Giulia Zanfino aggredita, Ossigeno: aveva chiesto di Giannino Losardo (Pci) ucciso nell’80. Su ViPiù suo servizio Rai3 su morti Marlane Marzotto

Vergogna, andate via, gridano tre donne. Interviene un carabiniere. Le riprese per un documentario finanziato dalla Regione Calabria

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Ossigeno per l’informazione ha reso nota l’aggressione a Cetraro il 20 settembre 2020 a Giulia Zanfino, che lì stava girando un documentario su Giannino Losardo, 54 anni, ex sindaco e assessore in carica del Pci che fu ucciso il 22 giugno 1980 a colpi di pistola e lupara dalla ‘ndrangheta e ai cui funerali andò anche Enrico Berlinguer che invocò una giustizia mai fatta per quel dirigente del suo partito.

La collega calabrese è nota ai lettori più fedeli di ViPiù.it per il suo servizio video del 16 novembre 2011 per Crash di Rai 3 sulla Marlane Marzotto “La fabbrica dei veleni”, difficilmente accessibile o cancellato dalle teche Rai, e da noi salvato il 7 maggio 2017 (lo riproponiamo qui) per lasciarlo alla memoria di chi ricorda una vicenda di cui Zanfino e ViPiù.it (allora ancora VicenzaPiù.com) ebbero il coraggio di occuparsi (qui anche il libro “Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante” da noi edito a firma di Giorgio Langella). 

Per ricostruire la recente aggressione a Giulia abbiamo dato ad Ossigeno una mano, sia pur minimale anche se decisiva per ricordare all’associazione chi è la collega, per la quale sollecitammo una presa di posizione che, di fatto, si è poi risolta in una semplice, anche se puntuale, narrazione dei fattacci di cui è stata vittima.

Ma tant’è, il Covid sta indebolendo tutti, anche l’estensore della nota sotto la quale appare la nostra non richiesta citazione che avremmo scambiato molto volentieri con una qualche parola più netta a tutela della collega.

Ma piuttosto che niente è meglio piuttosto… per cui ecco la nota

Vergogna, andate via, gridano tre donne. Interviene un carabiniere. Le riprese per un documentario finanziato dalla Regione Calabria

“Vergogna”, “Chi vi ha mandato qua?”, “Andate via”, “Losardo lasciatelo stare dov’è”, “Lasciatelo riposare in pace”, hanno urlato tre donne, in tono minaccioso, alla giornalista e documentarista, Giulia Zanfino, e all’operatore video Mauro Nigro che il 20 settembre 2020, all’ingresso dei seggi elettorali, presso la scuola media di Cetraro Marina, chiedevano alle persone che entravano e uscivano che cosa sapevano di un fatto di sangue di 40 anni prima, avvenuto in paese e tuttora impunito.

Giovanni Losardo, 54 anni, detto Giannino, ex sindaco, assessore in carica del Pci, segretario capo della Procura della Repubblica di Paola, fu ucciso il 22 giugno 1980 a Cetraro, a colpi di pistola e lupara. Notoriamente fu ucciso dalla ‘ndrangheta, contro la quale era schierato in prima fila”. “Tutta Cetraro sa chi mi ha sparato“, disse Giovanni Losardo prima di morire. Enrico Berlinguer andò ai suoi funerali e invocò giustizia per quel dirigente del suo parttito. Ma giustizia non è stata fatta.

Ed è proprio di questo mistero irrisolto che si occupa il documentario di Giulia Zanfino dal titolo “Chi ha ucciso Giovanni Losardo” prodotto dall’associazione culturale “Con i miei occhi”, uno dei quattro film sostenuti da un finanziamento della Calabria Film Commission nel 2019 vedi , il film per il quale il 20 settembre 2020 Giulia Zanfino rivolgeva quelle domande ai cittadini di Cetraro che affluivano ai seggi elettorali.

Le donne che hanno reagito violentemente contro di lei hanno desistito soltanto dopo l’intervento di un carabiniere di servizio al seggio elettorale, probabilmente allertato da qualcuno che stava assistendo al diverbio.  Poi Giulia Zanfino ha raccontato ai carabinieri la sua versione dei fatti.

La giornalista lavora già da tre anni al documentario su Giovanni Losardo, che riporta l’attenzione su uno dei momenti più drammatici della vita politica della Calabria. Dieci giorni prima di Giovanni Lo Sardo, a Nicotera, era stato ucciso a colpi di lupara Giuseppe Valarioti, 30 anni, dirigente locale del Pci, anch’egli impegnato coraggiosammente contro la ‘ndrangheta.

(Hanno collaborato Giovanni Coviello e Raffaella Della Morte)