Fusione Aim-Agsm, Rucco e Sboarina già alla presentazione dell’accordo devono darsi tempi non rapidi per il terzo, centrale partner: A2A o Hera?

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Sboarina e Rucco per la firma su aggregazione Aim - Agsm (archivio)
Sboarina e Rucco per la firma aggregazione Aim-Agsm (archivio)

«Oggi abbiamo ricevuto un primo grande risultato», ha esultato in conferenza stampa il sindaco di Verona, Federico Sboarina, assieme a Francesco Rucco, sindaco di Vicenza. Nel punto stampa del 30 giugno è stata infatti presentata la fusione tra la società Aim e la Agsm, le multiutility rispettivamente vicentine e veronesi. Un processo iniziato 3 anni fa e che ha iniziato a concretizzarsi con la sottoscrizione di un accordo quadro vincolante per l’integrazione dei due gruppi ma “senza il mandato del consiglio comunale” reagiscono virulente le opposizioni mentre ancora non cede le armi Fratelli d’Italia che anzi sta per rafforzare le sue fila con un nuovo consigliere.

Il passaggio formale del 29 giugno, quindi, dovrà essere rettificato dalle forze politiche. «Il giudice finale – ammette Sboarina – saranno sempre i due Consigli comunali di Verona e Vicenza». Lì ci sarà l’approvazione o meno, che dovrebbe avvenire tra settembre e ottobre, ma comunque entro la fine dell’anno.

L’obiettivo dell’aggregazione, hanno sottolineato i due sindaci, è potersi affacciare sul mercato veneto mantenendo però sempre la dimensione territoriale. «Sarà la prima multiutility del Veneto. È giusto che poi andremo a interloquire con la Regione», dichiara Rucco, oltre che con un partner industriale più grande diremmo noi alla prova dei fatti con la lombarda A2A e l’emiliana Hera a giocarsi il ruolo di favorita nella corsa a proporsi come la vera capofila di un’alleanza a tre che, ecco le critiche locali, rischierebbe di essere funzionale solo ai “foresti”.

«È evidente che l’azienda Aim-Agsm mancherà comunque di alcuni aspetti che vanno completati. Queste due aziende hanno un tema, quello dei rifiuti, del ciclo ambientale, ma non abbiamo un termovalorizzatore, questo è un dato di fatto. Non chiudiamo il ciclo ambientale» paventa, non a caso, il sindaco di Vicenza mentre, non può non ammettere Sboarina, «è necessario integrare la fusione dei due gruppi con un terzo partner industriale che abbia quella forza che ancora manca».

Le tempistiche di scelta del gruppo industriale integrante, però e stanti le polemiche che vanno ben al di là delle stanze veronesi e vicentine e toccano quelle delle varie anime della Lega, non sono, e non possono essere viene da dire, all’ordine del giorno. «Stiamo unendo due aree metropolitane importanti, non diamoci una scadenza temporale. – prova a  smorzare le polemiche Rucco – Il tempo necessario, questa è la risposta». È comunque doverosa una sinergia con un asset che porti a compimento il settore dell’ambiente con la chiusura del ciclo rifiuti, sostiene Sboarina che conclude anche lui con un tempo al futuro: «Si va avanti e vedremo».

Agli scettici sulla fusione dei due gruppi, alcuni memori dell’affaire Fiera di Vicenza che l’ha resa totalmente “suddita” di Rimini, Rucco risponde: «Noi non stiamo svendendo le nostre aziende, le stiamo unendo per farle crescere». «Abbiamo voluto indicare le regole all’interno dello Statuto e non all’interno dei patti parasociali», continua il sindaco. Le scelte di valenza “straordinaria”, ad esempio un aumento del capitale o la modifica dello Statuto – continua Rucco – , vengono prese con una maggioranza che è quasi da unanimità a tutela della minoranza vicentina: «5/6 nel Consiglio di amministrazione, 85% in Assemblea dei soci».

Le società partecipate che compongono Aim-Agsm sono sei, con un cda a tre: consigliere delegato, vice-presidente e presidente. In particolare, le società con sede a Vicenza avranno un presidente di nomina a Vicenza, e stessa cosa per le società veronesi. I vicepresidenti invece saranno scambiati di città.

Per quanto riguarda la quota di Vicenza, infine, Rucco fa sapere che «tutta la parte di Ampcs viene esclusa dall’aggregazione», che si somma alla quota del 5% della Centrale Termoelettrica del Mincio. Il sindaco infatti, per giustificare l’esclusione, comunica che è in progetto una società in house per Vicenza che si occuperà dei servizi per la città (verde pubblico, manutenzioni).