Fondazione Roi e l'(in)azione di responsabilità: il tuono divenne dantesca “trombetta” e la pioggia fu di sabbia. Arriva la GdF?

195

Ieri sera, in attesa della conferenza stampa di stamattina, titolammo: “Fondazione Roi, azione di responsabilità: “tanto tuonò che piovve”? Intanto Giovanna Rossi di Schio e mons. Gasparini lascino!” (pubblicato alle 15.47, aggiornato alle 21.49)

Oggi a conferenza finita (qui il video con la parte generale e con la nota ufficiale della Roi ndr) solo io e il collega del Corriere del Veneto Gianmaria Collicelli abbiamo fatto delle domande sulla gestione del passato, che è alla base del presente e del futuro, dopo aver, ovviamente, espresso i migliori auguri, per l’attività culturale, ai tre nuovi più che validi validi membri del cda, la presidente Paola Marini e i due consiglieri Mauro Passarin per il Comune e l’accademico olimpico Paolo Menti, e confidando ancora di più, per i conti, nella professionalità del collegio sindacale (la pres. Margherita Monti, che è presidente anche dell’ordine dei commercialisti e che ci permettemmo di consigliare al sindaco Francesco Rucco addirittura per il cda, e i suoi colleghi Antonio Vesco, che fu nostro consulente, e Giuseppe Sperotti, che fa parte di uno dei più stimati studi di Vicenza, quello di Giuseppe Rebecca).

Ascoltate le risposte non possiamo, però, non ribadire come don Francesco Gasparin, presente in quota Diocesi di Vicenza e addirittura vice presidente, e Giovanna Rossi di Schio, assente e in quota al Fai, darebbero un contributo maggiore all’opera di pulizia in atto lasciando il cda, visto che in quello di Zonin chiusero gli occhi e le orecchie e in quello di Diamanti fecero saltare l’avvio dell’azione di responsabilità.

Ecco il perché del titolo che commentiamo a seguire e su cui torneremo nei prossimi giorni e, comunque, dopo che avrete avuto la voglia e il tempo di vedere e ascoltare il video integrale delle domande, con molti dati fattuali posti all’attenzione del cda e dei sindaci sul passato della Fondazione Roi, che parte da meno trenta milioni di patrimonio e, soprattutto, con una reputazione tutta da ricostruire.

La si ricostruirà con un’azione di responsabilità di cui non si è fissato neanche l’importo del danno e mantenendo in carica chi negli anni di presidenza Zonin e in quelli successivi si è voltato dall’altra parte?

Se non ci pensano abbastanza la presidentessa Marini e i due nuovi consiglieri oltre ai tre nuovi sindaci e visto che il Fai nazionale accetta di essere rappresentato dalla sua presidentessa provinciale, che ha ancora come vice Silvana Zuffellato, moglie di Zonin, sull’opportunità che rimanga a Palazzo Roi don Gasparini ci rifletta, almeno, il suo e nostro vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol.

Lui ci assicurò, e noi gli credemmo e vogliamo ancora credergli, il suo “controllo” sul direttore dei musei diocesani, oggi tutto preso più volte (guardate e ascoltate i suoi interventi) nel giustificare l’ingiustificabile confondendo (scientemente o per incompetenza?) l’atto notarile di donazione del marchese Roi (ma ce ne sono più di uno di atti…) con l’inventario dei beni mobili (quadri, avori, monete d’oro…) che la Guardia di Finanza lamenta come mancante in suoi rapporti ai pm di Vicenza in cui adombra sparizioni di beni preziosi della noi (siamo stati portati a processo da Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto per aver sostenuto documentalmente questa possibilità).

Abbiamo, quindi, chiesto alla presidentessa (“da cittadini e non da giornalisti“) di poterle consegnare questi documenti e lei è sembrata rinviare l’atto dovuto (all’etica) alle calende greche dicendosi, però, pronta a rispondere ad eventuali domande della GdF.

Siccome le risposte lei, i membri del cda e i sindaci le possono trovare nei documenti, ancora non resi pubblici (e qui ancora monta su Gasparini a sostenere che non sono dovuti in quanto la fondazione è privata…!), e se non li trovano dovrebbero preoccuparsi,  la presidentessa solleciti lei l’incontro con le Fiamme Gialle per essere messa al corrente di cosa la GdF aveva chiesto di poter controllare

E, poi, controllino lei e tutti i responsabili: 5 membri del cda e 3 del collegio sindacale.