Green pass per ristoranti al chiuso, Filiera Italia: “discriminati sempre i soliti, mezzi pubblici affollati sono meno pericolosi?”

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“Assolutamente negativo il giudizio sulla misura adottata in merito all’utilizzo del green pass” così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commenta in una nota le decisioni del Consiglio dei Ministri di ieri. “Nonostante ne abbiamo sempre compreso il principio, decisamente non soddisfa l’obbligo imposto nei fatti per i soli ristoranti al chiuso. In questi due anni di pandemia i ristoratori hanno dimostrato di essere pronti a compiere sacrifici, quando questi sono stati richiesti sulla base di fondamenti scientifici non discriminatori e nell’interesse generale” ha proseguito il consigliere delegato “oggi invece non si ha il coraggio di imporre una misura necessaria da subito per tutti i servizi e le situazioni di reale rischio di contagio, per cui non si interviene immediatamente sui mezzi di trasporto, sulla scuola, sugli uffici pubblici (rimandati senza data) e lo si applica dove invece è meno utile ma più facile”. A questo proposito Filiera Italia ricorda che il CTS ha fatto un dossier con i maggior luoghi di contagio e chiede che lo si renda pubblico per accertare che siano proprio i ristoranti i luoghi più a rischio. “Il comitato tecnico scientifico afferma che il ristorante sia più pericoloso di mezzi pubblici affollati? Non ci crediamo – dicono da Filiera Italia e aggiungono – i sacrifici si fanno se le richieste sono credibili e queste non lo sono”.

“Se davvero si ritiene che la campagna vaccinale abbia bisogno di un’ulteriore spinta – dice ancora Scordamaglia – si estenda l’obbligatorietà della vaccinazione, doppia o singola dose, per accedere a ogni tipo di servizio, non possiamo pensare che il green pass serva per consumare al tavolo di un ristorante, ma non per bere in piedi ammassati in un pub”. “Il rallentamento della campagna vaccinale ha molti fattori, dai protocolli sanitari alla logistica, non possiamo pensare che la soluzione sia una duplice discriminazione – proseguono da Filiera Italia – quella contro chi ancora non è riuscito ad avere una prima dose (17 milioni di italiani), si prenda ad esempio l’Umbria dove i ragazzi attendono da maggio di essere chiamati alla vaccinazione, e quella contro una categoria, quella della ristorazione, che ancora una volta sarebbe l’unica a essere colpita”.

L’auspicio della fondazione Filiera Italia era quello che si seguisse quanto richiesto dalla conferenza Stato Regioni e cioè che il green pass venisse usato ai cambi di fascia, non in zona bianca per evitare le chiusure. “Quanto alle sanzioni – dice Scordamaglia – si parla di 1000 euro di multa, ci auguriamo siano a carico di avventori non dei titolari degli esercizi, i ristoratori non sono certo agenti di polizia”. E conclude il consigliere delegato “Ovviamente nel decreto ci dovrà essere anche l’obbligatorietà vaccinale del personale che lavora nei ristoranti altrimenti sarà impossibile gestire i nuovi obblighi con una normativa come l’attuale che non consente al datore di lavoro neanche di chiedere se i dipendente sono vaccinati. Si diano 10 giorni in più per l’entrata in vigore o sarà caos totale!”