Il grande affare di Intesa Sanpaolo: utile 2017 a 7,3 mld, ma a “solo” 3,8 senza contributo cash dello Stato per BPVi e Veneto Banca

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Radiocor Il Sole 24 Ore per VicenzaPiu.com. Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2017 con un utile netto contabile di 7,3 miliardi a fronte dei 3,1 miliardi del 2016. L’utile e’ pari a 3,8 miliardi escludendo il contributo pubblico cash da 3,5 miliardi a compensazione degli impatti sui coefficienti patrimoniali derivanti dall’acquisizione degli asset della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. L’utile e’ a 4,45 miliardi escludendo anche i tributi e gli altri oneri al sistema bancario. Intesa sottolinea che con i risultati 2017 e’ stato ‘realizzato il piano di impresa 2014-2017, creando valore per tutti gli stakeholder con oltre 250 miliardi di contributo all’economia nei 4 anni.

Nel 2017, senza considerare il contributo delle banche venete, i proventi operativi sono saliti dell’1,2% a 17,2 miliardi, con interessi netti a 7,1 miliardi (-2,5%) e commissioni nette a 7,7 miliardi (+5,5%). Sostanzialmente stabili (+0,4%) i costi operativi, a 8,7 miliardi, per un rapporto cost/income sceso al 50,9%. Sul fronte patrimoniale, il coefficiente Cet1 e’ al 14% (dato pro forma a regime) e al 13% post Ifrs 9. Il cda di Intesa Sanpaolo per l’approvazione dei conti 2017 e del nuovo piano d’impresa, iniziato ieri, verso le dieci di sera e’ stato sospeso ‘a seguito del protrarsi dei lavori’ ed e’ tornato a riunirsi questa mattina alle 7.

Intesa Sanpaolo prevede di raggiungere un utile netto di 6 miliardi nel 2021, con un tasso di crescita medio annuo del 12,1% rispetto ai 3,8 miliardi (al netto del contributo per le Venete) del 2017. I proventi operativi sono attesi in aumento del 4% medio annuo a 20,8 miliardi, con costi operativi in calo dello 0,9% annuo a 9,5 miliardi, con un cost/income in miglioramento al 45,4% dal 55,1 del 2017 (considerando anche gli asset delle Venete). Il Rote e’ visto in aumento al 14,6% dal 9,3%, con un Roe al 12,4% (dal 7,9%). Il coefficiente Cet1 sara’ pari al 13,1% nel 2021. L’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale crediti scendere al 6% (al 2,9% il dato al netto delle rettifiche).

Nel quarto trimestre 2017 Intesa ha registrato proventi operativi netti pari a 4,54 miliardi di euro (escludendo 170 milioni derivanti dall’acquisizione degli asset di Popolare Vicenza e Veneto Banca), in aumento dell’8,6% rispetto ai 4,18 miliardi del quarto trimestre 2016. Tra ottobre e dicembre dello scorso anno gli interessi netti ammontano a 1,74 miliardi (escludendo 95 milioni derivanti dalle banche venete), in flessione dello 0,3% rispetto ai 1,74 miliardi del quarto trimestre 2016. Le commissioni nette sono state pari a 2,09 miliardi (escludendo 51 milioni derivanti da Veneto e Vicenza). Sempre al netto dei “salvataggi”, i costi operativi ammontano a 2,40 miliardi, in aumento dell’1,6% rispetto ai 2,36 miliardi del corrispondente trimestre 2016. Il risultato netto consolidato e’ pari a 1,34 miliardi di euro (escludendo 84 milioni derivanti dagli asset delle due banche), in aumento rispetto ai 776 milioni nel quarto trimestre 2016. Sempre nel quarto trimestre le due banche venete hanno realizzato una perdita lorda di 160 milioni. Per quanto riguarda lo stato patrimoniale, al 31 dicembre i crediti verso la clientela sono pari a 411 miliardi di euro, in aumento del 3,1% rispetto al 31 dicembre 2016 al netto di 35 miliardi derivanti dall’acquisizione da Popolare di Vicenza e Veneto Banca, mentre il complesso dei crediti deteriorati ammonta, al netto delle rettifiche di valore, a 25,46 miliardi, in diminuzione del 16,5% (sempre al netto di 594 milioni derivanti dagli istituti veneti).