Ignazio Visco (Banca d’Italia) e Covid: “Crescita sofferenze e inadempienze probabili. Essenziale supporto politiche di bilancio”

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Ignazio Visco (foto d'archivio)
Ignazio Visco (foto d'archivio)

Il mese scorso Mario Draghi a Rimini ha concentrato il suo discorso sul peso che avrà un domani il debito sui giovani. Oggi il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha invece parlato della propensione al risparmio come effetto negativo della crisi Covid-19. Giovani e risparmio: entrambe risorse che l’Italia tiene in musina.

Nella riunione odierna dell’Esecutivo di Abi (Associazione bancaria italiana) le parole del governatore non sono state tra le più ottimiste: «Le conseguenze della gravissima crisi globale causata dalla diffusione del nuovo Coronavirus sono ancora molto difficili da valutare. La portata di questo evento senza precedenti nella storia recente è evidente nei costi che tuttora produce in termini di vite umane, di relazioni sociali, di risultati economici».

Ma è soprattutto l’incertezza a farla da padrona nei mercati. «Nei nostri sondaggi – continua Visco – la propensione alla riduzione delle spese considerate comprimibili, quali quelle per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatro, sembra interessare finora non solo i nuclei con maggiori difficoltà economiche, ma anche una quota rilevante di famiglie che non sono incorse in perdite di reddito significative e che non prevedono di subirle neanche in futuro».

E anche le imprese, sebbene con un accenno di ripresa a marzo, rischiano di essere incalzate da un’inflazione di poco superiore allo zero. Le aspettative di metà settembre nell’area euro prospettano il «rischio che l’attuale debole andamento dell’inflazione porti ad accrescere i debiti in termini reali e riduca, anche per tale via, la capacità dei debitori di onorare i propri impegni».

Questo rischio, come segnalato in Commissione d’inchiesta Banche da Monte dei Paschi di Siena, può portare all’aumento dei cosiddetti Npl, Non performing loans o crediti deteriorati, attesi per 130 miliardi dopo la fase di lockdown. «Un aumento generalizzato delle richieste di escussione delle garanzie potrebbe altresì determinare ripercussioni sulle finanze pubbliche», spiega Visco. Le misure di liquidità adottate dal Governo hanno per ora infatti consentito l’espansione dei prestiti attraverso le garanzie pubbliche di Mediocredito centrale e Sace, ma «i rischi di una crescita delle sofferenze e delle inadempienze probabili prodotta da questa gravissima fase recessiva andranno fronteggiati con adeguati mezzi patrimoniali» continua.

A questo proposito nel dibattito europeo si sta inserendo anche la possibilità di rafforzare le cosiddette bad banks, ovvero quelle società specializzate nella gestione di debiti deteriorati. «Ipotesi che considerino anche la partecipazione di investitori privati al capitale di queste società vanno viste con favore», dichiara il governatore della Banca d’Italia.

In questo scenario Visco ribadisce che «resta essenziale il supporto delle politiche di bilancio, a livello sia nazionale sia europeo». «Nel nostro Paese – spiega – occorre guardare ai progetti che le ingenti risorse messe a disposizione dai programmi europei rendono possibili non nell’ottica di una ordinaria legge di bilancio, ma concentrandosi su quegli interventi in grado di farci recuperare i ritardi strutturali che più hanno ostacolato, e ancora ostacolano, la ripresa della crescita e la creazione di occasioni di lavoro».

E un’occasione che sta arrivando dall’Europa è proprio il Recovery Plan, il programma Next Generation EU, che prevede 209 miliardi di euro (a prestito e fondo perduto) da impiegare per l’Italia. «I benefici che l’Italia potrà trarne – avverte Visco – dipenderanno dalla capacità di proporre interventi mirati e coerenti con gli obiettivi e i requisiti del programma e di attuarli in tempi rapidi e senza sprechi».

Spostando l’attenzione sulle banche, invece, Visco solleva la necessità di «rendere più snella la procedura di liquidazione di banche con un totale delle attività inferiore a cinque miliardi». «Non si tratta di chiedere salvataggi pubblici di banche che non è bene che rimangano sul mercato – chiarisce il governatore -, ma di facilitare quanto più possibile una loro uscita ordinata minimizzando l’impatto sulla clientela e sull’economia. Bisogna che le istituzioni si muovano rapidamente anche su questo fronte; siamo disponibili a fornire il nostro contributo».

E con riferimento alla riforma del settore del credito cooperativo, Visco esalta il processo di valutazione approfondita – comprehensive assessment – dei due nuovi gruppi cooperativi – Iccrea e Cassa Centrale – come «un forte stimolo per questi gruppi a rafforzare l’integrazione tra le diverse componenti, migliorare i processi di gestione dei rischi, rendere più efficace il governo societario».

La dimensione economica, invece, sembra sempre avere la meglio su quella territoriale. «A questo riguardo – continua Visco – si fatica a condividere prese di posizione che, invece di spingere per il rafforzamento istituzionale, organizzativo e patrimoniale degli intermediari, si limitano a esaltare i pregi del modello della piccola banca del territorio, non tenendo conto del fatto che la sua sostenibilità è oggi messa in pericolo dalle trasformazioni economiche in atto, non dalla volontà del regolatore o della Vigilanza».