Il referendum sul taglio dei parlamentari “piace” più delle regionali: il racconto della domenica di voto in Veneto sul Mattino

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Elezioni regionali referendum taglio dei parlamentari in epoca Covid
Elezioni regionali referendum taglio dei parlamentari in epoca Covid

di Albino Salmaso da Il Mattino di Padova

Il Veneto, con il Trentino Alto Adige e la Toscana, tallona la Val D’Aosta nella classifica dell’affluenza al voto. E c’è già una prima sorpresa: il referendum sul taglio dei parlamentari “piace” e convince più del test sulla Regione, il cui esito in Veneto appare scontato. La forbice di due punti alla mattina si è allargata a quattro alle 7 di sera, per poi chiudersi alle 23 con questo verdetto: 51% a 46,1%. Significa che un buon 5% ha ritirato solo la scheda per dire sì o no al taglio da 945 a 600 parlamentari e non ha voluto scegliere né il presidente né la nuova assemblea legislativa del Veneto.

Gap fra le schede

Belluno e Treviso guidano il gap tra le due schede: alle 23 era il 34,9% per le regionali e il 45,2% per il referendum tra le Dolomiti mentre nel Trevigiano siamo al 44,1 contro il 51,7%. Insomma, il test nazionale “anticasta” appassiona più di quello locale e il Veneto supera di 10 punti la media italiana. In Val D’Aosta siamo al 56 per cento ma nella regione a statuto speciale è competizione vera tra i due schieramenti dopo l’inchiesta sul condizionamento elettorale della ‘ndrangheta che ha portato a sciogliere in anticipo il consiglio regionale. Seggi aperti anche oggi fino alle 15, poi inizierà lo spoglio dei risultati. In testa alla classifica la provincia di Padova con il 52,9%, in coda Belluno che risulta staccata di nove punti sulla media regionale. Forse è utile ricordare che nel 2015 Belluno chiuse con il 44% di partecipazione contro il 57,2% del Veneto e da allora non è cambiato nulla perché la Provincia attende il riconoscimento dell’autonomia “speciale” sancita dal referendum nel 2017 e mai concessa da Zaia. L’incubo del Covid ha certamente pesato, ma le operazioni si sono svolte con regolarità in tutte le sezioni. Paura a Verona per un arresto cardiaco in vicolo San Bernardino, nelle vicinanze della Basilica di San Zeno. Mentre votava, una persona è stata colpita da un arresto cardiaco ed è stata salvata dagli scrutatori che hanno seguito via telefono le indicazioni dei medici del 118. Il miracolo è arrivato con il defibrillatore e il ricovero.

L’augurio della Casellati

Di prima mattina ha varcato la soglia del seggio 49 della Vivaldi a Padova la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati: con la mascherina al volto ha augurato agli scrutatori che «tutto vada per il meglio». Il presidente della giunta veneta Luca Zaia alle 9,30 si è recato con la moglie alle scuole di San Vendemiano, nel Trevigiano. Dopo il voto, le sue considerazioni: «I seggi sono assolutamente sanificati, siamo l’unica regione d’Italia, da quello che so, che ha dato la possibilità di fare il test agli scrutatori e al personale impegnato nelle elezioni».

Lorenzoni in quarantena

Arturo Lorenzoni, che guida il centrosinistra, invece non si è mosso da casa: dimesso dal reparto di Malattie Infettive di Padova è confinato in quarantena per il Covid, in una stanza con bagno senza contatto con la moglie i tre figli. «Ho potuto votare da casa, grazie al servizio dell’Usl e alla collaborazione del prefetto e del Comune. Ogni voto è importante e incoraggio tutti a recarsi ai seggi, nella sicurezza garantita dalle amministrazioni comunali» ha detto il docente.

La sorpresa referendum

Ovunque la partecipazione alle Regionali è nettamente più bassa rispetto al referendum costituzionale. In Veneto siamo al 46,1% di elettori per l’assemblea di palazzo Ferro Fini contro il 51,1% di chi ha deciso il taglio dei parlamentari. Con Renzi nel 2016 votò il 76,7% dei veneti e il trionfo del no costò al premier la poltrona di Palazzo Chigi. Alle 15 lo spoglio dei dati dirà se il vento “anticasta” soffia ancora come un tornado.


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