L’algoritmo di Facebook colpisce ancora, prof. Parolin: “censurata una foto storica con ragazze che salutano alla fascista ai Giardini Salvi di Vicenza”

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Facebook censura
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Il professore in pensione e scrittore Luciano Parolin, appassionato di storia locale, nell’ambito di un lavoro per la commissione toponomastica sull’artista Giovanni Zanetti ha pubblicato sulla sua bacheca Facebook una foto degli anni Trenta dei Giardini Salvi di Vicenza, censurata però dal social di Zuckerberg. ”

Saluto fascista ai Giardini Salvi nel 1930
Saluto fascista ai Giardini Salvi nel 1930

La foto rappresenta un gruppo di scolare che saluta romanamente il monumento della Grande Guerra all’ingresso del Giardino Salvi, la pietra o pria del Monte Pasubio che fa da sostegno all’antenna della bandiera. Vorrei sapere cosa ha di vergognoso o scandalistico una foto del genere per essere cancellata da Facebook?” ci scrive Parolin.

L’algoritmo di Facebook non contestualizza il fatto che chi ha pubblicato la foto si occupa solo di storia e non ha certo intenzione né di ricostituire il partito fascista né di farne l’apologia e, rispondendo in pieno al paradosso sulla tolleranza di Popper, spieghiamo a Parolin che, dato che il saluto romano, oggi, è considerato apologia e, quindi, un reato, Facebook stronca sul nascere tutti i possibili casi illegali.

Questa sarebbe libertà? – risponde ancora Parolin – . Ho scritto un libro su Mussolini dal ’22 al ’42 e sono stato criticato dal PD. Io sono del parere che i fatti storici debbano essere sempre raccontati“. Forse ci vorrebbe un algoritmo più umano, che sappia contestualizzare ma è anche vero che la tecnologia, in particolare quella legata alla cosiddetta “intelligenza artificiale” si sta evolvendo e l’obiettivo potrebbe essere raggiunto a breve.

Ma del resto gli umani, parafrasando Nietzsche, sono anche troppo umani, come dimostra il caso dell’assessore veneto Donazzan che canta Faccetta Nera in diretta nazionale. E anche nei vari mercatini dell’antiquariato tra i cimeli del passato spuntano quasi sempre t-shirt e calendari del Duce, non certo oggetti d’epoca. La storia va studiata, come dice il professore Parolin, e conosciuta, nelle sue luci e nelle sue ombre. Ed è giusto contestualizzare sempre, prima di attaccare gli altri, ma senza dimenticarsi, ancora, Popper, cioè che non si può che essere intolleranti con gli intolleranti, perché se la società lascia troppa libertà a chi ha nostalgia per un periodo in cui è stata tolta, ciò rischia di ritorcersi contro la società stessa.