessuno più di noi risparmiatori vorrebbe che ci fosse, davvero, libertà di stampa in Italia. Quella libertà che ci avrebbe informato per tempo dei cambiamenti delle regole comunitarie sul Bail – in, sui rapporti fra le banche ed i  settori dello Stato e sulle partecipazioni delle banche alle proprietà dei giornali, sia per via diretta che indiretta attraverso finanziamenti ( per esempio ). Quella libertà che dia uguale spazio alle differenti opinioni. La libertà che non manipola, distorce, nasconde  le notizie. La libertà di stampa che tenga in considerazione anche gli altri valori costituzionali relativi all’onore  della persona. Una libertà di stampa che riporti la notizia, ricostruisca i fatti, individui gli attori e si mantenga entro quei limiti chiaramente  individuati e noti che sono veridicità, continenza, interesse pubblico.

Parlare di  libertà di stampa è dunque complesso ed  in qualche modo pericoloso perchè, nel momento in cui si affaccia la problematica di come la libertà di stampa viene esercitata, alte si levano le urla di quelli che di questa libertà abusano, sapendo di abusarne, che subito si atteggiano a vittime di facinorosi, violenti, antidemocratici che vogliono loro impedire di essere i paladini delle libertà. Ed immediate sono le segnalazioni alle varie associazioni che meritoriamente vigilano affinchè vi sia la libertà di stampa.

Nella diseguaglianza di possibilità di utilizzo dei mezzi di comunicazione è evidente che il detentore dello strumento comunicativo ha buon gioco nell’amplificare o minimizzare se non tacere le notizie, le differenti opinioni, e, diciamocelo: LA VERITA’.

Viva la vera libertà di stampa!

DURI I BANCHI

Coordinamento associazioni banche popolari venete “ don Enrico TORTA”

Il presidente avv. Andrea Arman