Il sindaco Rucco da Palazzo Trissino sponsorizza candidato Lega per la UE. Asproso e Selmo: “è imbarazzante!”

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Zaia, Rucco e Salvini
Zaia, Rucco e Salvini

I debiti, soprattutto in politica, si pagano tutti fino all’ultimo e, quindi, non stupisce che la Lega sia passata all’incasso nei confronti di Rucco. Il caso AIM chiarisce fin troppo bene chi sono i veri padroni nel centrodestra vicentino. Tuttavia, ci amareggia constatare a quale livello di sudditanza si sia giunti pur di compiacere il potente alleato.

Ieri pomeriggio è stato postato un video su Facebook in cui si vede il Sindaco pro tempore, Francesco Rucco, che dall’interno di Palazzo Trissino trasmette un’indicazione di voto a favore della Lega e a sostegno del suo segretario regionale, Gianantonio Da Re.

Tralasciamo il fatto che un sindaco auto-proclamatosi civico, non provi alcun imbarazzo nell’assurgere al ruolo di testimonial di un partito, che tra l’altro, è la massima espressione del centralismo autoritario; sorvoliamo sul colpo basso inferto ai suoi stessi assessori – essi pure candidati alle elezioni europee (Matteo Tosetto per Forza Italia e Isabella Dotto per Fratelli d’Italia, ndr) – che vengono scalzati dall’endorsement a favore di un concorrente trevigiano. Quello che più ci disorienta è l’uso spregiudicato del suo ruolo istituzionale e “l’appropriazione indebita” della Casa dei vicentini, qual è per l’appunto Palazzo Trissino.

Da un sindaco, che si rivolge agli elettori dalla sede municipale, e che per quanto di parte, è pur sempre il rappresentante di tutti i cittadini, ci saremmo aspettato un appello al voto come richiamo all’esercizio di un dovere civico, non un simile spot elettorale.

Tutto ciò considerato si CHIEDE:

Qualunque consigliere è legittimato ad utilizzare la sede del Municipio per svolgere attività di propaganda partitica? O al contrario, tale prerogativa è un privilegio concesso unicamente al primo cittadino?

Ciro Asproso                                                                                                          Giovanni Selmo