La Guardia di Finanza fa di nuovo visita al Comune di Vicenza: per Antonio Bortoli, Giovanni Villa, Antonio Dalla Pozza o…?

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Pubblicato alle 20.43, aggiornato alle 22.55. Ci è giunta un’indiscrezione poco prima delle 9 di mattina di Vicenza via WhatsApp (noi dormivamo beati in Usa…) su una verifica che era in atto da parte della Guardia di Finanza presso non meglio precisati uffici del Comune di Vicenza. Fatti i debiti conti col fuso orario abbiamo chiesto all’ufficio stampa comunale se “nei limiti del possibile” poteva “smentire la notizia o, se confermata, darci qualche indicazione“. Cortese, anche se ovviamente laconica, è arriva la conferma della responsabile, l’efficientissima Paola Sperotto: “Le posso soltanto confermare che la Guardia di Finanza oggi è stata in Comune per acquisire documenti“. Quali?

Se per il dg Antonio Bortoli (“pratica” Borgo Berga) e per il direttore onorario dei Musei civici Giovanni Villa (assunzione di una collaboratrice al Chiericati in possibile conflitto di interessi) la GdF ha già acquisito documenti per le indagini in corso su di loro, questo non significa che non ne abbia chiesti e prelevati altri dal segretario generale, Antonio Caporrino, che, secondo le voci e la procedura, sarebbe stato l’interlocutore delle Fiamme Gialle.

Ma il nuovo accesso della polizia giudiziaria potrebbe essere, piuttosto, correlato al fatto nuovo da noi denunciato pubblicamente e fatto presente proprio a Caporrino oltre che al neo assessore (qui la sua presentazione) alla trasparenza e alla prevenzione della corruzione, Isabella Dotto, del “trasloco” a casa propria di faldoni di documenti comunali di cui si è reso protagonista il 12 giugno scorso l’ex assessore alla Progettazione e sostenibilità urbana di Vicenza (cfr. «Antonio Dalla Pozza quali documenti del Comune ha portato a casa con Veloce, e perché, dato che “non è stato autorizzato alcun rilascio di copie e dagli uffici non risulta sia stato prelevato o copiato nulla“?»).

La risposta del segretario comunale a noi, parzialmente riportata virgolettata nel titolo precedente,  potrebbe aver richiesto approfondimenti della GdF che, però, potrebbe essere intervenutaa anche per approfondimenti di casi precedenti o per altri accertamenti su un’attività complessa e articolata come quella di palazzo Trissino.

C’è solo da confidare che anche l’informazione che ne seguirà sia meno affidata del passato alle veline riservate ai media che oscurano una notizia se sono altri a riferirla (vedi i casi Fondazione Roi e, più recentemente, Dalla Pozza).

Assessore Dotto, “nei limiti del possibile“, se ci sei batti un colpo.

P.S. E se, invece, fosse stato proprio Dalla Pozza a generare verifiche su palazzo Trissino dell’amministrazione Variati visto che, una volta escluso dalle primarie, dichiarò inferocito: “dopo le elezioni parlerò e ne saprete delle belle!“…?