Fondazione Roi: parte l’azione di responsabilità contro Zonin & c. Ora si dimettano mons. Gasparini e Giovanna Rossi di Schio

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Azione di responsabilità della Roi contro gestione Gianni Zonin, nella foto in udienza da imputato nel processo BPVi
Azione di responsabilità della Roi contro gestione Gianni Zonin, nella foto in udienza da imputato nel processo BPVi

Il via libera della Regione Veneto, competente in base all’art. 25 comma terzo del codice civile sulle fondazioni ad essa soggette, all’azione di responsabilità della Fondazione Roi nei confronti degli ex amministratori, sindaci e revisori in carica nel periodo 2009-2015, in primis il suo ex presidente Gianni Zonin, questa volta non poteva mancare visto che alcuni di coloro i quali, scelti proprio da Zonin, ne avevano osteggiato la richiesta non sono più nel cda, come l’architetto Emilio Alberti e il prof. Giovanni Carlo Federico Villa, tra l’altro direttamente o indirettamente sanzionato per 280.000 euro dopo la nostra inchiesta su di lui e sugli incarichi svolti a pagamento senza la dovuta autorizzazione dell’Università di Bergamo per cui lavora.

Vertici Roi, da sx Mauro Passarin, mons. Francesco Gasparini, Paola Marini (pres.), Margherita Monti (pres. sindaci) e Paolo Menti
Vertici Roi, da sx Mauro Passarin, mons. Francesco Gasparini, Paola Marini (pres.), Margherita Monti (pres. sindaci) e Paolo Menti

Oppure sono stati isolati dai tre nuovi membri del cda (la presidentessa cooptata Paola Marini, il direttore dei Musei Civici Mauro Passarin e Paolo Menti, in quota Accademia OIlimpica) gli altri due ex contrari, che fecero melina durante la grigia presidenza di transizione di Ilvo Diamanti, con l’appoggio probabilmente sotto traccia del suo vice Andrea Valmarana, già sindaco della Cantine Zonin Spa.

Se, infatti, non ha più potuto decidere di testa propria come fece con Diamanti mons. Francesco Gasparin che, in quanto suo rappresentante, ha dovuto ora fare ciò che gli ha detto il vescovo mons. Beniamino Pizziol, da sempre favorevole a fare chiarezza sugli anni bui e devastanti della fondazione, è rimasta totalmente sola l’ultima “oppositrice” dell’azione di responsabilità, Giovanna De Vigili Kreutzemberg Rossi di Schio, più semplicemente Giovanna Rossi di Schio, moglie del grande amico e braccio destro di Zonin Alvise Rossi di Schio e presidentessa della sezione di Vicenza del Fai, di cui per anni è stata vice la moglie dell’ex presidente della BPVi, Silvana Zuffellato.

Lasciare il primato della notizia, diffusa ieri con una nota dalla Regione, al giornale locale che fu di sicuro, diciamo, poco attento alle imprese di Gianni Zonin e dei suoi sodali nella ormai fu banca popolare e nella Roi, (cfr. il nostro libro “Roi. La Fondazione demolita“, clicca qui per acquistarne una delle ultime copie) non è stato casuale per noi che per anni abbiamo lottato per questo risultato, per ora però solo di partenza, tristi come eravamo per gli esiti di quelle imprese sul territorio ma felici come siamo, è uno dei compiti della stampa libera, per aver costretto chi tace a parlare… e a scrivere.

Il via libera della Regione per l’azione di responsabilità – leggiamo, quindi, sul GdV – nei confronti degli ex amministratori del periodo 2009-2015 riguarda “l’arco temporale durante il quale alla presidenza dell’istituto sedeva Gianni Zonin e durante il quale il cda scelse di investire in titoli della Banca Popolare di Vicenza con un danno calcolato di 23.612.408,85 euro. Per questa perdita, per la quale si era già cercato di promuovere un’iniziativa legale senza però ottenere l’unanimità del consiglio, la Fondazione oggi presieduta dalla storica dell’arte Paola Marini ha ottenuto il parere favorevole di Venezia alla prosecuzione dell’iter… L’ok è giunto – prosegue finalmente il GdV citando la nota della regione – è giunto dopo «un’attenta ricognizione della situazione economica e finanziaria dell’ente effettuata dall’organo amministrativo in carica, che ha evidenziato ingenti perdite registrate dal patrimonio mobiliare della Fondazione in considerazione di investimenti, deliberati o comunque operati nelle precedenti gestioni, in azioni della Banca popolare di Vicenza». Nella relazione del vicepresidente veneto Gianluca Forcolin anche il riferimento alla volontà del direttivo di estendere l’azione di responsabilità ai revisori «per omesso controllo»“.

Nel nostro “dialogo” con l’avv. trevigiano Sergio Calvetti, che tutela, tra gli altri, migliaia di soci risparmiatori azzerati della BPVi e che, tra i primi e pochi, di cui nessuno di Vicenza, ci ha inviato i suoi complimenti (“Alla fine l’ha spuntata, direttore. La Fondazione Roi ha avuto l’autorizzazione a far causa agli amministratori!“) si riassume cosa ne pensiamo di questo passo.

Noi gli scrivamo “È un successo solo formale per… ora“, lui risponde “adesso spetta agli avvocati“, noi chiudiamo così: “e ai giudici…!”.

A breve torneremo su alcuni osservazioni da noi fatte alla parte sana del cda della Fondazione Roi durante la recente conferenza stampa di Paola Marini e della presidente del collegio sindacale Margherita Monti, tra cui l’assegnazione di parte delle erogazioni, inopportunamente associabili a mons. Gasparini, e di alcuni incarichi fiduciari, affidati a personaggi del Fai di Vicenza, e, soprattutto, la nostra richiesta, ad oggi inevasa, di essere convocati per fornire a Marini e Monti documenti della GdF da utilizzare per valutare l’opportunità di verifiche su alcuni beni di valore della Fondazione stessa forse finiti in mani sbagliate e oggetto del processo intentatoci da Zonin e Zigliotto.

Ma oggi, dopo aver ringraziato gli unici che ci supportarono durante l’era Variati – l’ex consigliera comunale M5S Liliana Zaltron, in parte l’attuale Sindaco Rucco allora consigliere di opposizione, i consiglieri regionali Sergio Berlato (FdI) e Manuel Brusco (M5S) e il senatore pentastellato Enrico Cappelletti – e dopo esserci complimentati con i nuovi membri del cda, col nuovo collegio sindacale, con il sindaco Francesco Rucco, a cui risponde Mauro Passarin, e col vescovo Beniamino Pizziol, che dà le coordinate a mons. Gasparini, per aver mantenuto il loro impegno ad attivare quello che, sia pure iniziale, è un passo fondamentale per fare chiarezza sulla gestione della Roi, non possiamo non concludere col rinnovato invito a farsi da parte a Francesco Gasparini e a Giovanna Rossi di Schio.

Il via libera all’azione di responsabilità della Fondazione Roi nei confronti degli ex amministratori, sindaci e revisori in carica nel periodo 2009-2015 è arrivato in ritardo solo per la loro colpevole opposizione: hanno sbagliato, evitino altri imbarazzi e vadano a casa!

Lo chiedono i vicentini ancora di sani principi, lo pretenderebbe il marchese Giuseppe Roi.