FSBA, Vendemiano Sartor: “basta disinformazione che allarma lavoratori e imprese”

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Il periodo della pandemia COVID-19 è stata una vera e propria tempesta perfetta. Secondo le primissime stime, le percentuali di lavoratori interessati alle sospensioni COVID-19, sul totale degli iscritti all’Ente Bilaterale dell’Artigianato Veneto (Ebav) sono altissime: si è passati dal 60% di lavoratori a marzo al 75% di aprile (circa 100mila lavoratori su 130mila mediamente presenti nell’anno). Con la fine del lockdown la percentuale è scesa al 40% indicando il permanere di un problema “lavoro” nelle imprese artigiane. Con giugno si è ulteriormente scesi al 30% profilando un lento ma significativo rientro al lavoro. Non sono ancora disponibili i dati di luglio ma la percezione è che continui la discesa con la (segreta) speranza che la maggior parte delle aziende riprendano entro dicembre evitando di alimentare la spirale dei licenziamenti che si preconizza dopo il termine del blocco. Uno sforzo economico straordinario che, ad oggi, ha erogato ai lavoratori dipendenti dell’artigianato veneto 81 milioni di euro.

“Una situazione anomala e eccezionale –afferma Vendemiano Sartor delegato regionale di Confartigianato Imprese Veneto al Lavoro – che ha avuto anche degli intoppi. Alcuni pagamenti sono in ritardo? Si purtroppo è vero ma, –spiega Sartor-, al netto degli errori contenuti nelle domande inserite nel portale FSBA e nei modelli in cui il lavoratore certifica il conto corrente che comportano il blocco delle pratiche, FSBA non aveva a disposizione le risorse necessarie per pagare una così ampia platea di lavoratori. E non ha aiutato –sottolinea– il provvedimento del Governo che, proprio a causa della eccezionalità della situazione, ha posto a carico di FSBA il pagamento dell’ammortizzatore anche ai dipendenti delle (non poche) aziende, poste soprattutto al SUD, che non avevano mai versato contributi al fondo. Il rimedio lo ha offerto lo stesso Governo stanziando le risorse con le quali provvedere ai pagamenti. Purtroppo le richieste sono state talmente tante che si sono dovuti emanare più decreti. L’ultimo provvedimento del Governo risale a metà agosto ma il percorso burocratico statale non ha permesso di avere ancora le somme a disposizione di FSBA che a sua volta li distribuisce ai vari enti bilaterali in base del fabbisogno. Una volta ricevute le somme queste saranno immediatamente poste in pagamento da Ebav”.

“Quanto incidono gli errori di imputazione sul pagamento? Purtroppo incidono molto –afferma Sartor-. Gli errori sono di svariati tipi e purtroppo sono bloccanti rispetto alla liquidazione della prestazione. Qualsiasi lavoratore che non abbia ancora ricevuto i pagamenti di marzo ed aprile –conclude il Presidente– deve mettersi in contatto con lo sportello Ebav delle Organizzazioni Sindacali che ha curato la sua pratica. Solo così si riuscirà a risalire all’origine del disguido e dei ritardi. E’ chiaro comunque che, malgrado le rettifiche delle domande inesatte, rimane sempre sullo sfondo la questione delle risorse assegnate a FSBA e provenienti dal ministero. Senza quelle risorse Ebav non potrà pagare nessun dipendente”.

 

Perché è nato FSBA?

FSBA nasce dalla riforma Fornero sugli ammortizzatori sociali e dalla successiva messa a punto operata dal JOB’S ACT. Se le Associazioni non avessero siglato l’accordo per l’adeguamento di FSBA le imprese con più di 5 dipendenti sarebbero entrate nel Fondo Integrazione Salariale e le altre sarebbero rimaste in questi anni senza alcun ammortizzatore sociale.

Perché i pagamenti per FSBA COVID 19 avvengono attraverso Ebav?

Ebav opera nel campo degli ammortizzatori sociali a partire dagli anni ’90 (ben prima della nascita di FSBA), con la crisi del settore tessile (delocalizzazione di molte attività all’estero) e continuata negli anni con il picco della crisi del 2008. Serviva un ente territoriale che facesse da interfaccia rispetto al Fondo nazionale in maniera per supportare aziende e dipendenti e migliorare la risposta alle problematiche sorte.