I richiedenti asilo a Vicenza “chiedono” anche Sky e rischiano di rafforzare la non accoglienza

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Pochi giorni fa sono morte sedici persone, ammazzate dal caporalato e nella mia città i richiedenti asilo o presunti tali vanno in questura ad avanzare una serie di richieste senza senso: l’aria condizionata, la carta di identità, abbonamento a SKY, un menù diverso, perché sono stanchi di mangiare sempre le solite cose. C’è qualcosa che non quadra in questo contesto. Ma a questi migranti non vengono assegnati dei tutor, degli educatori? Ogni flusso migratorio ha conosciuto e conosce forme di disagio psicologico e una sofferenza tanto nascosta, non lo metto in dubbio, ma atteggiamenti che possono apparire indisponenti ed ingrati finiscono con il rafforzare la non accoglienza.
Caso uno, gli ebrei profughi dalla Libia
Il 3 novembre 2015, a seguito di un’altra insulsa protesta da parte dei profughi scrissi su VicenzaPiù: ogniqualvolta leggo che i profughi contestano, la mia mente ritorna al mio vissuto e, ringraziando D-o per essere cresciuta “sana dentro e ricca di esperienze che gli altri non hanno“, rimango però basita dai “profughi o rifugiati” che contestano l’accoglienza e che vantano mille pretese supportate dai buonisti che vogliono aiutarli con contributi pubblici. Siamo lontani mille anni luce dai valori della vera accoglienza. Non sono contraria all’accoglienza, ma sono contraria a quest’accoglienza, per il modo in cui è fatta, proclamata, politicizzata e sponsorizzata.

Caso due: gli italiani in America
L’accoglienza americana dei nostri migranti non mi risulta sia stata benevola, si è scontrata con un clima di profonda ostilità, si diceva “Vengono qua, lavorano, consumano, spendono poco, mandano i soldi in Italia, sono sporchi, sono cattolici, sono poco assimilabili, sono ignoranti“. Fino alla fine dell’ottocento gli armatori italiani organizzavano viaggi d’espatrio su navi così obsolete da esser soprannominate “Le navi di Lazzaro” e l’America vista in sogno si trasformava in una realtà bruciata. Quando gli italiani arrivavano si rendevano subito conto che l’America era ben diversa da quella sognata, trovavano pesanti formalità burocratiche e molti venivano respinti, in modo particolare se affetti da patologie invalidanti. Rimanevano a loro solo queste tre possibilità:
– Integrarsi, lavorare, adeguarsi, sopportare e studiare per un futuro migliore
– Coalizzarsi con mafie (le più gettonate la Mafia Italiana e la Mafia Kosher)
– Rimpatriare

Caso tre emigrante forzata dall’Egitto a Israele
Espulsa dall’Egitto: da un articolo di Times of Israel del 28.11.16 di Lyn Julius: In una giornata d’inizio autunno nel 1956 Lilian Anda stava tranquillamente nuotando dalle parti del Canale di Suez, quando i soldati egiziani la arrestarono. “Venni portata alla stazione di polizia in costume da bagno. Il giorno dopo, io e tutta la mia famiglia venivamo espulsi dal paese“. Lilian Abda è una dei 25.000 ebrei egiziani che sessant’anni subirono le brutali conseguenze della crisi di Suez. Temendo i piani di Gamal Abdel Nasser, il dittatore militare egiziano, di nazionalizzare il Canale di Suez, Gran Bretagna e Francia si accordarono con Israele per attaccare l’Egitto. Gli israeliani lo fecero per rispondere ad un atto di guerra di Nasser – la chiusura dello Stretto di Tiran – e ad anni d’incursioni terroristiche organizzate dal Cairo. La vendetta di Nasser fu immediata e si scatenò conto gli ebrei egiziani. Lilian Abda fu accusata di passare informazioni a Israele. “Mi hanno chiamato la Mata Hari della Canale” dice… Tutti i beni degli ebrei furono sequestrati e la stessa storia ebbe seguito in altri paesi arabi, tale e quale. Era ricca e si è adeguata a uno stile di vita più sobrio e per quel che conosco Israele, sono certa che l’hanno messa in Kibbutz, condividendo mobili, suppellettili, cibo, frigo, vestiti e quanto altro con gli altri, perché questa era la regola.

Il buon senso vorrebbe, quindi, che anche a Vicenza venisse applicato il detto “a caval donato non si guarda in bocca“, ci sono migliaia di anziani senza aria condizionata (i giovani sopportano meglio) e migliaia di anziani che forse non mangiano sempre le stesse cose, perché proprio non mangiano!