Evasione fiscale, Il Fatto: il Portogallo di Ronaldo modello di successo con digitale, sconti e lotterie

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Il primo a sperimentare il maxi sconto fiscale in Italia è stato un portoghese. Il principale motivo che, a quanto pare, ha fatto battere forte il cuore di Cristiano Ronaldo per la maglia bianconera sembra sia stato proprio il regime forfettario previsto dalla legge di Bilancio del 2017 (molto prima del programma gialloverde) che ha introdotto una tassazione estremamente favorevole per i Paperoni che si trasferiscono in Italia: un’imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero con un forfait di 100mila euro l’anno per massimo 15 anni. Gente che va, gente che viene.

Nell’andirivieni tra Roma e Lisbona per sfuggire alle maglie del Fisco c’è anche una fetta di agguerriti pensionati nostrani, che si sono trasferiti sull’Atlantico per incassare l’assegno previdenziale senza trattenute fiscali e goderselo in santa pace in un Paese a poche ore di volo da casa con standard, livelli sanitari e di vita sopra la media europea. I soggetti non residenti, prevede la normativa portoghese, sono assoggettati a imposizione solo sulle fonti di reddito prodotte dentro i confini lusitani. E una persona fisica è considerata residente se rimane in Portogallo per almeno 183 giorni nell’arco di 12 mesi. A far fede sulla reale residenza basta un contratto d’affitto e qualche scontrino e si è ufficialmente portoghesi.

A rimetterci per questi flussi “migratori” è il fisco italiano, mentre gli affari dell’Erario del Paese lusitano pare vadano a gonfie vele da quando nel 2013 è partita la rivoluzione telematica che ha praticamente colpito e affondato l’evasione fiscale dilagante nella soddisfazione generale.

Il Portogallo è stato tra i primi Paesi Ue a dare la possibilità di fare la dichiarazione dei redditi online e di introdurre l’obbligo della fatturazione elettronica, come in Italia. Con la differenza che da quando tutti i registratori di cassa sono collegati all’Autoridade Tributaria (l’Agenzia delle Entrate portoghese), la rincorsa di venditori e acquirenti non è a chi batte meno scontrini ma ad aderire al nuovo sistema.

Il segreto del successo sta tutto nell’applicazione del vecchio adagio: se si vuole essere convincenti, al bastone si deve affiancare la carota. Che in questo caso è molto sostanziosa. I fornitori vengono incentivati a emettere fattura ricevendo in cambio uno sconto praticato sull’Iva riscossa del 15% in quattro settori principali: hotel e ristoranti, officine di riparazione auto e motocicli, parrucchieri. Per i consumatori, invece, il potente incentivo a richiedere l’emissione di fatture e scontrini è costituito dalla lista delle categorie di spese che è possibile portare in detrazione: non solo salute, educazione, familiari a carico, affitto, lavori di casa e trasporti, ma anche ristoranti, supermercati, veterinari, parrucchieri, automobili e motocicli. Per usufruire delle detrazioni non occorre accantonare scontrini, ma semplicemente chiederne l’emissione intestandoli al proprio Nif, il numero di identificazione analogo al nostro codice fiscale. Le tax expendituresriconosciute (detrazioni e deduzioni) vengono calcolate e attribuite al contribuente direttamente dal sistema computerizzato che memorizza le transazioni al momento di presentare la dichiarazione dei redditi. E lo sconto è fatto.

Ai vantaggi escogitati dal legislatore portoghese per incentivare i contribuenti alla compliance si è aggiunta anche una bella lotteria. Con uno scontrino che documenta una spesa di 10 euro si può concorrere all’estrazione di un premio fino a 50mila euro. Questo aspetto della riforma portoghese è piaciuto anche al ministero dell’Economia italiano che si sta attrezzando per il primo gennaio 2020. Per il resto la nostra legislazione anti-evasione sta viaggiando nella direzione opposta.

La Flat tax in vigore dal 2019 per le partite Iva ha, infatti, abolito l’obbligo di fatturare per coloro che realizzano ricavi fino a 65mila euro introducendo un’imposta sostitutiva. Il tetto salirà a 100mila nel 2020. Lo sconto per il cliente del professionista in regime forfettario è incorporato: 22% in meno di aliquota Iva e Irpef automatica e scontata al 15%, senza innestare antipatici conflitti d’interesse.

Qualcuno ha sollevato l’obiezione piuttosto logica che alla maniera portoghese quel che si recupera dall’evasione si perde in gettito pagando tutti gli sconti previsti. Le statistiche di questi primi anni di applicazione dicono il contrario. Secondo uno studio commissionato nel 2018 dalla Direzione generale tassazione dell’Unione europea, in Portogallo il gap tra Iva dovuta e versata è sceso tra il 2012 e il 2016 dal 16 al 10%.

Mentre il gettito Iva è cresciuto del 12,5%, le entrate dalle imposte sul reddito delle persone fisiche (fortemente progressive) hanno toccato il +28,9% e sulle società il +23,7%. Il livello di evasione fiscale è di poco inferiore ai Paesi nordici e del centro Europa. E il valore di deviazione dell’Iva è ben al di sotto della media europea. In generale tutta l’economia sembra aver assunto un nuovo tono.

La disoccupazione è scesa al 6,6% nel dicembre scorso e continua a calare, contro il quasi 18% del 2013. Dal 2014 al 2018 l’economia portoghese è salita dell’8,7%, più della Germania, e il deficit è stato azzerato riuscendo a mantenere la spesa sociale. L’export di beni e servizi cresce in volume di oltre il 25%.

Il debito pubblico, sorvegliato speciale come quello italiano, è sceso dal 130% del 2016 al 124,1% del 2018.

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